Numero 37/2024

9 Settembre 2024

Il giro del mondo in… tante birre: Corea del Nord

Il giro del mondo in… tante birre: Corea del Nord

Condividi, stampa o traduci: X

 

Dal cuore dell’Africa, il Giro del Mondo in Tante Birre si sposta in Oriente per esplorare tutta la penisola coreana, oggi, però, si inizia dalla Corea del Nord.

Un Paese quasi sconosciuto tanto da essere considerato un “regno eremita”. Questa particolare definizione si attribuisce a qualsiasi Stato o organizzazione che di proposito si isola dal resto del mondo.

 

Più di 25 milioni di persone governate dalla famiglia Kim da quasi ottant’anni. Questa dinastia ha resistito imperterrita a qualsiasi avversità. La spartizione del territorio coreano al termine della Seconda Guerra Mondiale, la Guerra di Corea tra il 1950 e il 1953, le tragiche carestie degli anni ’90 ed anche le sanzioni internazionali ancora in essere.

Anche se il nome completo è Repubblica Popolare Democratica di Corea, in realtà è una dittatura totalitaria e stalinista basata sul culto della personalità, iniziata dal capostipite Kim Il-sung nel 1948 (v. foto seguente). Ancora oggi, chi non mostra il dovuto rispetto al regime viene multato e punito.

 

 

Ma questo è niente. La Corea del Nord, in quanto a violazioni dei diritti umani, è ai primi posti. È bandita la libertà di scelta e l’informazione è totalmente controllata. Internet è appannaggio di pochi funzionari, mentre il popolo può usare solo una rete intranet. I pochi turisti devono essere sempre accompagnati da una guida, non possono né muoversi né fotografare liberamente. Secondo studi e ricerche indipendenti, 1/3 della popolazione vive sotto la soglia della povertà ed è malnutrito.

D’altro canto, la spesa per le forze militari si aggira intorno al 15% del PIL. Le parate faraoniche dell’esercito mostrano la potenza del Governo ed intimoriscono i nordcoreani.

E lo scialo non finisce qui: la capitale Pyongyang è sede dello “Stadio 1° Maggio”, il più grande al mondo. Contiene 150.000 spettatori! Una mega struttura creata più per la propaganda che per lo sport.

E restando in tema di spendere e spandere, non si può non citare l’attuale leader supremo, Kim Jong-un. Protagonista ormai di meme indimenticabili e doppiaggi esilaranti, oltre ai classici jet privati e yacht, possiede anche 20 stazioni ferroviarie dove solo il suo treno personale può fermarsi. Golosissimo di formaggio francese, spende 100.000€ all’anno per questo peccato di gola e brinda a Champagne e Tequila. Alla faccia del bicarbonato! Purtroppo a noi scappa un sorriso, ma per i nordcoreani c’è poco da scherzare.

LA STORIA DELLA BIRRA IN COREA DEL NORD

Le birre in Corea del Nord fanno capolino negli anni ’30 durante il periodo coloniale giapponese (1910 – 1945). Le Lager tedesche sono le preferite, tantoché il primo birrificio nordcoreano ne fa il proprio cavallo di battaglia. Costruito sulla riva del fiume Taedong a Pyongyang (v. foto seguente), viene raso al suolo durante la Guerra di Corea.

 

 

 

Dopo questo conflitto, grazie alle politiche volte alla ricostruzione del Paese, risorge anche il comparto brassicolo con la fondazione di un nuovo birrificio nazionale. Bisogna aspettare gli anni ’80 per assistere all’apertura di altre realtà, sempre di proprietà dello Stato, che rendono il mercato interno più movimentato. Ma l’offerta stilistica, in Corea del Nord, rimane essenzialmente legata a due tipi di birra, tuttora presenti: Lager chiara e Lager scura.

Un punto di svolta, però, è l’inizio degli anni Duemila, quando su volontà di Kim Jong-un, viene inaugurato il birrificio simbolo del Paese. Nel prossimo capitolo, la storia completa.

Di fianco alla produzione brassicola locale, esiste anche l’importazione di marchi internazionali come: Heineken, Erdinger, Tsingtao… Ma per chi vive in Corea del Nord non è così semplice bere birre. Nelle aree rurali, si usano dei buoni pasto che però vanno a diminuire le razioni alimentari personali. Nella capitale, invece, gli uomini hanno diritto a 1 – 2 litri di birra al mese.

 

Infine, non posso tralasciare alcune bevande alcoliche molto amate, tra cui:

– Soju: il distillato più consumato del Paese, a base di riso, le cui origini risalgono all’invasione mongola del XIII sec. La variante più diffusa è quella con 20% ABV.

– Gam-hongro: liquore tradizionale preparato con miglio non colloso, sorgo, riso e l’aggiunta di un lievito locale e spezie. Dal gusto dolce e morbido, può arrivare fino a 40% ABV.

– Igangoo: liquore tradizionale ottenuto immergendo pere e zenzero nel Soju. Questo mix viene poi bollito con cannella e cumino. Le spezie possono variare.

– Makkolli: bevanda di riso fermentato, dall’aspetto lattiginoso e gusto acidulo. Molto più leggera dei precedenti, ha una gradazione alcolica intorno a 5% ABV.

6 BIRRIFICI DELLA COREA DEL NORD CON QUALCOSA… IN PIU’!

La Corea del Nord è il paese dei microbirrifici, ma non fatevi ingannare, qui non esistono le birre artigianali! Visto che le strade sono insufficienti e malridotte, la disponibilità di carburante è molto limitata, i blackout sono all’ordine del giorno, quasi tutte le attività ricettive possiedono un mini impianto di produzione. Di seguito alcuni esempi.

– Il birrificio più vecchio della Corea del Nord: PYONGYANG BEER FACTORY

Come tutti i birrifici raccontati in questo capitolo, anche “Pyongyang Beer Factory” è di proprietà dello Stato. Fondato nel 1956 nella capitale, è figlio delle politiche di ricostruzione messe in atto dopo la fine della Guerra di Corea. Le birre si possono acquistare solo nei centri commerciali come il Kwangbok.

 

 

 

PYONGYANG MAEKJU 12°: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager dall’aspetto maltato deciso, quasi tendente al dolce e un lieve erbaceo solo sul finale. Disponibile anche nella versione da 11° Plato. Gradazione alcolica: 4,5%

PYONGYANG HUK-MAEKJU: birra scura a bassa fermentazione. Dark Lager con note caramellate e tostate che ricordano il caffè. Gradazione alcolica: 4,5%

– Il birrificio nordcoreano “più occidentale:” TAEDONGGANG BEER BREWERY

Nel 2000 il Governo centrale, sotto pressione di Kim Jong-un beerlover incallito, decide di acquistare l’impianto del birrificio inglese “Ushers of Trowbridge” ormai chiuso. Lo stesso anno, a Pyongyang, inizia la costruzione dell’edificio che lo ospiterà. La produzione inizia nel 2002 e in poco tempo diventa il birrificio più grande del Paese. Le birre sono numerate da 1 a 7 in base alla quantità e al tipo di cereale usato; quelle chiare sono le più consumate. Nel 2016 ha organizzato il primo festival della birra in Corea del Nord.

  

 

TAEDONGGANG 1: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager prodotta con 100% di malto d’orzo e dalla lieve luppolatura. Gradazione alcolica: 4,5%

TAEDONGGANG 5: birra chiara a bassa fermentazione prodotta con riso locale. Leggera e adatta a tutti i palati. Gradazione alcolica: 4,5%

TAEDONGGANG 6: birra scura a bassa fermentazione. Una Dark Lager dagli intensi toni maltati che ricordano il caffè e il cioccolato fondente. Gradazione alcolica: 6%

– Il birrificio “più aperto” della Corea del Nord: PONGHAK FOODSTUFFS FACTORY

Questa azienda alimentare di bibite e soju ha iniziato la produzione di birra nel 1982 nell’area di Ponghak, vicino la città di Pyongsong. È uno dei pochi birrifici che organizza dei tour. Si può, infatti, visitare la fonte naturale e l’impianto di imbottigliamento dell’acqua. Non è possibile, invece, recarsi all’interno del birrificio, ci si deve accontentare di un video. Ma la fine del tour regala una chicca: un picnic con frutta, salsicce e pesce essiccato, il tutto annaffiato dalla birra Ponghak non ancora pastorizzata, né filtrata. Un’occasione unica.

PONGHAK 11: birra chiara a bassa fermentazione. Il numero corrisponde ai gradi Plato. Una Lager semplice e facile da bere. Gradazione alcolica: 4,5%

PONGHAK 12: birra chiara a bassa fermentazione. La bandiera del birrificio, una Lager più corposa rispetto alla precedente e più bilanciata. Gradazione alcolica: 5%

– Il microbirrificio nordcoreano più “celestiale”: RAKWON BREWERY

Si trova nella capitale, all’interno di uno dei più grandi centri commerciali, il “Rakwon Department Store”. Aperto fin dalla metà degli anni ’80, “Rakwon” significa “Paradiso” e siccome non è così semplice raggiungere questo stato di grazia, non lo è nemmeno arrivare al birrificio. Infatti, bisogna entrare da un ingresso laterale, salire le scale fino all’ultimo piano e attraversare un paio di corridoi. L’area produttiva non si può visitare ma, se si chiede gentilmente il permesso allo staff, si può guardare da lontano.

  

 

RAKWON 12: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager maltata, rinfrescata dall’amaro finale del luppolo e dai sentori fruttati. Gradazione alcolica: 4,5%

RAKBAEK DARK BEER: birra ambrata a bassa fermentazione. Una Dunkel dai toni caramellati con un lieve tocco di erbaceo che evita la stucchevolezza. Gradazione alcolica: 4,5%

– Il microbirrificio “più stellato” della Corea del Nord: KORYO HOTEL MICROBREWERY

Il birrificio fa parte del Koryo Hotel, costruito nel 1985 nel centro della capitale. È un albergo a cinque stelle voluto dall’allora presidente Kim Il-sung per farne la “vetrina della forza e della potenza della Corea del Nord”. È composto da due torri alte più di 140 mt. Al 45° piano di ognuna si trova un ristorante panoramico girevole. Il microbirrificio, invece, è al piano terra e si raggiunge da una porta secondaria.

 

 

YELLOW BEER: birra chiara che strizza l’occhio alle basse fermentazioni tedesche. Le note agrumate e fruttate ben si sposano con la piacevole amaricatura data dal luppolo. Gradazione alcolica: 4,8%

BLACK BEER: birra scura che può ricordare una Schwarzbier. Da molti è considerata la migliore birra scura della capitale con le sue note di caramello e cioccolato fondente. Gradazione alcolica: 5,5%

– Il microbirrificio nordcoreano “più sportivo”: GOLDEN LANES MICROBREWERY

Una delle attrazioni preferite della popolazione della capitale è il bowling “Golden Lane”, inaugurato nel 1994. Frequentato dai turisti, rappresenta una delle rare occasioni in cui si può interagire con la gente del posto. È composto da ben 40 piste e quasi tutta l’attrezzatura è americana. È anche il campo di allenamento della squadra nazionale di bowling. Nel ristorante annesso si serve la birra prodotta proprio all’interno del complesso.

 

 

GOLD LANE BEER: birra chiara a bassa fermentazione. Lager meno maltata rispetto al trend nordcoreano, con note agrumate e una luppolatura decisa.

 

Questo è un Paese che sembra uscito dalla penna di uno scrittore di romanzi distopici. Eppure è tutto vero. In Corea del Nord, nonostante negli anni siano aumentate le aperture di piccoli e grandi birrifici, ad oggi si stima siano una trentina, la quotidianità è lontana da essere festeggiata con boccali pieni di birre.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

https://koryogroup.com/blog/north-korean-beer-pyongyang-beer

https://koryogroup.com/travel-guide/taedonggang-brewery-north-korea-travel-guide

https://koryogroup.com/blog/beer-of-north-korea-ponghak

https://koryogroup.com/travel-guide/rakwon-department-store-north-korea-travel-guide

https://koryogroup.com/travel-guide/koryo-hotel-microbrewery-north-korea-travel-guide

https://koryogroup.com/travel-guide/golden-lane-bowling-alley-north-korea-travel-guide

 

Tutti i marchi qui esposti sono di proprietà dei rispettivi detentori dei copyright; marchi di terzi, nomi di prodotti, nomi commerciali, nomi corporativi e società citati possono essere marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati d’altre società e appartengono ai loro legittimi proprietari.

 

 

Condividi, stampa o traduci: X

Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!