Numero 42/2020
17 Ottobre 2020
Dall’Inghilterra, Macclesfield : RedWillow Brewery
Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
RedWillow Brewery, Macclesfield/Inghilterra
Microbirrificio del Cheshire, nato nel 2010 da una profonda crisi professionale di mezza età e ispirato dalla incancrenita passione per l’homebrewing.
Toby Mckenzie, tornato in patria dopo aver lavorato negli Stati Uniti come biologo molecolare e nel settore dell’Information Technology, con l’aiuto della moglie (Caroline) e della famiglia, aprì la Red Willow Brewery, dandole il secondo nome dei figli (Red e Willow).
.
.
In poco tempo l’azienda si fece un nome, anche grazie ai riconoscimenti ottenuti in molti concorsi locali e nazionali organizzati da SIBA e CAMRA.
La birreria attinge l’acqua da un’antica falda già utilizzata dalla storica Stancliffe Sutton Brewery, fondata nel 1790, rilevata nel 1920 dalla vicina Lonsdale & Adshead, a sua volta, passata nel 1950 alla Ind Coope & Allsopp Trent, che nel 1967 la vendette alla Whitbread, con conseguente chiusura e demolizione dello stabilimento di Macclesfield. Si tratta di un’acqua con basso residuo salino, particolarmente adatta per la produzione della birra. Mentre i luppoli maggiormente utilizzati sono quelli americani, una preferenza senz’altro dovuta alla familiarizzazione durante la permanenza negli Stati Uniti di Mckenzie.
La produzione si suddivide in birre in produzione tutto l’anno, stagionali e sperimentali, raggruppate, queste ultime, sotto la gamma Faithless.
Da annotare infine che da qualche tempo anche la RedWillow propone in lattina, anziché in bottiglia, le birre regolari.
.
.
RedWillow Shamelles IPA, India Pale Ale di colore ambrato dorato e dall’aspetto velato (g.a. 5,9%). Letteralmente, il nome vuol dire “senza vergogna”. Utilizza i luppoli Centennial, Columbus e Simcoe. Nata come birra sperimentale, chiamata Faithless XV, piacque tanto che il produttore decise d’inserirla tra le birre regolari. Con una moderata effervescenza, la schiuma bianchiccia, ricca, cremosa e compatta, dura e aderisce perfettamente al vetro. L’aroma appare un po’ flebile, comunque di buona freschezza e pulizia: luppolo floreale, erbe delicate, frutta tropicale matura, lievito speziato, resina di pino, sono i suoi elementi principali. Il corpo medio ha una consistenza piuttosto oleosa e a malapena untuosa. Malto biscotto, caramello e miele, supportati da una succosa frutta tropicale, allestiscono la solida base sulla quale si snoda un luppolo floreale che però, già a metà corsa, diventa aspro, piccante, per assumere infine una connotazione decisamente amara. E l’amaro rimane nelle persistenti suggestioni del retrolfatto, intiepidite dal calore alcolico che si è, dall’inizio alla fine, tenuto discreto ma non assente.
.
.
RedWillow Direcyionless, ordinary bitter ale di colore ambrato pallido e dall’aspetto un po’ annebbiato (g.a. 4,2%). La prima produzione, con utilizzo di luppoli americani e dal nome ironico. La carbonazione è da morbida a piatta; la spuma crema, sottile, pannosa, stabile e aderente. L’olfatto, fresco, pulito, di gradevole finezza, propone un fruttato succoso, agrumi, malto caramellato, grano, fieno, pane tostato, paglia, fiori interi, luppolo erbaceo. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza oleosa pressoché untuosa. Il gusto si snoda con una delicata luppolizzazione, tra note agrodolci e amare, aggrumate e terrose; intanto che dal sottofondo salgono sentori floreali, di camomilla, esteri di frutta, dente di leone. Nell’amarore ruvido e secco del finale si avvertono chiaramente tracce della scorza di pompelmo, che, nel corto retrolfatto, diventano impressioni pungenti, al limite dell’astringenza.