Numero 36/2022
7 Settembre 2022
Giappone, pubblicità di Stato a supporto dei consumi di birra e alcolici
Nel Giappone del premier Fumio Kishida il fisco pare essere più importante della salute. Così il governo ha lanciato la campagna «Sake Viva» per indurre, con ogni mezzo, dal metaverso all’intelligenza artificiale (AI), i giovani nipponici tra i 20 e i 39 anni a bere più alcolici con l’obiettivo di aumentare le entrate dello Stato nel Paese dove tra Covid e diminuzione della popolazione i consumi di birra e alcolici continuano a calare nonostante gli inviti ammiccanti della pubblicità. Dalle imposte sugli alcolici derivava il 3% delle entrate nel 2011, scese a meno del 2% nel 2020, anno della pandemia. Il governo cerca di ridurre il proprio debito pubblico e l’incremento del consumo degli alcolci fa parte di questa strategia. Ma se i produttori di alcolici saranno contenti c’è chi storce la bocca come i rappresentanti delle associazioni contro l’alcol e l’economista Hidetomi Tanaka che ha giudicato «irresponsabile» l’iniziativa del governo, che invita, però a un consumo moderato: un milione di giapponesi soffre di alcolismo, per il ministero della salute. I partecipanti hanno tempo fino al 9 settembre per presentare progetti. Premiazione a novembre con un finanziamento dell’agenzia delle entrate.
Crisi sanitaria e calo demografico sono le cause del calo del consumo di alcolici nell’Arcipelago: per la Banca mondiale il 29% dei giapponesi ha più di 65 anni, il tasso di natalità è molto basso e si prevede che la popolazione potrebbe ridursi del 30%, scendendo a 90 milioni contro i 130 di oggi. In questo contesto il consumo di alcolici, in volume, è diminuito del 20%. Per la birra dal 1996 si è passati da 701 ettolitri a meno di 235.