Numero 49/2021
11 Dicembre 2021
Žatec Pivovar: il birrificio dedicato al luppolo
Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Žatec/Repubblica Ceca
Žatec (Saaz, in tedesco) si trova nel distretto di Louny, nella regione di Ústí nad Labem. Questa regione è famosa in tutto il mondo per il suo luppolo, risultato della combinazione del clima ideale con il suolo rosso scuro, ricco di ossido di ferro, che trattiene quindi l’acqua. Infatti i primi luppoli cominciarono a esser coltivati già nel 1004; e la loro esportazione fu uno dei motivi che resero per secoli Žatec una ricca città reale. Mentre si sviluppava di conseguenza l’attività brassicola.
Verso la fine del secolo XVIII, le 30 case di malto e le 4 fabbriche di birra non riuscivano più a soddisfare il fabbisogno di Žatec. Ma solo nel 1797 fu deciso di ricorrere a un nuovo birrificio.
La costruzione, su progetto dell’architetto Lorenz Rott, ebbe inizio il 20 giugno 1798 sul sito del castello reale che era stato distrutto.
Il 26 luglio 1800, con vista sulla città e sui campi di luppolo, entrava in funzione il nuovo birrificio che, l’anno successivo, già produceva 42 mila ettolitri.
Gradualmente ampliata e modernizzata, la nuova fabbrica decretò la chiusura graduale degli altri birrifici cittadini. Solo la Vývozní Dreherův pivovar PRATOK arrivò al 1948.
Dopo aver collezionato innumerevoli riconoscimenti internazionali, la Žatec Pivovar soffrì pesantemente la mancanza di investimenti durante gli anni comunisti. Finché, nel 2001, l’uomo d’affari locale Rolf Munding acquistò il birrificio dando inizio a un massiccio programma di investimenti. E Tomas Lejsek, uno dei migliori e più innovativi mastri birrai della Repubblica Ceca, seppe affrontare egregiamente la nuova realtà brassicola, riunendo nuove tecnologie, vecchi prcessi produttivi della birra e ingredienti puri.
Fin al 2014 il primo birrificio industriale burgher di Žatec appartenne interamente a Kordoni Holdings Limited di Nicosia, con proprietari sconosciuti. Poi la Carlsberg ne acquistò il 51% dalla società cipriota.
Žatec Blue Label (Bright Lager), czech pilsener di colore dorato paglierino (g.a. 4,6%). La carbonazione è media, ma morbida; la schiuma, chiara d’uovo, abbastanza generosa, sottile, cremosa, di notevole tenuta e allacciatura. L’aroma, piacevolmente fresco, si propone con un malto granuloso su fondo floreale di luppolo. Mais, grano, pane, mosto, biscotto, caramello, marzapane, da una parte e dall’altra, fieno, erbe, agrumi e un alito di spezie, si limitano al ruolo gregario, rispettivamente, del cereale e del rampicante. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza sufficientemente acquosa. Nel gusto, malto, pasta di pane, cereali, frutta secca, costituiscono la componente dolce, in contrapposizione a quella amara basata su note erbacee e floreali, terrose e speziate. Il finale, fumoso e secco, non dura tanto. Non certo più lungo si rivela il retrolfatto con le sue impressioni amarognole.
Žatec Celia, czech pilsener di colore giallo quasi pallido (g.a. 4,5%); conosciuta anche come Žatec Gluten Free Beer. È infatti una birra senza glutine. La carbonazione, da media a vivace, origina una schiuma bianca non così ricca, ma sottile, cremosa, sufficientemente stabile e aderente. Nel bouquet olfattivo spirano tenui, comunque persistenti, sentori di malto, fieno, grano, caramello, erba fresca, colla, paglia, luppolo floreale; mentre, più in là, compare qualche spunto vegetale e di carta. Alla leggerezza del corpo, fa da pendant una buona consistenza acquosa. Il gusto si rivela piuttosto semplice, e, ovviamente, molto delicato: dopo un inizio granuloso, croccante e dolciastro, prende via via note vegetali e succose per sfociare in un amarognolo finale erbaceo. Lo sfuggente retrolfatto appare piuttosto oleoso e maltato.
Žatec Dark, dunkel di colore marrone molto scuro, vicino al nero (g.a. 5,7%). La carbonazione è di media intensità, ma punge sulla lingua; la schiuma cachi sbocca enorme, minuta, spessa, cremosa, di buona tenuta e sufficiente allacciatura. L’aroma si apre asciutto e granuloso, a base di malto tostato, caramello, zucchero bruciato, frutta scura, orzo, cioccolato, pane di segale, mou, erbe, luppolo floreale. Il corpo medio mostra una certa tendenza al leggero, in una consistenza peraltro abbastanza acquosa. Nel gusto, la dolcezza del malto, delle noci, del caramello, dell’uva passa, dello zucchero di canna, è costantemente tenuta sotto controllo dalle note amare di un luppolo erbaceo per nulla disposto a tirarsi da parte. Il finale si rivela moderatamente secco e amaricante, con una lieve acidità da tostature. Impressioni fruttate e cioccolatose apportano un po’ di dolcezza nella discreta persistenza del retrolfatto.