Numero 30/2021
26 Luglio 2021
Birra concentrata? Togliere l’acqua e ridurre impatto ecologico dei trasporti
Mentre nella scorsa primavera i leader mondiali tenevano un vertice virtuale sull’emergenza climatica, anche i membri di un altro importante gruppo internazionale erano impegnati a fare i conti con le emissioni di gas serra: i produttori di birra.
Il CEO di Heineken ha annunciato l’impegno dell’azienda a raggiungere la piena neutralità del carbonio entro il 2040. Altri produttori seguono in scia. In sintesi: una delle più antiche industrie si affanna per diventare (molto rapidamente) più verde. Come fare? Una possibilità sempre più menzionata di ridurre l’impatto di carbonio della bevanda è di rimuovere temporaneamente l’acqua (dal 90% al 95% di ogni birra).
Una possibilità prevede, come detto, la produzione della bevanda in forma concentrata, con acqua da aggiungere in un secondo momento.
Una società chiamata Sustainable Beverage Technologies (SBT) ha sviluppato BrewVo, una macchina che produce una versione di birra con molta meno acqua del solito. Il sistema utilizza un processo di “fermentazione nidificata” per produrre una sorta di “concentrato di birra”.
Innanzitutto, la macchina produce una birra standard. In seconda battuta rimuove l’alcol e infine aggiunge un nuovo lotto di mosto (il liquido zuccherino estratto dalla poltiglia di cereali) per produrre un’ulteriore fermentazione. Questo processo viene ripetuto più volte, ottenendo un concentrato viscoso che, secondo l’azienda, è molto più aromatico di una birra completamente idratata.
Dopo il trasporto, viene aggiunta l’acqua: il sacchetto con l’alcol viene rimescolato nel concentrato o lasciato fuori in caso di birra analcolica.
Le confezioni di birra “concentrata” hanno un sesto del peso e del volume, ed eliminano gran parte delle emissioni di gas serra legate a imballaggio, spedizione e refrigerazione.