Numero 44/2024
28 Ottobre 2024
Il giro del mondo in… tante birre: Costa Rica
Il giro del mondo in… tante birre: Costa Rica
È proprio il caso di dirlo, il Giro del Mondo in Tante Birre ci porta da una costa all’altra, dall’Africa al Centro America, eccoci in Costa Rica.
Un Paese che, nell’arco della stessa giornata, permette di gustarsi l’alba caraibica sull’Oceano Atlantico e un romantico tramonto sul Pacifico. In sette ore di macchina, infatti, si attraversano paesaggi mozzafiato: foreste tropicali, vulcani e spiagge da sogno.
La diversità di ecosistemi da’ vita ad un’enorme varietà di flora e fauna. In Costa Rica esistono più di 1500 specie di pesci e circa 700 specie di uccelli!
La salvaguardia della natura ricopre un ruolo centrale, difatti, quasi il 30% del territorio è costituito da parchi nazionali ed aree protette. La Costa Rica è uno dei Paesi con il maggior livello di sostenibilità ambientale al mondo. Addirittura, circa l’80% del fabbisogno energetico è garantito dal sistema fluviale.
A questo punto ci sta proprio bene un “pura vida!”. Le due parole più pronunciate dai costaricani che nascondono la filosofia di questo popolo: il bello sta nella semplicità delle cose, è godersi la vita nonostante le difficoltà.
Ed è proprio questo modo di vivere che, nel 1950, ha attirato un gruppo di quaccheri statunitensi. Nel secondo dopoguerra, questa comunità di obiettori di coscienza abbandona l’Alabama, disgustata dalle politiche militari degli Stati Uniti, in cerca di una terra che risponda ai propri ideali. La scelta ricade sulla Costa Rica per due motivi: il Governo apre le porte a stranieri motivati per sviluppare il Paese e nel 1949 abolisce l’esercito.
La comunità si insedia a Monteverde (v. foto seguente), il cuore della foresta tropicale umida. Qui i quaccheri, negli anni ’70, creano anche una riserva naturale, diventando i progenitori del moderno “ecoturismo”.
Un altro cuore pulsante del Paese è la capitale San Josè. Fondata dagli spagnoli nel Settecento, gode di una posizione strategica che le ha permesso di crescere economicamente e di diventare il fulcro delle rotte turistiche.
LA STORIA DELLA BIRRA IN COSTA RICA
Si pensa che la birra sia stata introdotta in Costa Rica dai coloni spagnoli a partire dal XVII sec. Ma le prime testimonianze scritte risalgono alla metà dell’Ottocento. Il Governo, infatti, stabilisce il costo mensile di 50 pesos per ottenere la licenza da birrificio. Nel 1856 l’azienda “Joy & Von Schröter” pubblicizza la sua Birra Torres come “migliore delle birre straniere”.
I primi imprenditori sono di origine europea (Germania e Regno Unito), proprio come il birraio tedesco Josef Traube che nel 1888 fonda l’omonimo birrificio, diventando il padre dell’industria brassicola costaricana. È il primo, infatti, ad impiegare impianti di produzione costruiti in Germania.
Per l’arrivo della Rivoluzione Craft, invece, bisogna aspettare gli inizi degli anni Duemila grazie a “Costa Rica’s Craft Brewing Company”, con sede nella capitale, e “Lake Arenal Brewery”. Per la precisione, altre realtà sono apparse alla fine degli anni ’90 (K&S, Cabeza Grande), ma non hanno resistito a lungo.
Particolarità delle birre artigianali in Costa Rica è l’uso delle materie prime. Infatti, orzo e luppolo vengono quasi sempre importati, a causa del clima poco adatto. Mentre la ricca offerta di ingredienti speciali come frutta esotica, caffè e cacao caratterizza le ricette più originali.
Per finire un accenno ad alcune bevande tipiche della Costa Rica, oltre al rinomatissimo e bevutissimo caffè:
- Guaro: distillato nazionale di zucchero di canna, base per numerosi cocktail come Guaro Sour (con limone) e Chiliguaro (con peperoncino).
- Agua dulce: bevanda simbolo, dolce e rinfrescante. Preparata con acqua, zucchero e rapadura (blocchetto di zucchero di canna non raffinato).
- Chicheme: bevanda indigena simile alla Chicha sudamericana. Con mais fermentato, zucchero e spezie, è molto nutriente e si consuma durante feste e rituali.
- Vino de Coyol: vino di palma prodotto con la linfa della varietà Coyol. Dal sapore acidulo, è tipico delle aree rurali.
I 5 BIRRIFICI DELLA COSTA RICA CON QUALCOSA… IN PIU’!
Il comparto delle birre artigianali in Costa Rica occupa solo il 2%, come già visto in molti Paesi, ma il numero dei micro-birrifici è sempre in crescita. Oggi supera abbondantemente quota 80. Numero importante se si pensa che la popolazione conta circa 5 milioni di abitanti.
– Il birrificio più antico della Costa Rica: FLORIDA ICE AND FARM COMPANY
Nato come azienda agricola e produzione ghiaccio nel 1908 nella cittadina di Florida de Siquirres. Fondatori, i quattro fratelli Lindo che nel 1912 inglobano il birrificio Traube produttore del marchio Pilsen già dal 1888. Nel 1924 il lancio della birra simbolo del Paese: Imperial. Dalla fine degli anni ’50 continuano le operazioni di acquisizione di altre realtà brassicole come: Cervecería Ortega e Cervecería Tropical. Fifco, questo il suo acronimo, diventa così leader del mercato interno delle birre e il birrificio della Costa Rica più famoso al mondo. Oggi produce anche marchi internazionali come Heineken, Coors e Paulaner.
IMPERIAL: birra chiara a bassa fermentazione. La birra preferita dai costaricani, la più bevuta, un simbolo nazionale. Leggera e facile da bere. Gradazione alcolica: 5%
PILSEN: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager dai toni più amari che maltati con note erbacee e di cereali. In circolazione dal 1888. Gradazione alcolica: 5%
BAVARIA GOLD: birra chiara a bassa fermentazione in produzione fin dal 1932. Birra Lager equilibrata dove i sentori di luppolo sono addolciti dai malti. Gradazione alcolica: 5%
– Il primo birrificio artigianale costaricano: COSTA RICA’S CRAFT BREWING COMPANY
Fondato nel 2010 nella capitale San Josè da Peter Gilman, di origini statunitensi, insieme all’amico Brandon e al birraio Chris. È il birrificio che ha dato il via al movimento delle birre artigianali in Costa Rica, quello che ha spianato la strada. Da subito l’obiettivo è stato educare i palati abituati ai sapori standardizzati dell’industria. Nel 2011 Gilman e altri birrai nascenti creano la prima associazione di birrifici artigianali costaricani.
SEGUA: birra ambrata ad alta fermentazione che si rifà alle Irish Red Ale. Protagonisti i malti con le tipiche note di caramello, biscotto e un delicato fruttato. Il tutto rinfrescato da una luppolatura lievemente speziata. Gradazione alcolica: 4,8%
LIBERTAS: birra chiara ad alta fermentazione di tradizione anglosassone. Una Golden Ale dal tocco citrico e sfumature floreali. Gradazione alcolica: 4,3%
PASION DE MARACUYA: birra chiara ad alta fermentazione. Una Juicy Pale Ale con aggiunta di frutto della passione, fresca e dissetante, dalla bevuta avvolgente. Gradazione alcolica: 5,5%
– Il birrificio artigianale “più verde” della Costa Rica: MONTEVERDE BREWING COMPANY
Aperto nel 2017 nella provincia di Heredia ma dal 2019 si è spostato nel cuore della foresta pluviale vicino alla città di Santa Elena, nella comunità di Monteverde. Qui la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità sono i punti fermi degli abitanti. La natura che circonda il birrificio si ritrova anche nelle birre perché viene utilizzata l’acqua della foresta ricca di minerali.
MI TATA: birra chiara ad alta fermentazione. Una IPA dai toni decisi che celebra i “tata” cioè i papà costaricani dal carattere forte. Fruttata e tropicale. Gradazione alcolica: 6%
SALSIPUEDES: birra scura ad alta fermentazione ispirata alle Stout anglosassoni. Il caffè biologico aggiunto dona profondità e aromaticità. Gradazione alcolica: 5%
RED TAPIR: birra ambrata ad alta fermentazione. Una Red Ale prodotta con sette malti diversi che donano sentori di caramello e biscotto. Dedicata al tapiro di Baird, il più grande mammifero terrestre del Paese. Gradazione alcolica: 5,5%
– Il birrificio artigianale costaricano “più contadino”: EL GRANERO BREWING COMPANY
Aperto dal 2016 ad Atenas nella provincia di Alajuela, è il microbirrificio più contadino perché la sede è proprio in una fattoria. Il fondatore Adolfo Serrano, infatti, sceglie questo luogo per tornare alle radici e lasciarsi dietro il caos della città. Il ritorno alla natura si ritrova anche nell’uso dell’energia solare per alimentare l’impianto di produzione. I nomi delle birre prendono spunto dalla vita di campagna: una cagnolina randagia, il pick-up da battaglia oppure un rospo misterioso.
LA PERRILLA: birra ambrata ad alta fermentazione ispirata alle Irish Red Ale. La bandiera del birrificio dedicata ad una cagnolina randagia, diventata la mascotte. Prodotta con sei tipi di malto diversi che donano note di caramello e di biscotto. Gradazione alcolica: 7%
MODELO 63: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle Golden Ale inglesi ma con un tocco tropicale. Equilibrata e rinfrescante. Gradazione alcolica: 5%
EL SAPOTE: birra ambrata ad alta fermentazione. Una India Pale Ale agrumata, bilanciata dai toni caramellati dei malti. Gradazione alcolica: 6%
– Il microbirrificio artigianale “più focoso” della Costa Rica: SUIZ Y TICO CREACIONES
Fondato nel 2019 a San Isidro de Peñas Blancas da Marc e Ana Gabriela, marito e moglie. Si può ben dire che il fuoco sia il fil-rouge della loro vita. Infatti, la sede è vicino al Vulcano Arenal, e le birre sono prodotte usando il fuoco a legna e un bollitore di rame, vecchio di cento anni. Forte il legame con il territorio, testimoniato dall’uso di ingredienti biologici e dalle etichette dedicate agli animali simbolo del Paese.
OSO PEREZOSO: birra ambrata ad alta fermentazione ispirata alle IPA americane. La prima birra prodotta. Un omaggio al bradipo, lento come il processo produttivo su legna. In primo piano le note agrumate dei luppoli, addolcite da quelle del malto. Gradazione alcolica: 6,7%
KEEL-BILLED ALE: birra chiara ad alta fermentazione. Una Spiced Beer allo zenzero, fresca e dissetante, dedicata al tucano più grande del Costa Rica. Gradazione alcolica: 5,9%
PIZOTE: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alle Porter inglesi. Protagoniste le note maltate di cioccolato e caffè. In etichetta il Pizote, una specie di procione locale. Gradazione alcolica: 6,2%
In Costa Rica, la stabilità politica e una gestione virtuosa delle risorse, stanno alla base anche della crescita delle birre artigianali locali. Trainata sia dal forte sentimento di appartenenza che dalla profonda coscienza green dei costaricani.
Alla prossima pinta!
Siti internet e pagine social di riferimento:
Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:
www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)
Tutti i marchi qui esposti sono di proprietà dei rispettivi detentori dei copyright; marchi di terzi, nomi di prodotti, nomi commerciali, nomi corporativi e società citati possono essere marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati d’altre società e appartengono ai loro legittimi proprietari.