Numero 27/2023
3 Luglio 2023
Birra Castello: in prospettiva l’abbandono del Friuli per investire a Belluno
Vendita a una multinazionale dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro e trasferimento dell’intera attività nella fabbrica di Pedavena, che diventerebbe il cuore pulsante del Gruppo Castello. Sarà un’estate di grandi manovre finanziarie per il management friulano, coordinato da Eliano Verardo, con il supporto del rinnovato cda alla cui guida c’è Enrico Buttironi.
Tocca a loro gestire questa fase cruciale della storia del gruppo, nato nel 1997, e che proprio nel 2022 ha toccato livelli mai raggiunti con fatturato di 123 milioni e una produzione di 1,3 milioni di ettolitri di birra. La strategia è di piazzare sul mercato internazionale entro l’anno lo stabilimento di San Giorgio di Nogaro, che ha una capacità produttiva di 800 mila ettolitri l’anno. Le trattative sono avviate e gli interlocutori potrebbero essere più di uno.
Sul piatto, il Gruppo Castello mette uno stabilimento che funziona bene, produce buone birre, ma con poca marginalità. La vendita permetterebbe ai soci del gruppo di monetizzare la vendita, riversando buona parte degli introiti su Pedavena, allo scopo di fare compiere alla storica fabbrica bellunese fondata dai fratelli Luciani un ulteriore salto di qualità.
D’altra parte il mercato ha dimostrato di premiare in modo crescente la qualità delle birre a marchio Pedavena. Da quando il Gruppo Castello rilevò la fabbrica salvandola dalla chiusura, i conti sono sempre andati migliorando. La produzione nel 2022 si è attestata attorno al mezzo milione di ettolitri, con gli impianti che hanno funzionato pressoché a pieno ritmo, trovando spazio anche per produzioni in conto terzi.
La concentrazione dell’attività su Pedavena porterà a diversi investimenti che andranno da qualche piccolo ampliamento della fabbrica (che in questi ultimi anni è stata ingrandita in verticale con il nuovo magazzino automatizzato), all’ottimizzazione della produzione.
Pedavena e Dolomiti sono i due marchi gioiello. Su di loro si concentreranno gli sforzi del gruppo, per valorizzare l’immagine e l’economia di birre gradite ai consumatori.
In Friuli resterebbero i dipendenti del settore amministrativo, che potrebbero gestire a distanza tutto ciò che è di loro competenza. Un modo per salvaguardare la forza lavoro ed evitare che queste persone debbano lasciare casa e trasferirsi. Nessun problema per il personale addetto alla produzione di San Giorgio di Nogaro, che sarebbe riassorbito dall’azienda che acquisterà lo stabilimento.