Numero 07/2024
12 Febbraio 2024
Il giro del mondo in… tante birre: Bulgaria
Tanti ormai sono i Paesi che abbiamo raggiunto saltando da una parte all’altra dell’Oceano Atlantico e anche questa volta il Giro del Mondo in Tante Birre non è da meno, oggi facciamo un salto in Bulgaria.
La più antica nazione d’Europa costituita nel lontano 681 che da allora non ha più cambiato il suo nome. I suoi confini custodiscono la città più vecchia del nostro continente, Plovdiv, fondata nel 4000 a.C. (v. foto seguente) e la sua storia vanta anche il primo impero europeo dopo la caduta di Roma. Addirittura, nella città di Preslav, è stato creato l’alfabeto cirillico.
La Bulgaria, per la sua posizione territoriale, è stata un fulcro culturale fondamentale del passato ma anche un intenso crocevia di popoli e civiltà. Il nome, infatti, deriva dal termine “bulgha” che in turco antico significa “mescolanza”. E proprio questo suo essere centrale ha rappresentato sia il suo punto di forza, toccando l’apice con i due Imperi omonimi, sia il suo punto debole, contesa da sempre dai Paesi confinanti.
Caduta sotto il dominio dei turchi per quasi 500 anni e poi assorbita dalla Russia sovietica, diventa Repubblica nel 1990. Rimasta ai margini da troppo tempo, fuori anche dalle rotte turistiche più battute, la Bulgaria è sicuramente da riscoprire, per rimanere affascinati dall’antico prestigio di questa terra. Un esempio? Sofia, la capitale, ospita 3 monumenti sorprendenti, simbolo della tolleranza religiosa della città: la cattedrale ortodossa Aleksandăr Nevski, la moschea Banja Baši e la sinagoga.
LA STORIA DELLA BIRRA IN BULGARIA
La presenza di birre in Bulgaria, così come quella del vino, risale ai tempi dei Traci, popolo di origine indoeuropea che abitò una vasta regione compresa tra la Bulgaria meridionale, la Turchia europea e la Grecia nordorientale. Secondo fonti greche dell’epoca, (V sec. a.C.), le donne e gli uomini traci erano grandi consumatori di birra, detta “brutos” o “bruton”. Non a caso la loro terra era considerata il granaio dell’Antica Grecia.
La storia delle birre moderne in Bulgaria inizia, invece, nella seconda metà del XIX sec. Dopo la conquista dell’indipendenza dall’Impero Ottomano (1879), un flusso costante di professionisti e lavoratori europei giunge qui per ricostruire il Paese. Portano non solo esperienza e novità ma anche tradizioni proprie. E così svizzeri e tedeschi aprono i primi birrifici. Dopo la Prima Guerra Mondiale se ne contano ben 20. Ma l’avvento del comunismo sovietico, nel 1944, da l’avvio alla loro nazionalizzazione con conseguente calo della qualità.
Il movimento craft arriva più tardi, rispetto agli Stati Uniti e all’Italia. In Bulgaria, dopo la caduta del Muro di Berlino, tanti giovani iniziano a viaggiare all’estero, entrando in contatto con nuove realtà, anche quella delle birre artigianali. Queste nuove esperienze si traducono in nuova linfa per la cultura birraria locale. Intorno al 2010, l’homebrewing esplode letteralmente, dando vita poco dopo ai primi birrifici artigianali.
Non posso dimenticarmi di altre due bevande amatissime dal popolo bulgaro: la “Rakiya” e la “Boza”.
La “Rakiya” è la bevanda nazionale, un’acquavite di frutta matura fermentata e distillata (uva, prugne, mele, pere o albicocche). Il contenuto in alcol arriva fino al 50% e se fatta in casa prende il nome di “Kazan”. Si serve ai pasti, durante le feste ed è un segno di benvenuto. In inverno si può bere calda con aggiunta di miele o pepe nero.
La “Boza”, invece, ha origini turche ed è un fermentato di frumento o miglio, acqua, zucchero e lievito. Può arrivare ad una gradazione alcolica dell’1%. È lievemente acidula, densa, di colore beige/marrone chiaro e si consuma anche a colazione insieme alla “banitsa”, torta salata ripiena di formaggio e yogurt.
5 BIRRIFICI DELLA BULGARIA CON…QUALCOSA IN PIU’!
Il trend mondiale viene confermato anche in Bulgaria, dove le birre industriali sono protagoniste. Da un lato, i colossi internazionali che si spartiscono la quasi totalità del mercato interno, dall’altro, decine di microbirrifici artigianali che si stanno facendo strada.
– Il birrificio più antico della Bulgaria: PIVOVANITSA KAMENITSA
È in attività fin dal 1881 ed è stato fondato da tre imprenditori svizzeri nella città di Plovdiv. Kamenitza è il nome della collina sulla quale sorge il birrificio. Nonostante, all’epoca, tutti bevessero solo Lager chiare, i tre soci creano le prime birre scure della Bulgaria, guadagnando successo e premi. Nel secondo dopoguerra il birrificio viene nazionalizzato, nel 1995 diventa proprietà della multinazionale belga InBev e dal 2012 appartiene al colosso americano Molson Coors. È uno dei birrifici più grandi del Paese, detiene circa il 18% del mercato.
KAMENITSA SVETLO: birra chiara a bassa fermentazione in stile Pils, dai tipici sentori maltati con un tocco di floreale. Immancabile l’amaro dato dal luppolo. Gradazione alcolica: 4,4%
KAMENITZA TAMNO: birra scura a bassa fermentazione tipo Dark Lager. Le note di maltate di caramello sono in primo piano, con un tocco di amaro. Gradazione alcolica: 6%
KAMENITSA BEZALKOKHOLNA: la prima birra analcolica della Bulgaria, prodotta a partire dal 2004. Gradazione alcolica: 0%
– Il primo birrificio artigianale della Bulgaria: PIVOVARNA 359
Fondato nel 2011 nella capitale Sofia. Dopo 2 anni, però, i soci prendono strade diverse e ora il marchio Divo Pivo continua a produrre birra artigianale sotto il nome del birrificio originale. Mentre White Stork Beer è un birrificio nomade (gipsy brewery) nato da questa divisione che gestisce anche il primo shop online di birra in Bulgaria (Pivoteka).
DDH: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle American Pale Ale. Una IPA con Double Dry Hopping di luppoli dal forte sentore agrumato. Gradazione alcolica: 4,5%
PORTER: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alle Porter anglosassoni. I malti sono i protagonisti con le tipiche note di cioccolato, caramello e biscotto. Gradazione alcolica: 5%
WEISS: birra chiara ad alta fermentazione di stampo bavarese. Rivisitazione di un classico con l’uso di una delicata luppolatura agrumata e americana. Gradazione alcolica: 4,5%
– Il birrificio artigianale bulgaro più “famigliare”: RHOMBUS CRAFT BREWERY
Fondato nella città di Pazardzhik da Temelko Pampov che nel 2013 crea l’Associazione degli Homebrewers bulgari. Gestisce il birrificio insieme al figlio Stoycho e alla nuora Gabriela. Il nome deriva dall’antico fiume Rhombus, oggi chiamato Maritsa, che scorre vicino all’azienda. Ma ha anche un altro significato: nella cultura bulgara il rombo rappresenta il legame di parentela. Il simbolo perfetto per un birrificio a conduzione famigliare. La gamma completa è composta da più di 40 birre!
BITTER SWEET SYMPHONY: birra scura ad alta fermentazione che si rifà ai Barley Wine americani, il primo prodotto in terra bulgara. Luppolatura agrumata e decisa che si mescola all’avvolgenza dei malti caramellati. Bevuta che riscalda. Gradazione alcolica: 13,3%
- BRETTISH: birra acida di color rubino, invecchiata per 3 anni in botti di rovere. Con aggiunta di frutti di bosco, ciliegie ed amarene. Le note fruttate si uniscono a quelle funky. Gradazione alcolica: 6,3%
ALOHA: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle India Pale Ale. 6 luppoli usati che sprigionano aromi tropicali e agrumati, ammorbiditi dal malto. Gradazione alcolica: 6%
– Il birrificio artigianale più “rock” della Bulgaria: METALHEAD BREWERY
Fondato nel 2018 a Burgas, città sulla costa del Mar Nero, da un gruppo di amici amanti, non solo della buona birra, ma soprattutto del rock e dell’heavy metal. Infatti, i nomi delle birre si ispirano ai titoli delle loro canzoni preferite. Nuovo progetto del 2023, la linea “Metalworks” che da libero sfogo all’estro dei birrai. Birre sperimentali dedicate a stili dimenticati oppure con ingredienti innovativi e stravaganti.
SWEET STOUT OF MINE: birra scura ad alta fermentazione che si ispira alle Stout anglosassoni ma anche ai Guns ‘n’ Roses. Nel bicchiere una crème brûlé con un pizzico di vaniglia, un dessert “imperiale” dal forte tenore alcolico, con aggiunta di lattosio vegano. Gradazione alcolica: 10,5%
METALWORKS GRISETTE RAKAU: birra chiara ad alta fermentazione tipo le Grisette belghe. Brassata con lievito belga e luppolata con Rakau, dove le note wild e speziate si mixano con quelle fruttate (albicocca e prugna). Acidula e dissetante. Gradazione alcolica: 4,3%
HOP SUEY: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle IPA ed alla musica potente dei System Of A Down. Una IPA con aggiunta di segale e di 5 luppoli che donano sentori tropicali ed esotici con un pizzico di pepe. Gradazione alcolica: 6,5%
– Il birrificio artigianale bulgaro più “libero”: GLARUS CRAFT BREWING
Inaugurato nel 2014 da due compagni di scuola: Deyan Ivanov, il birraio e Ivelin Dorovski. La sede si trova vicino alla città di Varna, affacciata sul Mar Nero. I due amici sono spiriti liberi, tenaci e avventurosi, proprio come l’animale che sta dietro al nome del birrificio. “Glarus”, infatti, significa gabbiano, il simbolo di libertà per eccellenza. Quasi tutte le birre prodotte richiamano il mondo anglosassone.
BLACK SEA: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle India Pale Ale. Le note agrumate e resinose dei luppoli sono bilanciate dai toni caramellati del malto. Gradazione alcolica: 6%
PALE ALE: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle Pale Ale americane grazie all’uso di luppoli statunitensi che donano sentori agrumati e freschi. La bassa carbonazione ricorda, invece, le bevute inglesi. Gradazione alcolica: 4,2%
PORTER: birra scura ad alta fermentazione di tradizione inglese. Protagonisti i malti con aromi di caramello, cioccolato e frutta secca. L’amaro dato dai malti torrefatti aiuta la bevuta. Gradazione alcolica: 6%
Scoprire le radici di un paese attraverso la storia della birra, per me, è veramente appassionante. Due mondi che sembrano lontani ma che in realtà si intrecciano profondamente, legati come sono alla vita delle persone. E anche la Bulgaria non mi ha deluso affatto, anzi mi ha incuriosito parecchio, soprattutto per l’antico splendore da rivalutare e per le nuove birre da assaggiare!
Alla prossima pinta!
Siti internet e pagine social di riferimento:
Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:
www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)
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