Numero 04/2024

25 Gennaio 2024

Suntory Liquors Limited: uno sguardo al Giappone

Suntory Liquors Limited: uno sguardo al Giappone

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Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Osaka/Giappone
Nel 1899 Shinjirō Torii aprì a Osaka, nell’isola di Honshū, il negozio Torii Shōten per la vendita di vini importati.
Nel 1907 il negozio iniziò a vendere un vino fortificato, chiamato Akadama Port Wine.
Per espandere ulteriormente l’attività, nel 1921 Torii trasformò il negozio nella società Kotobukiya e, due anni dopo, costruì la prima distilleria giapponese di whisky di malto, la Yamazaki Distillery.
Nel 1924 ebbe inizio la produzione di whisky. Cinque anni dopo, avvenne la vendita di Suntory Whisky Shirofuda, il primo whisky single malt giapponese che, nel 1963, diede il nuovo nome all’azienda, Suntory appunto. Nello stesso anno, la Musashino Beer Facrory iniziò la produzione della Suntory Beer.
Nel 1997 la società divenne l’unica imbottigliatrice, distributrice e licenziataria giapponese dei prodotti Pepsi.
Nel 2009 Suntory diventò una società di partecipazione denominata Suntory Holdings Limited e stabilì: Suntory Beverage & Food Limited, Suntory Products Limited, Suntory Wellness Limited, Suntory Liquors Limited, Suntory Beer & Spirits Limited, Suntory Wine International Limited e Suntory Business Expert Limited.
Sempre nel 2009, Suntory annunziò che stava negoziando una fusione con la Kirin, trattativa fallita l’anno dopo. Ancora nel 2009, acquistò Orangina, marchio del gruppo francese Orangina Schweppes, e le bevande energetiche della Frucor (filiale di Danone in Australia e Nuova Zelanda).
Nel 2013 debuttò nella borsa di Tokyo, raccogliendo quasi 4 miliardi di dollari.

Nel 2014 acquistò il più grande produttore americano di bourbon, la Beam Inc., ribattezzandola Beam Suntory e diventando così il terzo più grande produttore di alcolici al mondo. Nello stesso anno, acquistò i marchi Lucozade e Ribena della britannica GlaxoSmithKline.
Quanto all’attività birraria, con 8 milioni di ettolitri annui, Suntory figura al 30° posto tra i grandi produttori mondiali, con una quota di mercato dello 0,4%. Mentre in Giappone si distingue senz’altro dai concorrenti per la qualità dei suoi prodotti: decisamente morbidi e, cosa insolita per il Paese, di puro malto.
Suntory Malt’s The Draft, premium lager di colore giallo dorato (g.a. 5%); il prodotto di punta. Con una moderata effervescenza, la schiuma bianca sbocca fine, compatta, cremosa, e di appena sufficiente durata e allacciatura. Al naso, per la sua delicatezza, il malto appena si percepisce; mentre spirano, ugualmente, deboli ma persistenti, sentori dolciastri di cereali, contrastati energicamente, sino a venir fagocitati, da un luppolo floreale con sfumature erbacee. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza acquosa un po’ appiccicosa. Nel suo regolare percorso, un morbido gusto maltato viene costantemente attraversato da infiltrazioni amarognole che danno brio ed equilibrio alla bevuta. Il finale arriva pulito e secco, con qualche richiamo di cereali; ma sfocia in un corto retrolfatto resinoso dove si fanno ben valere le suggestioni amaricanti del luppolo.
Suntory Craft Select IPA, india pale ale di colore paglierino leggermente aranciato (g.a. 6,5%). Con una moderata effervescenza, la schiuma bianca fuoriesce fine, spessa, abbastanza persistente e di bella allacciatura. Anche l’aroma si apre piuttosto tenue, comunque pulito e fresco, a base di malto dolciastro, caramello, agrumi, cereali, pino, citronella, resina, biscotto, luppolo erbaceo: tutti gli elementi ad apportare il loro contributo per un delicato bouquet di gradevole finezza. Il corpo medio presenta la tipica consistenza a chiazza di petrolio. L’imbocco è ispirato a un malto dolciastro, supportato da caramello, polpa di agrumi e frutta tropicale; ma pian piano emergono le note sempre più amare di un luppolo a base di erbe con cui si chiude la corsa abbastanza lunga e regolare. La sufficiente persistenza retrolfattiva, nella sua secchezza, prosegue con intense impressioni amare, di resina e scorza di pompelmo.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.