Numero 23/2024
8 Giugno 2024
Fürstliche Brauerei Thurn und Taxis
Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Ratisbona/Germania
I Thurn und Taxis sono una delle famiglie più ricche e prestigiose della Germania. La loro origine è però italiana, in quanto discendenti dai Tasso, originari di Cornello, in Val Brembana.
Furono sovrani di un piccolo principato, tra i tanti staterelli in cui era frammentato il Sacro Romano Impero. Principato, che esistette fino all’abolizione dell’Impero, nel 1806.
In particolare, ebbero un ruolo fondamentale nella diffusione del sistema postale in Europa. Attività, iniziata, almeno dal 1489, da Jannetto de Tassis, mastro di posta di Massimiliano I d’Asburgo, e continuata fino al 1866, quando le truppe prussiane occuparono Francoforte e, quindi, anche la sede delle poste tassiane.
Fino al 1701 però risiedettero a Bruxelles. L’anno dopo, con l’inizio della guerra di successione spagnola, passarono a Francoforte sul Meno. Soltanto nel 1748 si trasferirono a Ratisbona, nell’abbazia di Sant’Emmerano, oggi conosciuta come Castello Thurn und Taxis e Basilica di Sankt Emmeram, ex monastero benedettino, sorto nel 739 sul sepolcro di Sant’Emmerano e secolarizzato nel 1810.
Nel 1996, l’attività birraria dei Thurn und Taxis fu venduta alla Paulaner. Pertanto le loro birre vengono prodotte a Monaco di Baviera.
C’è da fare però un solenne elogio ai Thurn und Taxisin che, nella loro lunga e gloriosa storia brassicola, si distinsero sempre nel preservare le tradizioni di tanti piccoli ma preziosi birrifici della Baviera di loro proprietà.
Thurn und Taxis Pilsner, pilsener di colore giallo dorato molto chiaro (g.a. 4,9%). Con un’effervescenza abbastanza decisa, la schiuma, bianca come la neve, erompe ricca, sottile, fitta, cremosa, stabile e aderente. L’aroma si esprime fresco, pulito, gradevole, con sentori di cereali, mollica di pane, fieno, miele, e qualche spunto floreale; mentre dal sottofondo si levano acri richiami di agrumi. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza tendenzialmente oleosa. Con la sua esuberanza, il gusto luppolizzato scivola, con venature fruttate, su buona base di malto, nel pieno rispetto di un irreprensibile equilibrio. Il finale appare invece un po’ timido tra le note erbacee e speziate di luppoli nobili. Le corte impressioni retrolfattive si svolgono all’insegna di una secchezza ai limiti dell’astringenza.
Thurn und Taxis Weissbier, hefe weizen di colore giallo dorato e dall’aspetto torbido (g.a. 5,3%). La carbonazione è piuttosto forte; la schiuma bianca, fine, compatta, cremosa, di buona durata. Il lievito sapientemente utilizzato dona un intenso aroma di banana matura e, tra le spezie, ben distinti chiodi di garofano. Ma non è tutto. Perché, non con eccessiva remissività, si levano dal sottofondo sentori di panificazione, caramello, miele e, soprattutto di erbe di campo apportatrici di una fresca ariosità. Il corpo medio tende al leggero, in una squisita consistenza acquosa. L’inizio del gusto è dolcemente maltato; poi cominciano a snodarsi le note di affumicatura, seguite a ruota da un tocco acido con sentore amaro morbido e piacevole. La briosa corsa regolare termina asciutta e agrodolce. Le sensazioni del retrolfatto si rivelano acidule e piccanti, fruttate e agrumate.
Thurn und Taxis Roggen, roggen bier di colore marrone rossastro e dall’aspetto intorbidito (g.a. 5,3%). È un prodotto piuttosto nuovo; ma non, come dichiara la pubblicità, “la prima birra di segale in 500 anni”, considerando il sahti dei finlandesi. Fu lanciata nel 1988 da una fabbrica di Schierling (in Franconia), di proprietà dei Thurn und Taxis e il cui edificio un tempo apparteneva a un convento del secolo XII. Fu ideata come variante della dunkel weizen, rispetto alla quale presenta una personalità maggiore. Viene elaborata con malto di segale (nella misura del 60%), d’orzo, di frumento e colorante, restando nell’ambito del Reinheitsgebot. Tutti gli ingredienti sono di provenienza locale e a coltivazione controllata. L’effervescenza decisa forma una spuma bianco sporco, poco cremosa e densa, di sufficiente stabilità. L’aroma sa tanto di lievito fruttato e malto granuloso; mentre, più in secondo piano, spirano sentori di banana e caramello avvolti in un secco alone di freschezza speziata. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza leggermente cremosa. Segale e pane nero conferiscono al gusto una dolcezza maltata, che vira verso note fiorite prima di venir fagocitata da una certa acidità fruttata con accento di fumo. L’asprezza del finale prelude a una discreta impressione retrolfattiva speziata e sottilmente amara di segale.