Numero 04/2025

26 Gennaio 2025

Belgio: antitrust indaga il colosso della birra AB InBev

Belgio: antitrust indaga il colosso della birra AB InBev

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L’Autorità belga per la concorrenza (BMA) ha avviato un’indagine sul gigante della birra Anheuser-Busch InBev, in seguito alle denunce della Federazione dei distributori belgi di bevande (Febed) su un possibile abuso di posizione dominante sul mercato. La federazione denuncia un comportamento anticoncorrenziale attraverso accordi di acquisto esclusivo, compressione dei margini e sistemi di sconti. L’azienda nata dalla fusione tra la belga inBev e l’americana Anheuser-Busch controlla, tra gli altri, i marchi commerciali Stella Artois, Beck’s, Quilmes, Corona e Budweiser.

La Febed accusa AB InBev di abusare della sua posizione dominante sul mercato per eliminare i concorrenti. Secondo la federazione che rappresenta 200 commercianti indipendenti di bevande, i punti vendita godono di condizioni di acquisto migliori rispetto alle birrerie e i commercianti riceverebbero sconti più elevati quanto più prodotti AB InBev vendono. Questo andrebbe a scapito dei birrifici più piccoli e dei fornitori alternativi. Inoltre, secondo l’azienda, i contratti di esclusiva per il settore horeca eluderebbero le normative europee.

AB InBev nega le accuse, affermando che i suoi contratti di acquisto e gli sconti sono in linea con le normative belghe ed europee. In effetti, il gigante della birra sostiene di avere “i contratti di acquisto di alcolici più flessibili del Belgio”, come riporta l’agenzia di stampa belga VRTNWS. “L’attuale sistema di sconti per i rivenditori di bevande risale al 2023 ed è stato rivisto in anticipo dalla BMA”, ha dichiarato il portavoce Aron Wils. Tuttavia, la BMA afferma di vedere “seri indizi” di possibili violazioni.

AB InBev è già stata oggetto di un’indagine sulla concorrenza: nel 2019, la Commissione europea ha imposto una multa di 200 milioni di euro per pratiche che hanno ostacolato il commercio transfrontaliero tra Belgio e Paesi Bassi. Se AB InBev verrà giudicata nuovamente colpevole, potrebbero seguire sanzioni severe che rischiano di alterare drasticamente le dinamiche di mercato.

 

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