Numero 22/2024

27 Maggio 2024

Il giro del mondo in tante birre: Ceuta

Il giro del mondo in tante birre: Ceuta

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Da una piccola gemma africana come Capo Verde, il Giro del Mondo in Tante Birre ci trasporta verso una bellezza in miniatura del continente: Ceuta

Città autonoma spagnola, viene definita una “semi-enclave”, cioè un ente territoriale circondato da un solo Stato, in questo caso il Marocco, e dalle acque internazionali. Insieme a Gibilterra costituiscono le mitiche Colonne d’Ercole che nell’Antichità indicavano il limite massimo del mondo conosciuto.

 

 

L’origine del toponimo Ceuta non è ancora certa, si pensa derivi dal latino “Septem Fratres” (sette fratelli) per indicare i sette monti dell’area circostante.

Per la sua posizione strategica, è uno dei crocevia più importanti della storia, dove culture e commerci si intrecciano da sempre. Cartaginesi, Romani, Visigoti e Arabi sono i popoli che hanno lasciato un segno profondo nell’anima della città.

Nel 1415 cade sotto il dominio portoghese per porre un freno all’influenza musulmana sulla penisola iberica. Dopo più di 250 anni viene ceduta alla Spagna. Tra il 1912 e il 1956 Ceuta fa parte del Protettorato spagnolo del Marocco che, dalla sua Indipendenza, reclama ciclicamente come suo possedimento. Queste ripetute rivendicazioni, che colpiscono anche l’altra città autonoma di Melilla, rappresentano un punto dolente nelle relazioni tra i due Paesi.

Molto divertente è il termine “caballa” (il pesce sgombro, in italiano) che indica qualcosa o qualcuno originario di Ceuta. Nel XIX sec. “caballa” indicava, infatti, la flotta dei pescherecci cittadina che pescava gli sgombri nelle acque dello Stretto di Gibilterra.

  

 

 

 

LA STORIA DELLA BIRRA A CEUTA

Le prime notizie relative al consumo di birre a Ceuta risalgono agli anni della Guerra d’Africa (1859-1860) quando il biondo nettare scorreva tra le file dei soldati. Nel 1905 apre i battenti il primo birrificio “Hachuel, Trujillo y Cía”. Mentre, durante il periodo del Protettorato, Spagna e Germania diventano i principali fornitori di birra per la popolazione europea dell’area. Lo storico spagnolo Luis Javier Calvo cita nel suo blog (Botellas serigrafadas) alcune etichette dell’epoca: “Holsten” (marchio tedesco del gruppo Heineken), “Kupper” (oggi Wicküler-Brauerei), “Moritz” (primo birrificio di Barcellona, ancora in attività), “Victoria” (la birra di Malaga). Intorno agli anni ’30, il gruppo Weil, grande produttore di bibite gassate e ghiaccio, inizia a distribuire le birre Damm e Gold Stern in tutto il territorio di Ceuta.

Ma il birrificio locale più importante rimane “Africa Star”, fondato nel 1953. Il suo sviluppo viene ostacolato, però, dalla presenza di un grande produttore francese del Marocco e, quindi, la sua distribuzione resta concentrata solo su Ceuta e Melilla. La produzione, pertanto, non riesce a decollare.

 

Il colpo di grazia arriva negli anni ’80 quando viene soppressa la nave di collegamento tra le due città autonome. Nel 1992 il birrificio chiude definitivamente, ma dopo vent’anni succede qualcosa… leggete il prossimo capitolo e lo scoprirete!

IL BIRRIFICIO PIU’ IMPORTANTE DI CEUTA

In questo piccolo territorio, solo 18,5 Kmq, esiste un solo microbirrificio artigianale. Il resto del mercato delle birre a Ceuta è occupato dalle etichette dei birrifici iberici e dai grandi marchi internazionali come Heineken, Guinness, Paulaner, ecc…

– L’unico birrificio di Ceuta: CEUTA STAR

Nasce nel 2013 dalle ceneri dello storico birrificio locale “Africa Star” fondato dalla compagnia “Hijos de Joseph Damm” nel 1953 e chiuso definitivamente nel 1992. Alla guida di questo birrificio artigianale, Rocío Morano, la birraia e il marito Paco Ojeda che si occupa degli aspetti commerciali. Il nome è un chiaro omaggio alla storia brassicola di Ceuta. Dal 2021 i coniugi gestiscono anche un ristorante dove poter gustare le specialità del territorio. In gamma anche birre senza glutine (Pale Ale), Imperial Stout e IPA.

 

 

EL DESNARIGADO: birra chiara a bassa fermentazione ispirata alle Pils. Facile da bere, finale piacevolmente amaro supportato dal profilo maltato morbido e leggero. Il nome significa “senza naso” e si rifà alla storia dello schiavo berbero che fuggito dalle miniere marocchine sulla Rif, raggiunse Ceuta per diventare pirata. Gradazione alcolica: 4%

LA MORENA: birra scura ad alta fermentazione che richiama le Scottish Ale. I malti caramellati donano sentori di cioccolato, caffè e liquirizia. Aggiunta di miele per la rifermentazione in bottiglia. Gradazione alcolica: 4,5%

LA RUBIA: birra chiara ad alta fermentazione di tradizione tedesca. Una Weizen dai tipici sentori fruttati e speziati. In bocca è acidula e rinfrescante. Un tocco di miele usato in rifermentazione. Gradazione alcolica: 4,5%

 

Ceuta rappresenta da sempre un luogo affascinante sarà per le Colonne d’Ercole, lo Stretto di Gibilterra, le antiche fortificazioni… non so… ma da qualche anno, grazie all’unico birrificio locale, c’è anche un altro motivo per visitare questo storico gioiellino!

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.ceutastar.com/Inicio.html

www.facebook.com/ceutastar

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!