Numero 24/2020
10 Giugno 2020
Heineken Italia per sostenere la ripresa del “fuori casa” mette al centro l’Università della Birra
Il lockdown provocato dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha messo in crisi diversi settori economici e tra i più colpiti c’è il canale ho.re.ca, ovvero il “fuori casa”. La sostanziale chiusura per più di due mesi ha a sua volta messo in crisi il mercato della birra: per il settore brassicolo bar, locali e ristoranti sono infatti un canale di vendita e di consumo fondamentale, sia in termini di volumi che di valore. La sfida della ripresa si presenta complicata dunque e per una realtà importante come Heineken la ricetta per superare la crisi passa da flessibilità e formazione.
“Il nostro Gruppo è molto impegnato in queste settimane per cercare di venire fuori da una crisi senza precedenti nel mondo del fuori casa, in cui siamo coinvolti sia in modo diretto che indiretto”. Commenta Wietse Mutters, amministratore delegato di Heineken Italia. “La situazione è complessa e necessita interventi su più fronti. Oltre alle azioni che svolgiamo come azienda, stiamo operando attraverso l’associazione di categoria in una direzione precisa a vantaggio del settore ho.re.ca. Insieme al mondo beverage e la federazione dei distributori, Italgrob, chiediamo un aiuto concreto e specifico in termini di liquidità e fiscalità. Inoltre la birra, unica bevanda da pasto in Italia gravata da accise, è una parte fondamentale nel business dei punti di consumo e quindi, se alleggerita da questo eccessivo peso fiscale, può generare marginalità aggiuntive necessarie ai bar, ristoranti e pizzerie per superare questa crisi”.
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Durante il lockdown diversi reparti del Gruppo hanno registrato un deciso e inevitabile calo delle attività. “Ma abbiamo utilizzato questo periodo per pensare alla ripartenza e a come sostenere il mondo del fuori casa”, spiega l’azienda, che ha redatto per tutti gli agenti della forza vendita e le persone dell’assistenza tecnica un vademecum con le indicazioni più importanti sulla sicurezza e i comportamenti da tenere in ufficio e fuori, con i clienti.
“Stiamo formando le nostre persone per adottare questi comportamenti ma anche per fornire giuste indicazioni, informazioni sulle normative in atto e best practice raccolte in Italia e in Europa ai distributori e ai punti di consumo che stiamo visitando, come per esempio l’opportunità di sfruttare al meglio le terrazze e gli spazi aperti che forniscono maggiori garanzie di sicurezza ai consumatori”, prosegue la nota dell’azienda.
Questo in quanto ogni situazione è diversa dalle altre. Nel settore del fuori casa ogni locale ha infatti necessità specifiche, anche a seconda della situazione in cui opera. Valutando caso per caso, Heineken ha ridotto la quantità minima di acquisto e la varietà del portafoglio proposto per essere più flessibile nella gestione delle vendite e aiutare i distributori a smaltire le giacenze.
“Abbiamo sollecitato, tramite AssoBirra, le istituzioni a rivedere aliquote iva e accise, partendo dal formato che caratterizza il fuori casa e l’esperienza birraria in questo canale: la spina. – spiega la nota di Heineken – Nello specifico, chiediamo da un lato l’istituzione di un credito di imposta sulla birra alla spina, per supportare concretamente i punti vendita valorizzando un formato particolarmente sostenibile dal punto di vista ambientale, dall’altro una progressiva riduzione delle accise nel prossimo triennio per supportare tutta la catena del valore del settore brassicolo”.
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Se da un lato le conseguenze provocate dall’emergenza sanitaria richiedono di lavorare in direzione di una maggior flessibilità, dall’altro sono anche un motivo in più per investire in formazione. Per Heineken l’Università della Birra – lanciata a inizio dell’anno scorso – è passata dall’essere un progetto strategico per il futuro a un aiuto concreto nel presente.
La formazione in aula sta subendo un periodo di stop forzato, ma l’Università ha approfittato di questo periodo per accelerare il percorso di digitalizzazione. E proprio la digitalizzazione dei corsi ha permesso di espandere l’audience sia in termini numerici che geografici. Un’offerta formativa ampliata con nuovi corsi, che in due mesi ha raccolto le adesioni di oltre 4.000 nuovi gestori di bar e locali in tutta Italia.
In questa fase l’Università sta sostenendo gli imprenditori del fuori casa fornendo loro informazioni pratiche su come gestire la ripartenza e riaprire il proprio locale in sicurezza. I contenuti digitali nascono proprio con l’obiettivo di aiutare i proprietari di bar, ristoranti, pizzerie, i camerieri e tutti coloro che lavorano nel settore e che, dalla ripresa, si sono trovati ad affrontare una nuova realtà. Sono tre le aree dedicate all’interno della piattaforma di formazione: “Quando apriamo come riapriamo”, che si focalizza sul nuovo setup del locale, l’igienizzazione degli impianti e il social distancing; “La gestione delle persone dopo il Covid”, a tema formazione, nuova organizzazione e motivazione dei collaboratori; “Asporto e delivery”, per parlare della ristorazione che cambia e delle nuove modalità di lavoro.
Con l’obiettivo di continuare a fornire formazione e supporto a tutti i clienti ho.re.ca, in questi mesi i docenti di Università della Birra hanno sviluppato inoltre “Pillole di formazione”, una newsletter che racconta la cultura birraria, le competenze commerciali e la gestione aziendale. Un appuntamento settimanale che permette di mantenere vivi i rapporti con gli oltre 6.000 professionisti della ristorazione iscritti.
Infine, in attesa di poter tornare in aula, l’Università sta preparando nuovi iter formativi specifici per ogni ruolo e mestiere dell’intera filiera di riferimento. “Una risposta concreta e puntuale ai tanti e specifici segnali provenienti direttamente dal mercato che, sempre più, palesano l’esigenza di saperi integrati”, spiega l’azienda.