Numero 13/2024
25 Marzo 2024
Il giro del mondo in… tante birre: Cambogia
Ed ecco che il Giro del Mondo in Tante Birre ci porta di nuovo nel continente asiatico alla scoperta della Cambogia. Il toponimo deriva dalla lingua Khmer: Kampuchea significa “terra di Kamboja”, antico popolo nomade.
Territorio abitato fin dal 500.000 a.C., ha conosciuto grande prosperità ma anche profonde crisi. L’Impero Khmer durato dall’VIII sec. fino alla metà del XV sec. rappresenta il periodo più florido del Paese. L’apice, infatti, coincide con la costruzione del complesso religioso di Angkor Wat nel XII sec. dedicato a Visnù.
In seguito al suo abbandono, la città di Phnom Penh, un tempo conosciuta come la Perla d’Asia, viene nominata capitale (v. foto Palazzo Reale). La Cambogia diventa uno Stato cuscinetto sotto l’influenza dei regni del Vietnam e della Thailandia. Tutto cambia nel 1863, quando si trasforma in un protettorato francese, per fermare lo smembramento da parte dei due Paesi confinanti.
Dopo aver ottenuto l’indipendenza nel 1953, inizia un lungo periodo di instabilità politica e sociale. Il conflitto del Vietnam, l’ascesa dei Khmer rossi e la guerra cambogiano-vietnamita dal 1977 al 1991, portano con sé il dolore di centinaia di migliaia di morti. Quando si insedia il regime del terrore di Pol Pot, dal 1975 al 1979, il concetto di tempo viene, addirittura, eliminato. Niente ore, giorni o mesi. Per questo, ancora oggi, i cambogiani vanno pazzi per gli orologi. Questi decenni bui hanno lasciato profonde cicatrici nell’animo di questo popolo che ancora cerca di risollevarsi. Pacifico e assolutamente non violento, affronta la vita sorridendo perché ha conosciuto l’oscurità del male.
LA STORIA DELLA BIRRA IN CAMBOGIA
Prima di scoprire le origini della birra in Cambogia, è doveroso approfondire altre tradizioni locali legate al bere e alla convivialità.
Il tè cinese è la bevanda nazionale risalente all’Impero Khmer, anche se negli ultimi anni proprio la birra sta insidiando questa invidiabile posizione. Viene offerto all’inizio di ogni pasto, anche nei ristoranti. La varietà al gelsomino è la più consumata.
Molto popolare è anche il vino di riso, materia prima simbolo del Paese. Chiamato “Sra”, tradizionalmente fatto in casa, viene bevuto in occasione di feste e cerimonie, dai dubbi poteri curativi.
Ma torniamo alle nostre amate birre che, anche in Cambogia, hanno radici antichissime. La prima testimonianza scritta risale alla fine del 1200, ad opera del diplomatico cinese Zhou Daguan in visita alla corte dei re Khmer. Nelle sue memorie cita le birre locali a base di riso integrale (o riso cotto avanzato) e farina di palma da sago.
Questa birra di palma è tornata in auge da qualche anno. Ora viene prodotta dalla palma da zucchero e l’etichetta più famosa si chiama “Khmer”.
Le birre moderne, invece, hanno fatto capolino in Cambogia, a partire dagli anni ’60 del Novecento, sotto il regno di Sihanouk. Birre Lager dal gusto facile, leggere, di ispirazione tedesca sono entrate nel mercato grazie ad un’azienda di origine francese. Nel prossimo capitolo vi racconto tutto…
5 BIRRIFICI DELLA CAMBOGIA CON QUALCOSA IN…PIU’!
Protagoniste assolute del mercato della Cambogia sono le birre industriali, prodotte internamente e importate da colossi stranieri. L’onda Craft è arrivata, invece, solo intorno al 2007, dando vita, però, ad un vero e proprio volano di investimenti. Si può ben dire che i cambogiani amino la birra e, infatti, nonostante la popolazione sia un terzo di quella italiana, il consumo pro-capite è il doppio!
– Il primo birrificio della Cambogia: CAMBREW
Non solo è il più antico birrificio cambogiano, perché inaugurato nel 1965, ma è anche il più grande. La sede è nella citta costiera di Sihanoukville. Nato come “Société Khmère des Distilleries”, cessa l’attività nella prima metà degli anni ’70 a causa della guerra civile. Nel 1991 la compagnia malese “Cambrew Ltd.” acquisisce il birrificio. Un anno dopo stringe anche un accordo con il gruppo PepsiCo per imbottigliare e distribuire le sue bevande nel Paese. Nel 2019 entra a far parte del colosso danese Carlsberg.
ANGKOR: birra chiara a bassa fermentazione in stile Pilsner. La birra più bevuta in Cambogia. Prodotta con aggiunta di mais. Leggera, dal gusto più maltato, più “dolce” rispetto allo stile nativo. Prende il nome dal famoso complesso di templi del periodo Khmer. Gradazione alcolica: 5%
ANGKOR EXTRA STOUT: birra scura ad alta fermentazione di ispirazione irlandese. Protagoniste le note maltate più tostate che ricordano il caffè e il cioccolato. L’alcol si sente e scalda. Gradazione alcolica: 8%
– Il primo microbirrificio artigianale della Cambogia: MUNICH MICROBREWERY
Fondato nel 2007 nella capitale Phnom Penh da un birraio tedesco. Fin dall’inizio propone solo due tipi di birra, facili da bere, vicini al gusto cambogiano: più dolci, leggeri e dal basso contenuto di alcol. Anche se la proposta non è ampia, è da premiare il coraggio di aver creato all’epoca un’alternativa alle birre industriali locali e straniere che occupavano tutto il mercato della Cambogia. Oggi è diventato un brewpub molto frequentato e popolare.
MUNICH GOLD: birra chiara a bassa fermentazione, una Lager di stampo tedesco ma tendenzialmente più dolce, con gli aromi maltati in primo piano e un tocco agrumato. Gradazione alcolica: 5%
MUNICH STOUT: birra scura a bassa fermentazione. Dark Lager dalle note tostate che ricordano il cioccolato e il caramello. Gradazione alcolica: 5%
– Il più grande birrificio artigianale cambogiano: KINGDOM BREWERIES
Fondato nel 2009 da investitori locali e stranieri, ha sede nella capitale. È il più grande birrificio artigianale del sud-est asiatico e si è specializzato anche come birrificio conto terzi per oltre 30 birrifici artigianali in Thailandia, Hong Kong, Singapore e Filippine. Produce anche sidro e hard-seltzer. Accanto al birrificio, la taproom dove ogni primo venerdì del mese si tiene l’evento “Thank God Is Friday” con birre e menù a prezzi speciali. Le birre Kingdom vengono distribuite anche dal birrificio Cambrew.
KINGDOM PILSENER: birra chiara a bassa fermentazione, ispirata alle Pils boeme ma con un tocco di americano dato dai luppoli usati. Gradazione alcolica: 5%
KINGDOM WHITE: birra chiara ad alta fermentazione, Un incrocio fra una Witbier belga e una Weiss tedesca. Dichiarato l’uso di lievito del Belgio, i sentori, invece, ricordano la banana e i chiodi di garofano, come da tradizione teutonica. Gradazione alcolica: 4,8%
KINGDOM IPA: birra ambrata ad alta fermentazione che si rifà alle West Coast IPA. Dal forte carattere fruttato, emergono note agrumate ed esotiche. Gradazione alcolica: 5%
– Il birrificio cambogiano più amato dagli homebrewers: CEREVISIA CRAFT BREWERY
Fondato nel 2013 nella capitale da Erich Phillips, texano d’origine e Chad Richman, l’amico birraio. Eric ha dato vita anche a “Craft Brewer’s Association of Cambodia”, la prima associazione nazionale di birrai artigianali. La missione del birrificio non è solo ampliare il mercato offrendo birre dagli stili innovativi, ma soprattutto diventare un punto di riferimento per gli homebrewers, rendendo così meno difficile la ricerca di materie prime e strumentazioni. Vista la scelta del nome del birrificio (Cerevisia significa birra in latino) anche il logo è in tema. Infatti, rappresenta un elmo di un soldato romano.
CENTURION: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle American Pale Ale. Predominanti le note agrumate e citriche date dai luppoli usati. Gradazione alcolica: 5,6%
KHMER HONEY BLONDE: birra chiara birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle Blonde Ale belghe con aggiunta di miele. Una bevuta profumata dalle note dolci. Gradazione alcolica: 4,5%
PRITENI: birra ambrata d’ispirazione irlandese. Il nome deriva dal primo popolo celtico della Britannia. Una Irish Red Ale dai toni maltati che ricordano il caramello e il biscotto, con un finale amaro e piacevole. Gradazione alcolica: 5,4%
– Il microbirrificio più “stellato” della Cambogia: HIMAWARI MICROBREWERY
Fa parte, dal 2012, dell’omonimo albergo a cinque stelle della capitale, inaugurato nel 2001 (Himawari Hotel Apartments). Il nome significa “girasole” in giapponese e rappresenta la serenità e l’allegria tipica dell’ospitalità cambogiana. Il mastro birraio Neo Say Wee, originario di Singapore, produce birre da abbinare ai piatti tipici serviti nel ristorante dell’hotel ma anche per soddisfare i palati “più internazionali” dei turisti e degli expat.
SUNNY PILSNER: birra chiara a bassa fermentazione ispirata alle Pils mitteleuropee ma con un tocco di Nuovo Mondo. Interessante, infatti, l’uso del luppolo Zappa originario del New Mexico che dona note tropicali. Gradazione alcolica: 5%
APSARA GOLD: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà allo stile Pale Ale. Viene definita Australian Pale Ale perché la ricetta prevede un mix di luppoli tra cui spicca il Nelson Sauvin. Delicate note di malto fanno da contraltare ad un amaro deciso. Gradazione alcolica: 5%
CENTENNIALE: birra ambrata ad alta fermentazione che rientra nelle American IPA grazie all’uso importante di luppolo Centennial. Note agrumate in primo piano. Gradazione alcolica: 6,5%
Il mercato delle birre in Cambogia è in rapida espansione, grazie non solo ad importanti investimenti, ma soprattutto ad un inaspettato entusiasmo dei consumatori locali che si stanno spostando sempre più verso l’ecletticità artigianale. Si stima, addirittura, che nel 2025, il mercato birrario supererà quota 2 miliardi di dollari.
Alla prossima pinta!
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Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:
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