Numero 14/2019
3 Aprile 2019
Acido Acida: l’intervista con Davide Franchini, per scoprire il dietro le quinte dell’evento!
Dura “solo” quattro giorni, ma richiede praticamente un anno di lavoro: stiamo parlando di Acido Acida, il festival delle birre britanniche – ormai non più solo sour – che si terrà a Ferrara dal 25 al 28 aprile. E ciò che colpisce di più nel parlare con Davide Franchini, l’organizzatore, è la cura e l’impegno con cui si dedica per mesi alla preparazione della kermesse. Ci siamo fatti raccontare qualcosa di più rispetto a tutte le informazioni che già trovate sulla pagina Facebook di Acido Acida: perché, si sa, non c’è nulla come fare quattro chiacchiere con la mente pensante del tutto – anche se lui nicchia, e ribadisce che non potrebbe fare nulla senza tutti coloro che lavorano con lui alla buona riuscita della manifestazione.
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Quest’anno si torna al chiostro di Santa Maria della Consolazione: quali sono le cose che “ritroveremo”, al di là della location, e quali invece la principali novità 2019?
Il Chiostro di Santa Maria della Consolazione gode di una collocazione strategica e di un’ottima fruibilità degli spazi: per cui riportare lì Acido Acida – peraltro dopo i lavori di restauro, che lo hanno reso ancora più interessante – è per noi un grande piacere. Il festival rimane, e anzi diventa sempre di più, una vetrina mondiale per i birrifici della Gran Bretagna: cambierà nella forma, ma non nella sostanza, rimanendo l’unico festival fuori dall’Isola dedicato alle produzioni anglosassioni. Con il 2019 abbiamo infatti terminato il traghettamento (durato due anni) da festival dedicato alle sole produzione estreme del Regno Unito a un British Beer Festival a tutto tondo: il che ci ha portato a ripensarlo anche sotto il profilo organizzativo, dividendolo per sezioni. Da una parte ci saranno così tre macro spazi dedicati alle nazioni: Inghilterra, Scozia e Irlanda. Dall’altra, tre tematiche: “Cask Yard” (dedicata appunto alle produzioni in cask), “Partizan Mixology” (dedicata a birre ispirate dai cocktail prodotte dal birrificio londinese in collaborazione con bartender di fama mondiale), e “Tales from the Wood” d(ove troveremo birre maturate in botte e rarità create per l’occasione). Altra nota di continuità con il passato è la presenza del Beershop 2 Gobbi che, con la collaborazione dei nostri amici dei birrifici BioNoc? e Antica Contea darà spazio a produzioni internazionali.
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Settore che si amplia sempre di più – non tanto nella quantità, quanto nella ricchezza dei contenuti – è quello dei laboratori: che cosa troveremo quest’anno?
Quest’anno i laboratori saranno due: un numero che a prima vista può apparire esiguo, ma che riflette appunto il fatto che abbiamo preferito concentrarci sul fatto di dare ampio spessore a pochi momenti significativi – il primo venerdì 25 alle 17, e il secondo sabato 27 alla stessa ora. A corollario della sezione “Tales from the Wood” proporremo una degustazione guidata di quattro birre a cura di Simone Nicoletto e Nicola Coppe, due dei più promettenti esponenti della nuova scena brassicola italiana. “La contaminazione italiana nel mondo craft inglese”, invece, approfondirà l’esperienza professionale di cinque birrai italiani in quattro diversi birrifici inglesi – Vincenzo Conte di Brewhedz (Londra), Daniele Costa Zaccarelli di Ora Brewing (Londra), Mario Canestrelli di Baybrooke Beer Company (Market Harbour), ed Emanuele Mazza e Stefano Bisogno di Croft Ales (Bristol). Ognuno porterà una propria birra da degustare, sotto la guida di Chiara Andreola e Pietro Garoia. È un progetto a cui teniamo in modo particolare e a cui stiamo lavorando già da quasi un anno, visitando personalmente i birrifici. Ricordo che i laboratori sono su iscrizione, inviando una mail a ilmololive@libero.it
Ad Acido Acida sono sempre numerosi gli ospiti, sia italiani che stranieri: chi saranno quelli di quest’anno?
A differenza degli anni scorsi, la prossima edizione accoglierà esclusivamente rappresentanti di piccoli birrifici inglesi. Nell’ultimo anno, come sempre, abbiamo visitato il territorio inglese da nord a sud, da est a ovest, alla ricerca di realtà sconosciute per offrire sempre l’esclusiva in Italia: e su queste abbiamo quindi deciso di concentrarci. Avremo ospiti , oltre ai birrai già citati, quelli di Old Dairy Brewing, Anspach & Hobday, Brew York, Wild Weather Ales, Electric Bear Brewing e The Ilkley Brewery; più molti altri birrifici presenti con le loro produzioni.
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Hai fatto diversi viaggi in Uk per preparare il festival: che impressioni hai avuto su come è accolto Acido Acida dai birrifici britannici, e sui legami che si creano tra Italia e Uk grazie al festival?
Per organizzare questa edizione abbiamo fatto sei viaggi in Inghilterra, partecipato a quattrp festival (London Craft Beer Festival, CAMRA’s Great British Beer Festival, Indyman Manchester, Craft Beer Rising) e visitato 25 birrifici. Si tratta di un progetto impegnativo ma che ci riempie di soddisfazione: con il passare del tempo ci siamo resi conto di come il festival stia acquisendo notorietà, e ci riempie di orgoglio venire contattati dagli stessi birrifici che desiderano essere coinvolti. Non sottovalutiamo poi quelle che sono le fondamenta del festival: il rapporto, che si consolida di anno in anno, con gli ospiti che si sono succeduti, e che costituisce la base delle edizioni successive e del coinvolgimento di nuove realtà.