26 Ottobre 2015
Spluga: il vecchio birrificio industriale, risorto artigianale
Tag: birra, chiavenna, italia, marchio, spluga, storia
La Valchiavenna, nei dintorni di Sondrio, grazie alla sua acqua e ai numerosi e caratteristici crotti (cavità naturali nelle rocce tipiche delle Alpi che permettono la conservazione dei prodotti ad una temperatura costante che favorisce una lenta e completa maturazione della birra), vanta un’antica tradizione brassicola. Una delle prime fabbriche italiane è nata proprio in questa valle: si tratta del celebre Birrificio Spluga di Chiavenna, risalente al 1840.
Nel corso dell’Ottocento, in questa zona nacquero molti birrifici, tra i quali si ricordano la ditta Tunesi (poi Birreria Ritter), la Mattoi – Vanossi e C., la Giacomo de Steffani, la Silvera e C (diventata dopo pochi anni la Società Augustoni e C.)., La G. Coray e C., la Giovanni Dolzino, la Franz Hagen e C. e la fratelli Giannotti.
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Agli inizi del Novecento, anche a causa di scelte commerciali errate, come le lotte al ribasso e il conseguente utilizzo di materie prime alternative che consentivano la riduzione dei costi di produzione (ad esempio il granturco), dei suddetti birrifici l’unico a sopravvivere fu lo Spluga, che acquisì il Mattoi – Vanossi.
La produzione era situata a Santa Croce mentre l’imbottigliamento veniva eseguito a Chiavenna. Il trasporto della birra da un luogo all’altro avveniva all’interno di grossi contenitori cilindrici denominati “bonze” trainati da un trattore. Le bottiglie venivano importate dalla Cecoslovacchia e riportavano oltre al nome Spluga, anche lo stemma di Chiavenna.
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Il birrificio visse il periodo di maggiore splendore durante la prima guerra mondiale continuando a crescere fino al secondo conflitto. Nel 1946 la produzione prevedeva tre tipi di birra: una chiara di media gradazione, una scura aromatizzata e una birra dorata più alcolica di tipo export.
La fabbrica aveva anche una propria malteria che produceva l’omonimo “Malto Spluga”.
Agli inizi degli anni ‘50 il birrificio Spluga fu acquistato dalla Poretti che chiuse la birreria di Chiavenna nel 1957, continuando a produrre con i marchi Splügen Braü e Splügen Bock nello stabilimento di Induno Olona in provincia di Varese.
Nel 1999 il mastro birraio chiavennasco Giandomenico Marocchi ha aperto un microbirrifico a Gordona (non lontano dalla fabbrica originale), ribattezzato Birrificio Spluga, in ricordo della storica birreria della Valchiavenna. La produzione prevede vari stili tra cui una Pils, una Monaco e una Vienna, una Bock , una Weizen, una birra al miele e una birra di Natale.
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Tornando allo storico birrificio Spluga, in conclusione, per quanto riguarda il materiale da collezione segnalo lo storico manifesto Araca del 1931 che raffigura la figura di uomo in rosso su sfondo nero che sorregge un bicchiere di birra con il nome del birrificio anch’esso in rosso. Questo sarà il simbolo utilizzato nelle etichette e nei vari materiali accessori negli anni a venire