Numero 03/2023
20 Gennaio 2023
Dubai: birra meno care grazie allo stop alla tassa sull’alcol
Dubai non era un buon posto per vendere e comprare alcolici. Le aziende del settore, per poter esporre i loro prodotti sugli scaffali dei supermercati e dietro i banconi dei bar, dovevano pagare una tassa del 30% sulla vendita che si ripercuoteva sui consumatori. Già, dovevano. Perché il 2023, per la lussuosa città degli Emirati Arabi Uniti, è iniziato con l’abolizione temporanea dell’imposta sull’alcol. Liberalizzazione, sì. Ma anche economia. Il governo locale, tagliando la tassa su birra, vino e distillati sino al 31 dicembre 2023, punta ad attrarre più turisti e residenti stranieri.
«Il comune di Dubai ha temporaneamente sospeso la riscossione della tassa del 30% dalle aziende produttrici di bevande alcoliche per un periodo di un anno dall’inizio del 01/01/2023 alla fine del 31/12/2023», si legge in un tweet della municipalità di Dubai. «Le società autorizzate a vendere nell’Emirato di Dubai sono state informate di questa decisione».
A Dubai gli alcolici erano piuttosto costosi: una pinta di birra arrivava a 14 euro, mentre per un calice di vino occorrevano almeno 18 euro. I distributori locali di alcolici hanno annunciato per primi la notizia, con la catena Maritime and mercantile international che ha scritto sulla sua pagina Facebook: «Ora puoi risparmiare il 30% della tassa municipale sulle bevande alcoliche».
Prima dello scorso 1° gennaio le licenze per i liquori dovevano essere rinnovate ogni anno e avevano un tempo di elaborazione di circa quattro settimane. Costo: 68 euro. Ora, invece, sono gratuite. Dubai è l’unico emirato degli Emirati Arabi Uniti che ha richiesto ai residenti di ottenere una licenza per gli alcolici per gli acquisti in negozio. In altri cinque emirati, tra cui Abu Dhabi, non era richiesta alcuna licenza. Nell’emirato più conservatore di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti, la vendita di alcolici non è tuttora consentita.
I residenti hanno accolto con favore l’eliminazione della tassa sull’alcol. Anche perché l’annuncio della municipalità di Dubai è arrivato mentre la vicina Arabia Saudita ha intensificato gli sforzi per soppiantare gli Emirati Arabi Uniti come capitale turistica e commerciale della regione. Gli Emirati Arabi Uniti ospitano una popolazione espatriata del 90% eterogenea e offrono da tempo stili di vita paragonabili a quelli del mondo occidentale. Dubai ha diversi bar, discoteche e ristoranti che servono alcolici, non è richiesto un abbigliamento tradizionale e tutte le principali religioni possono allestire luoghi di culto, mentre in Arabia Saudita e in altri stati del Golfo arabo non è concesso.
«Dubai si è chiaramente distinta per la velocità con cui il suo mercato turistico si è ripreso dalla pandemia», ha spiegato Karim Jetha, chief investment officer di Longdean capital, una società di gestione patrimoniale britannica con sede a Dubai. «La decisione di sospendere la tassa sugli alcolici segue le mosse per cambiare il fine settimana a sabato-domenica e l’ampliamento dell’accesso ai visti di soggiorno a lungo termine. Come collettivo, queste iniziative dovrebbero stimolare il turismo e incoraggiare più espatriati a pensare a Dubai come la loro casa».