Numero 40/2020

3 Ottobre 2020

Dal Belgio: l’Abbaye des Rocs

Dal Belgio: l’Abbaye des Rocs

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Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

(Brasserie de l’Abbaye des Rocs) Montignies-sur-Roc/Belgio

Jean Pierre Eloir, impiegato al catasto, iniziò, insieme alla moglie (Marie-Jeanne, figlia del birraio Gilbert Bertiau), dall’homebrewing nel proprio garage. Utilizzando un ceppo di lievito recuperato da alcune bottiglie di Rochefort e Westmalle, cominciò a produrre ogni fine settimana sui 25 litri di birra.

Ma, per la commercializzazione, occorrevano permessi e autorizzazioni. Nacque così, nel 1979, la Brasserie Eloir-Bertiau. L’unica birra prodotta inizialmente fu battezzata Abbaye des Rocs, prendendo spunto dalla non lontana Abbazia di Crespin, che fabbricava birra dal 1757 ma che fu distrutta durante la rivoluzione francese.

Nel 1985, in occasione delle festività, vide la luce l’Abbaye des Rocs Spéciale Noel, seguita, l’anno successivo, da La Montagnarde.

Sempre lavorando all’insegna della qualità e dell’originalità, i coniugi Eloir non tardarono a mietere successi. Nel 1987 nacque il primo vero e proprio impianto produttivo industriale della capacità di 1500 litri: in un’azienda agricola immersa nel verde, presso il villaggio vallone Montignies-sur-Roc appunto, tra i due fiumi Honnelles, vicino al confine con la Francia, nella provincia dell’Hainaut. Nel sito ovvero dell’antica Abbazia di Crespin, i cui ruderi sono tuttora visibili.

Contemporaneamente, fu costituita una società cooperativa di produzione. Nel 1990 nacque la Blanche des Honnelles. L’anno dopo, il birrificio prese la denominazione di Brasserie des Rocs; furono depositati i marchi di fabbrica e costruiti gli stabilimenti per la fermentazione e lo stoccaggio del prodotto finito. Nel 1993 la società cooperativa si trasformò in società per azioni e vennero acquistate nuove attrezzature per l’imbottigliamento.

Nel 1996 fu costruito un nuovo stabilimento con una nuova sala per il brassaggio. Nello stesso tempo, Nathalie Eloir prese il posto del padre in sala cottura, mentre lui passò a occuparsi soprattutto degli aspetti commerciali.

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Attualmente, la produzione è di 3 mila ettolitri annui. Le birre, tutte di alta fermentazione rifermentate in bottiglia, vengono realizzate con acqua pura prelevata da un pozzo situato nel cortile della fabbrica. Molte sono leggere varianti della Abbaye des Rocs. Ovviamente non possiamo parlare, per questo birrificio, di birre d’abbazia. Comunque, buona parte di esse è destinata all’esportazione, in particolare verso gli Stati Uniti d’America.

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Abbaye des Rocs Brune, belgian strong dark ale di colore marrone dai riflessi rossastri (g.a. 9%). Ottenuta con sette tipi di malto e tre varietà di luppolo (belga, tedesco e ceco), nonché aggiunta di spezie, risulta forte e saporita ma, insieme, dal carattere amabile e vellutato. Col suo eccezionale equilibrio tra la componente alcolica e quella gustativa, può senz’altro considerarsi tra i più raffinati esemplari della tipologia. Con una media effervescenza, la spuma, color caramello, trabocca cremosa e tenace. Aromi di tostatura e liquirizia si mettono in risalto davanti a freschi sentori floreali. Il corpo mostra una media intensità. Il gusto fine, ma pieno e corposo, offre al palato una vasta gamma di sapori, dal cioccolato al caffè, dal pepe alla frutta esotica. Non sarebbe potuto mancare un retrolfatto denso e prolungato nelle sue suggestioni amare, ma anche zuccherine.

Abbaye des Rocs La Montagnarde, belgian strong dark ale di colore ambrato chiaro (g.a. 9%); a tripla fermentazione, la terza in bottiglia. Il nome deriva dal fatto che gli abitanti di Montignies-sur-Roc vengono chiamati Montagnards. Viene elaborata con sei tipi di malto e tre varietà di luppolo; nonché aggiunta di numerose spezie, tra cui coriandolo e liquirizia. La spuma ocra, dato l’alto contenuto alcolico, appare di scarsa persistenza. L’olfatto, di un’elegante finezza, si esibisce, nell’intensità molto elevata, con un bouquet floreale, fruttato e speziato. Il corpo, da medio a pieno, è fluido, esuberante. Anche l’equilibrio gustativo è perfetto, con note dolci e amare, di spezie e di liquirizia, che si amalgamano sapientemente. Il finale sopraggiunge molto secco e amarognolo. Nella lunga persistenza retrolfattiva calde impressioni di caramello precedono il luppolo che completa un’“opera” irreprensibile.

 

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Abbaye des Rocs Blanche des Honnelles, bière blanche di colore giallo tendente all’ambrato (g.a. 6%). Prende il nome dai due fiumi tra i quali sorge il birrificio. Utilizza, nell’aroma-tizzazione, anche il ginepro. Si tratta di un prodotto indubbiamente originale, e con caratteristiche diverse rispetto alle altre birre bianche. Il colore risulta più acceso, e l’alcolicità più alta. Ma è soprattutto il gusto a farne una bevanda di carattere, fresca e stimolante: un sapore ovvero fruttato, senza la minima acidità e leggermente secco.

Speciali

Sono birre piuttosto difficili da trovare al di fuori del territorio di produzione, e talvolta realizzate in particolari periodi dell’anno.

Abbaye des Rocs Grand Cru, belgian strong dark ale di colore bruno scuro (g.a. 10%). Fiore all’occhiello dell’azienda, vanta, fra i tanti premi, quelli del Beverage Testing Institute di Chicago. È sicuramente una delle migliori ale belghe delle occasioni speciali. La schiuma si solleva bella compatta, stabile e aderente. L’aroma sa di un attraente fruttato. Il corpo possiede notevole struttura, morbida, vivace. Con un’effervescenza media, il gusto scorre ricco e brioso, sostenuto dalla forza calda dell’etanolo. Inevitabilmente, il retrolfatto s’impronta a lunghe suggestioni complesse e cordiali.

Abbaye des Rocs Speciale Noel, belgian strong golden ale di colore rosso rubino scuro (g.a. 9%); tipica birra natalizia, disponibile solo nel periodo invernale. La spuma, di un’aderenza perfetta, sembra abbia preso dalla neve il suggestivo candore. Generoso, acuto e durevole, l’aroma emana tra l’altro attraenti profumi lievemente floreali. Il sapore è pieno, corposo, con l’alcol e l’amaro che si equilibrano a meraviglia. Verso il finale un buon luppolo comincia a prendere il sopravvento, per lasciare nel retrolfatto un piacevole amarognolo.

Abbaye des Rocs La Nounnette, tripel di colore ambrato chiaro (g.a. 7,5%). Con un’effervescenza media, la schiuma, di un bianco sporco, si alza non così abbondante tanto meno durevole. L’olfatto è di malto, lievito e frutta dolce. Il corpo presenta una media intensità. Il sapore, dolce di malto, è tenuto in equilibrio da note citriche di frutta e cereali. Il finale, piuttosto dolce, anticipa un discreto retrolfatto dalle sensazioni di caramello, miele e frutta. Si tratta, in definitiva, di una birra fragrante e speziata, gradevole e rinfrescante.

Abbaye des Rocs La Montagnarde Altitude 6, belgian ale di colore giallo dorato (g.a. 6%). Più chiara e più leggera de La Montagnarde, ma con lo stesso carattere, può essere definita la sua “sorella minore”. È un’elaborazione abbastanza recente. Una buona effervescenza determina l’abbondanza della spuma, peraltro fine e densa. L’aroma, puro e grato, si diffonde tra note di lievito e di amaro, floreali e di malto. Anche il gusto, in un corpo di media struttura, appare raffinato nella propria morbida pulizia. Il lieve spostamento sul dolce viene adeguatamente bilanciato dal luppolo. Il retrolfatto emana suggestioni acidule. Siamo in presenza di una miscelatura a regola d’arte di componenti pregiati, intesa a offrire un prodotto piuttosto leggero ma con tutte le caratteristiche organolettiche della sua tipologia.

Abbaye des Rocs Triple Impériale, belgian strong dark ale di color rame con sfumature rossastre leggermente torbido (g.a. 10%); prodotta per il solo mercato americano. La schiuma beige non mostra tanta durata. L’aroma si libera ricco e complesso: profumi di malti dolci e frutti scuri, di luppolo e spezie. Il corpo, cremoso e vellutato, è da medio a pieno. Il gusto defluisce amabile, tendenzialmente speziato, e con un pizzico di astringenza. Il finale arriva piuttosto dolce, ma scivola in fretta tra le lunghe suggestioni retrolfattive speziate e calde di alcol.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.