Numero 28/2024

8 Luglio 2024

Il giro del mondo in… tante birre: Cina

Il giro del mondo in… tante birre: Cina

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Dal cuore del continente africano, il Giro del Mondo in Tante Birre si sposta verso Oriente per visitare il secondo Stato più popoloso della Terra: la Cina.

Sarà letteralmente impossibile raccontare questo immenso Paese in poche righe. Neanche fossi dotata del potere della super-mega-sintesi! E allora ho pensato di farvi scoprire la Cina attraverso alcune curiosità.

Avete mai letto o sentito la frase: “La Cina è vicina”? Nonostante sembri il presagio di un imminente pericolo, è un film del 1967 diretto da Marco Bellocchio. Il titolo riprende il motto usato dai gruppi maoisti italiani dell’epoca.

In effetti la Cina è vicina un po’ per tutti perché l’aeroporto Daxing della capitale Pechino è il più grande del mondo: la superficie è di circa 1 milione di mq e 100 milioni sono i passeggeri in transito. Grazie a questo prodigio dell’ingegneria, i turisti hanno la possibilità di lasciarsi incantare dalle numerose meraviglie del territorio. Non è un caso che abbia scelto proprio questo termine. La Cina, infatti, custodisce una delle sette meraviglie del mondo moderno: la Grande Muraglia. Costruita dal primo imperatore cinese Qin Shi Huang, a partire dal 214 a.C., per difendere i confini dall’invasione degli Unni siberiani. Lo stesso Qin ha realizzato, persino, il misterioso Esercito di Terracotta, uno dei 57 Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO in Cina. In questo campo, però, l’Italia è al primo posto con ben 59 siti!

Così con tutti i milioni di turisti che girano in lungo e in largo e con una popolazione che sfiora il miliardo e mezzo, cosa si nasconde dietro l’angolo? L’ingorgo più grande e duraturo della storia.

Siamo nel 2010, tra la capitale e la città di Huai’an. Durante la “Golden Week”, la settimana delle ferie nazionali istituita nel 2000, si forma, per 9 giorni consecutivi, una coda lunga più di 100 Km! E chi si lamenta più del traffico sulla Tangenziale di Milano o sul Grande Raccordo Anulare di Roma!

Sicuramente, però, chi era bloccato in auto non avrà patito la sete. La Cina, infatti, produce le birre più vendute e più popolari in tutto il mondo. Continuate a leggere e scoprirete questi marchi da record.

LA STORIA DELLA BIRRA IN CINA

Scoprire questo affascinante Paese non significa soltanto ammirare una delle culture più antiche del pianeta, ma anche trovarsi nella culla della birra. In Cina, infatti, sono stati ritrovati i resti più antichi, datati 7000 a.C., delle cosiddette “proto-birre”. Bevande fermentate a base di riso, miele, uva e biancospino.

Nel 1900, invece, si scopre che la birra, in passato, era preparata e consumata anche all’interno dei monasteri, pratica proibita dalle dottrine orientali… in teoria.

Nei pressi della città di Dunghuang, nella provincia del Gansu, infatti, esiste un sistema di quasi 500 templi scavati nella roccia conosciuti come “Grotte di Mogao”.

 

All’interno di una di queste, il monaco Wang Yuan-lu trova 50.000 manoscritti e altri oggetti risalenti circa all’anno 1000. Uno di questi è l’elenco contabile del monastero di Jingtu. Si rilevano le quantità di orzo o grano per produrre la birra (“jju”), e il suo utilizzo per celebrare riti religiosi, per accogliere gli ospiti di rilievo e per festeggiare la fine di lavori importanti per la comunità.

Le birre in senso moderno, invece, fanno capolino in Cina alla fine dell’Ottocento grazie ad inglesi, tedeschi e polacchi che fondano i primi birrifici.

Nel corso del XX sec., fra conflitti interni e mondiali, il consumo e le importazioni aumentano e nel secondo dopoguerra esplode, addirittura, l’export delle birre cinesi. La crescita esponenziale dell’industria locale fa da traino anche alla nascita di centinaia di piccoli birrifici. Un apparente trend positivo che, invece, nasconde un’arma a doppio taglio. Da un lato il boom della produzione e dell’offerta, dall’altro la qualità sempre più scadente.

Fortunatamente intorno agli anni Duemila, grazie alla presenza di espatriati e alla curiosità delle nuove generazioni, cominciano ad affacciarsi i primi birrifici artigianali, nonostante le difficoltà legislative e burocratiche. Le città che fanno da volano a questo movimento sono Pechino, Shanghai e Guangzhou, dove vivono americani ed europei.

E per finire, un breve cenno anche ad altre bevande tradizionali, tra cui:

: la bevanda analcolica nazionale, una vera e propria cultura. Addirittura, la celeberrima cerimonia del tè giapponese ha origini cinesi. Alimento, medicamento e simbolo (v. foto piantagione di tè a Yichang)

Baijiu: il distillato nazionale preparato con diversi cereali (riso, grano, orzo o miglio), può superare i 50 gradi alcolici. Forte ed aromatico.

Huangjiu: vino fatto con riso, miglio o frumento. Colore ambrato, sapore dolce, è usato anche in cucina. Se la birra è pane liquido, il “vino giallo” è un dolce da bere.

Mijiu: vino di riso glutinoso dall’aspetto trasparente, simile al Sakè giapponese. Di solito è servito caldo e viene usato in alcune ricette tradizionali.

 

6 BIRRIFICI CINESI CON…QUALCOSA IN PIU’!

Un mercato incredibile quello delle birre in Cina, infatti, è considerato il più grande al mondo seguito dagli Stati Uniti e dal Brasile. Di seguito un microscopico assaggio di alcuni birrifici industriali ed artigianali.

– Il birrificio più antico della Cina: HARBIN BREWERY

Nel 1900 il polacco Jan Wróblewski fonda ad Harbin, nella regione settentrionale della Manciuria, un birrificio che chiama con il suo nome. L’idea nasce per fornire birra ai lavoratori russi impegnati nella realizzazione della Ferrovia Orientale Cinese. Solo nel 1932, con la proprietà cinese-ceca, il birrificio prende la denominazione attuale. Negli anni ’50 Harbin Brewery viene nazionalizzato e dopo qualche tempo diventa il primo birrificio a sostituire il riso con il mais, per fronteggiare una dura carestia. Nel 2004 Anheuser-Busch rileva il birrificio. Ad oggi, Harbin è il quarto produttore di birre più grande della Cina.

 

HARBIN BEER: birra chiara a bassa fermentazione di ispirazione tedesca. La prima Lager prodotta in Cina. Classica bevuta facile senza pretese. Note erbacee e di cereale. Gradazione alcolica: 4,8%

HAPI: birra chiara a bassa fermentazione di ispirazione tedesca. Il nome è un gioco di parole: “Ha” sta per Harbin e “pi” significa birra in cinese, pronunciandoli insieme suona come “happy”. Lager super facile da bere. Gradazione alcolica: 4%

WHEAT KING: birra chiara a bassa fermentazione con aggiunta di frumento. Birra con sfumature più dolciastre e note di cereale in primo piano. Gradazione alcolica: 3,6%

– Il birrificio più grande e popolare della Cina: CHINA RESOURCES SNOW BREWERY (CR SNOW)

Birrificio inaugurato nel 1993 a Pechino, fa parte della holding statale China Resources che si occupa di energia, alimenti, costruzioni…Nel 1997 acquisisce il birrificio “Shenyang Beer Company” produttore del marchio Snow e inizia a collaborare con colossi internazionali del calibro di SABMiller e Heineken. Snow rappresenta una delle birre più economiche della Cina ma, soprattutto, la più popolare. Il fatturato del birrificio al 2023 si aggira intorno ai 5 miliardi di euro e la produzione nel 2022 ha superato quota 100 milioni di ettolitri! Ed è distribuita perlopiù in Cina…incredibile!

 

 

 

SNOW: birra chiara a bassa fermentazione. Il pilastro del birrificio, la più popolare e la più venduta. Classica Lager industriale. Gradazione alcolica: 4%

SUPERX: birra chiara a bassa fermentazione. La prima Lager del nuovo progetto per il mercato premium. Molto leggera e veloce, con note erbacee e di cereale. Gradazione alcolica: 3,3%

OPERA MASK: birra chiara a bassa fermentazione. L’etichetta e il nome sono un omaggio alle maschere dell’Opera cinese. Una versione più maltata delle precedenti. Gradazione alcolica: 3,2%

– La birra cinese più esportata nel mondo: TSINGTAO BEER 

Tsingtao Brewery nasce nel 1903 da una società anglo-tedesca, nella città di Qingdao sulle coste del Mar Giallo. Il nome è “Germania-Brauerei Tsingtao Co”. Dopo la seconda Guerra Mondiale, il birrificio passa sotto il controllo cinese e nel 1949, con la salita al potere di Mao Tse-Tung, viene nazionalizzato con il nome di “Birrificio Statale Tsingtao”. Dal 1954 inizia una massiccia esportazione che tocca quota 146 milioni di litri nel 1960. Agli inizi degli anni ’70 conquista il mercato statunitense e viene definitivamente privatizzato nel 1993. Dopo le incursioni finanziarie dei colossi industriali AB InBev e Asahi Breweries, ora è di proprietà cinese. È presente in più di 120 Paesi in tutto il mondo e rappresenta oltre il 50% delle esportazioni di birre della Cina.

TSINGTAO: birra chiara a bassa fermentazione. La birra cinese bevuta tutto il mondo. Classica Lager di stampo industriale, semplice e leggera. Gradazione alcolica: 4,7%

TSINGTAO STRONG: birra chiara a bassa fermentazione. Una Strong Lager con sentori maltati più biscottati e la nota alcolica ben presente. Gradazione alcolica: 8,9%

TSINGTAO STOUT: birra scura ad alta fermentazione ispirata alle Stout inglesi. Protagoniste le note di caffè e cioccolato, rinfrescate da un finale amaro. Gradazione alcolica: 7,5%

– Il primo birrificio artigianale cinese: BOXING CAT BREWERY

Fondato nel 2008 a Shangai da Lee Tseng, canadese originario di Taiwan, la chef Kelley Lee e il birraio americano Gary Heyne. Gli inizi non sono semplici a causa della crisi economica e della perdita dell’amico Gary che aveva dato, persino, il nome al birrificio guardando il proprio gatto giocare. Lee e Kelley non si perdono d’animo e chiamano un birraio danese. Da qui l’inizio del successo: arrivano i premi, crescono la popolarità e i numeri. La multinazionale belga AB InBev lo acquista nel 2017 e Boxing Cat diventa, così, il primo birrificio cinese del suo portfolio.

 

 

KING LOUIE: birra scura ad alta fermentazione ispirata alle Stout inglesi, è dedicata al gatto che ha dato il nome al birrificio. Vellutata, dalle note profonde di caffè e cioccolato, con note speziate e affumicate. Gradazione alcolica: 8%

RINGSIDE RED: birra ambrata a bassa fermentazione. Una Vienna Lager con i toni maltati in primo piano di caramello e biscotto. Finale amaro piacevole, bevuta facile. Gradazione alcolica: 5%

TKO IPA: birra chiara ad alta fermentazione. Una IPA americana da K.O. tecnico, come specifica il produttore. Luppolatura decisa dai sentori agrumati e tropicali. Gradazione alcolica: 6,3%

– Il primo birrificio artigianale della capitale cinese: GREAT LEAP BREWING

Nel 2010, Pechino vede l’apertura del suo primo birrificio artigianale. I fondatori sono due americani, Carl Setzer e Dane Vandenberg. Stanchi di bere birre tutte uguali, iniziano a prodursele da soli. Dopo neanche un anno, mollano il lavoro precedente per dedicarsi al birrificio. Questo cambio vita è proprio un “grande salto” (in inglese: great leap) che per la cultura cinese è, anche, simbolo di coraggio. Dote che non manca ai due amici che negli anni inaugurano quattro brewpub di successo. In gamma più di quaranta birre, molte delle quali presentano ingredienti locali.

 

 

HIDDEN NOBLE: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Session IPA. Per dare una spinta agli aromi dei luppoli, sono stati aggiunti fiori essiccati di crisantemo della varietà Hidden Noble. Gradazione alcolica: 4,7%

IRON BUDDHA BLOND: birra chiara ad alta fermentazione in stile belga. Blonde Ale prodotta con malti e luppoli locali. Particolare la nota floreale data dall’infusione di tè Oolong Iron Buddha del Fujan. Gradazione alcolica: 6,3%

CINNAMON ROCK ALE: birra ambrata ad alta fermentazione, una specie di Spiced Beer con aggiunta di cannella del Vietnam e zucchero candito cinese. In primo piano note speziate e maltate. Bevuta dolcemente avvolgente. Gradazione alcolica: 6,2%

– Il birrificio artigianale “più piccolo” della Cina: 12SQM BREWING

Raphael Vetri, chef originario del Belgio, si trasferisce a Shanghai nel 2008. Dopo aver seguito un corso per homebrewer, nel 2017 apre il suo microbirrificio di soli 12 mq, nel retro di una pizzeria. Anche se dal 2019 Raphael trasferisce l’impianto in una sede più ampia, il nome è legato sempre al suo punto di partenza. Essendo chef produce birre anche con ingredienti locali per creare il giusto abbinamento con la cucina asiatica.

 

 

THE TRAP IS THERE: birra ambrata ad alta fermentazione in stile belga. Una Dubbel fatta con zucchero candito scuro dove i protagonisti sono gli aromi maltati e quelli fruttati. Gradazione alcolica: 7,8%

LIGHTNING: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle Session IPA ma con un tocco esotico. Viene aggiunto, infatti, il pepe di Sichuan che amplifica la freschezza della bevuta. Gradazione alcolica: 5,4%

DEVIL: birra ramata ad alta fermentazione d’ispirazione belga. Una Saison aromatizzata con arancia rossa, dove il tipico aspetto acidulo è arrotondato dai malti utilizzati. Gradazione alcolica: 6%

 

Se nei primi anni Duemila, i birrifici artigianali occupavano solo l’1% del mercato, oggi esistono più di 13.000 realtà. Qui, in Cina, l’interesse verso birre non omologate, più legate al territorio e, quindi, più vicine alle nuove generazioni, sta influenzando anche il comparto industriale locale. Un esempio su tutti: Tsingtao Brewery e il progetto West Coast Craft Beer Garden, un brewpub pazzesco dove poter gustare solo birre artigianali.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.snowbeer.com.cn

www.tsingtao.com

www.facebook.com/boxingcatbrewery

www.greatleapbrewing.com

www.12squaremeters.com

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!