Numero 12/2025

22 Marzo 2025

Karl Strauss Brewing Company: un viaggio alla scoperta degli USA

Karl Strauss Brewing Company: un viaggio alla scoperta degli USA

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Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

San Diego, California/USA
Microbirrificio in una città che, sino al 1988, non aveva una birra locale dalla fine del proibizionismo.
Chris Cramer e Matt Rattner, ex compagni di stanza del college, rimasti affascinati da un brewpub durante un viaggio in Australia, tornarono a San Diego con l’intenzione di aprire anche loro un’attività del genere, potendo contare su un cugino di Chris, Karl Strauss.
Karl Strauss era il secondogenito del presidente della Feldschlösschen Bräu di Minden. Laureatosi alla Weihenstephan, cominciò a lavorare presso diversi birrifici tedeschi. Ma, essendo di famiglia ebraica, nel 1939 fu costretto a emigrare negli Stati Uniti.
Fu subito assunto dalla Pabst Brewing Company di Milwaukee, nel Wisconsin, diventandone, nel 1960, vicepresidente della produzione. Nel 1983 andò in pensione, e iniziò a fare il consulente per grandi e piccoli birrifici in tutto il mondo.
Nel 1987 si trasferì a San Diego per dare una mano al cugino. Nasceva così in Columbia Street, nel 1989, il brewpub Karl Strauss Brewing Company, col suo nome appunto. E ne fu lui il birraio, fino al 2006, quando morì alla veneranda età di 94 anni.
Una lenta ma costante crescita portò, nel 1996, all’inaugurazione di una nuova e più ampia sede, in Santa Fe Street. Mentre continuavano a spuntare altre location in tutta la California meridionale (oggi se ne contano 11).

Karl Strauss Tower 10 IPA, india pale ale di colore oro con riflessi aranciati e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 7%). Con una moderata effervescenza, la schiuma bianco sporco fuoriesce non così ricca ma fine, pannosa, di buona tenuta e allacciatura. Caramello, frutta tropicale, miele, pesca, biscotti, mela, wafer, allestiscono un gradevole bouquet olfattivo sotto l’egida di pino, agrumi, resina, abete rosso, luppolo erbaceo. Il corpo medio ha la tipica consistenza a chiazza di petrolio. Dopo l’attacco dolce di malto biscotto, il gusto prende a snodarsi, in una morbidezza vellutata, tra le note equilibratrici del limone e della scorza di pompelmo. Nella sua secchezza ripulente, il finale reca una lieve acidità fruttata. Le lunghe, intense, impressioni del retrolfatto si ispirano a una resina aromatica piccante con una certa astringenza.
Karl Strauss Wreck Alley Imperial Stout, imperial stout di colore marrone molto scuro, quasi nero, e dall’aspetto opaco (g.a. 9,5%). Commercializzata nel 2014, appartiene alla serie di Big Beers dall’elevato contenuto alcolico inaugurata nel 2012. Il nome è quello dell’area a poche miglia dalla costa di Mission Beach, a San Diego, dove, con l’affondamento intenzionale di diverse navi, furono create scogliere artificiali e attrazioni subacquee. La realizzazione invece avviene con utilizzo di malti scuri e fiocchi d’orzo, luppoli americani Willamette e Bravo, fave di cacao e grani di caffè etiope. La carbonazione è abbastanza contenuta; la schiuma, beige tendente al marrone, sottile e cremosa, ma piuttosto scarsa ed evanescente. L’aroma, molto delicato, si esprime con un leggero speziato tra sentori fruttati e floreali. Il corpo medio ha una consistenza tra l’oleosa e l’acquosa. Nel gusto, note terrose e floreali, tostate e speziate, contrastano opportunamente la pesante luppolizzazione; mentre l’alcol fa sentire il suo calore, ma con discrezione. Il finale risulta alquanto fiacco, come se il suo compito si esaurisse nel ripulire a un dipresso il palato con la propria secchezza. Lungo ed etilico si rivela, da parte sua, il retrolfatto, con amare impressioni tostate e pressoché terrose.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.