Numero 16/2022
20 Aprile 2022
Ammalato di SLA ordina una birra grazie ad una tecnologia che legge nella mente
Nel 2015, ad un paziente tedesco, il cui nome resterà ignoto, è stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), quando aveva solo 30 anni. Sebbene l’attività cognitiva dell’uomo non sia cambiata dopo la diagnosi, la malattia gli ha causato la perdita di controllo muscolare.
Le sue condizioni sono migliorate negli ultimi anni, riesce anche a comunicare con i suoi parenti muovendo gli occhi, mentre i suoi cari gli mostrano le griglie di lettere apposite. Ora, però, all’uomo sono stati inseriti due microchip nella zona cerebrale che concerne il movimento. La sua famiglia temeva che non sarebbe stato mai in grado di comunicare, ma ora quelle paure sono solo un ricordo.
I chip registrano l’attività cognitiva e quando c’è un aumento di intensità viene riprodotto un suono che cresce insieme alla forza dell’impulso.
I ricercatori Ujwal Chaudhary e Niels Birbaumer hanno pubblicato i loro risultati su Nature Communications. Metodo Neurofeedback, è questo il nome della tecnologia che permette al paziente di vedere graficamente la propria attività cerebrale in tempo reale. Questa è una cosa straordinaria, perché così può imparare a controllarla e associare a determinate intensità di segnale specifiche richieste o parole.
Chaudhary ha detto che una delle prime frasi che il paziente ha pronunciato è stata: “Ragazzi, è molto facile da usare!”.
Sebbene il sistema gli consentisse di chiedere cibo e di trascorrere del tempo con la sua famiglia, c’era una cosa che chiedeva costantemente. “Molte volte sono stato con lui fino a mezzanotte, o oltre la mezzanotte. L’ultima parola era sempre ‘birra’”, ha aggiunto Chaudhary.
Il bello di vivere in questa epoca di grandi progressi tecnologici e medici è proprio quello di assistere a questi passi enormi.