Numero 17/2021
1 Maggio 2021
La birra al gusto di ‘cambiamento climatico’
Il cambiamento climatico non è un qualcosa di astratto e distante che riguarda qualcun altro, da qualche altra parte del mondo, chissà quando. Se non si interviene per frenarlo, ne sentiremo sempre di più gli effetti in ogni aspetto della nostra vita, compreso quando ci stapperemo una bionda. Il birrificio americano New Belgium Brewing ci dà un assaggio – letteralmente – del prossimo futuro che ci attende con la sua nuova birra al gusto di riscaldamento globale. Fa schifo, apposta e dichiaratamente, perché è stata prodotta con le materie prime di qualità scadente che saranno disponibili in un mondo stravolto dai mutamenti del clima. Un presagio e un monito in lattina, insomma.
Si tratta di un’edizione speciale a tiratura limitata della birra bandiera della casa, la Fat Tire, ribattezzata Torched Earth, ossia “terra bruciata”, con tanto di etichetta che evoca uno scenario apocalittico. Per realizzarla i tipi del birrificio hanno utilizzato acqua sporca di fumo come quella contaminata dagli incendi incontrollati, al posto dell’acqua pura; cereali resistenti alla siccità come miglio e grano saraceno invece dell’orzo; il tarassaco che cresce ovunque ed estratti di luppolo come surrogato del luppolo fresco, che sarà più difficile da coltivare.
Anche mettendoci tutta la competenza possibile, il risultato è una brodaglia scura, “amidosa” e affumicata. È tecnicamente una birra, dicono, ma non è granché. In fin dei conti non è nemmeno stata creata perché sia bevuta, ma per essere un esempio tangibile di come i cambiamenti climatici impatteranno sulla nostra vita quotidiana se non si agisce subito e su larga scala per limitare i danni. Ma chi volesse comunque provarla, solo negli USA, la Torched Earth sarà disponibile in un paio di birrifici di New Belgium Brewing e anche in vendita online.