Numero 32/2019

5 Agosto 2019

Angelo Poretti storia di un birrificio italiano

Angelo Poretti storia di un birrificio italiano

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Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

 Carlsberg Italia

Lainate/Italia

Angelo Poretti, di origini contadine, emigrò presto da Vedano Olona (dove era nato nel 1829) in Austria, dove da manovale passò a fare l’operaio nelle costruzioni ferroviarie e infine, pare, il titolare di una piccola impresa. Quando ritornò in Italia, nel 1876, aveva 47 anni, la moglie boema (Franziska Peterzilka) e un piccolo capitale (60 mila lire oro).

In Austria, in Baviera e in Boemia aveva conosciuto i migliori mastri birrai, diventandone amico e apprendendo così ricette e segreti del mestiere. Nulla di strano quindi se scelse di investire i risparmi di tutta la vita in una fabbrica di birra all’avanguardia, sul modello cioè di quelle che aveva visitato nelle sue peregrinazioni e che lo avevano fatto sognare a occhi aperti.

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.Profondamente legato alla propria terra, Angelo Poretti aveva anche nel sangue l’intraprendenza italiana che caratterizzò la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. E credeva, nonostante i tempi che correvano, in quell’impresa pionieristica: contava di diffondere la conoscenza della birra in Italia, reinterpretandola alla luce del gusto e della sensibilità degli italiani.

La scelta del posto cadde su Induno Olona, un piccolo centro della provincia di Varese, sulla riva sinistra del fiume Olona. Qui si potevano sfruttare durante l’estate le grotte della Valganna per la lagerizzazione; nonché il ghiaccio dei laghi di Ganna e di Ghirla per la conservazione della birra; ma, soprattutto, l’acqua della fonte della Valganna famosa come “fontana degli ammalati” per le proprietà curative. Angelo Poretti non ci pensò quindi due volte ad acquistare la fabbrica dismessa di amido Amideria del Dones e la fonte “miracolosa”. Fece quindi venire da Pilsen Emanuele Anger per un sopralluogo professionale. E l’esperto birraio ceco non poté che attestare la sussistenza delle prerogative per aprire un promettente birrificio.

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.Fu costituita la società tra Angelo Poretti e Angelo Nicora, e cominciarono i lavori per la costruzione dello stabilimento. Arrivarono poi l’impianto da Vienna e, da Pilsen, due bottai e altrettanti mastri birrai che assicurassero lo stesso metodo di produzione della loro terra.

Il 26 dicembre 1877 la birra era bell’e pronta. E, in capo a un anno, erano stati prodotti 1152 ettolitri, nelle due classiche tipologie dell’epoca: una chiara, del tipo di Pilsen; e una scura, del tipo di Monaco.

Alla morte di Angelo Poretti, nel 1901, subentrarono nell’attività, per mancanza di figli, i quattro nipoti: i fratelli Angelo e Tranquillo Magnani, Edoardo Chiesa e Francesco Bianchi, che continuarono egregiamente l’opera dello zio. Sicché l’azienda continuò a crescere, anche attraverso fasi di ampliamento e ammodernamento del birrificio, che culminarono con la costruzione di una “cantina torre” con sei piani di stagionatura e di una cantina di fermentazione in ebanite.

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Addirittura, nel 1905, per poter soddisfare la crescente richiesta di mercato, fu deciso di rinnovare l’impianto produttivo. Il progetto fu affidato a due architetti tedeschi, Bihl e Woltz, che realizzarono uno splendido stabilimento in stile liberty (Jugendstil). La nuova sala di cottura, con una capacità produttiva annua di 150 mila ettolitri, poneva la Poretti tra le maggiori birrerie d’Europa.

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La produzione nell’esercizio 1909-10 raggiunse i 53 093 ettolitri, e continuerà a salire negli anni successivi, superando anche il momento difficile della grande guerra. Nel 1922 l’impresa si trasformò in società anonima con un processo di rimodellamento gestionale e organizzativo.

Poi arrivò la recessione mondiale del 1929, e furono dolori per tutti. Già la situazione era diventata pesante per la morte prematura di due dei soci, in particolare Angelo Magnani nel 1925. Ma i superstiti, soprattutto Edoardo Chiesa, non si arresero davanti a un’azienda in grosse difficoltà. Addirittura, nel 1932, costruirono un nuovo grande stabilimento per l’imbottigliamento.

La grande crisi mondiale non accennava a rientrare: nel 1934 la produzione scese a 14 344 ettolitri. Nel 1935 gli audaci birrai furono costretti a puntare su un socio, un certo A. Weill, cecoslovacco di origine ebrea, che tre anni dopo scomparve per eludere le persecuzioni razziali.

Nel 1939 una nuova generazione di imprenditori lombardi, i Bassetti, proprietari del birrificio Spluga di Chiavenna (SO), risalente al 1840 e con il nome mutuato dall’alto passo alpino, rilevarono il birrificio Angelo Poretti. Anche i Bassetti seppero compiere il “miracolo” economico, portando la produzione a oltre mezzo milione di ettolitri. Crescita ottenuta spostando l’intera attività dello stabilimento di Chiavenna nell’impianto di Induno Olona e potenziando la struttura e la rete commerciale.

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Nel 1969 i Bassetti lanciarono il marchio Splügen Bock (protagonista tra l’altro di uno spot firmato Ermanno Olmi) e le prime birre dry; e, nel 1974, comprando lo stabilimento di Ceccano (FR) della Hemmel, misero le mani anche sul marchio Skol.

Poi, nel 1975, Aldo Bassetti stipulò un accordo con il gruppo danese United Breweries (nato nel 1970 dalla fusione della Carlsberg e della Tuborg, ma che dal 1987 sarà indicato semplicemente come Carlsberg) per la produzione e la commercializzazione in Italia dei marchi Carlsberg e Tuborg. Seguì la cessione al gruppo danese delle azioni, nel 1982, del 50% e, nel 1998, di un ulteriore 25%. Col 75% del pacchetto azionario, la Carlsberg trasformò la ragione sociale delle Industrie Poretti in Carlsberg Italia S.p.A., completando nel 2002 l’acquisto del capitale.

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.Iniziò quindi un lungo lavoro di ampliamento e ristrutturazione dello stabilimento che, pur nel rispetto della tradizione, divenne uno dei più efficienti e moderni d’Italia.

Verso la fine degli anni Ottanta cominciò la realizzazione di un aggressivo programma commerciale che prevedeva il rilancio dello storico marchio Splügen con una serie speciale di lager dalle attraenti innovazioni di packaging, come quella esclusiva di allora del tappo a vite per richiudere ermeticamente la bottiglia.

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Splügen. Splügen Fumée, ramata e lievemente affumicata, tipo rauchbier di Bamberga, prodotta con malto della Franconia appunto (g.a. 4,5%); sicuramente la più rappresentativa della gamma, ma ancora precoce per i gusti italiani dell’epoca. Splügen Rossa, di colore rosso ramato, robusta e intensamente fruttata (g.a. 7%). Splügen Scura, nera, in stile tedesco (g.a. 6%). Splügen Quinto, di colore giallo (g.a. 5%): la prima birra italiana ai cinque cereali (orzo, frumento, avena, segale e spelta).

Tra le standard invece, destinate ovvero al consumo quotidiano ma notoriamente di buona qualità, vanno ricordate tre lager chiare, tutte con la gradazione alcolica del 4,5%: Saint Louis, Neptun Krone Pilsner e Brüder Hof.

Mentre la Werner Brau (g.a. 4,5%) intendeva ricordare che la Poretti aveva introdotto nel nostro Paese la fabbricazione della pilsner a bassa gradazione.

Nel 2007, in occasione del 130° anniversario della fondazione, fu operato un restyling in cui lo stile liberty (che caratterizza gli edifici dello stabilimento e richiama l’epoca in cui le ex Industrie Poretti si affermarono sul mercato) conviveva coi nuovi elementi grafici: il logo, Birrificio Angelo Poretti, con soppressione del 1877 per le due bock; il collarino con la firma originale del fondatore; l’etichetta con, in basso, una vecchia immagine della sala di cottura.

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E naturalmente apparve, in edizione limitata, la birra commemorativa dei 130 anni (g.a. 5,5%). La ricetta, unica e tenuta gelosamente segreta, intendeva rifarsi allo spirito pionieristico e sperimentale di Angelo Poretti. Un prodotto pertanto, nel suo stile inedito, che sfuggiva a qualsiasi classificazione tipologica.

Non rimaneva che godersi una rara quanto coinvolgente degustazione, una volta ammirato quel caldo e omogeneo colore leggermente ambrato.

Sotto il controllo del gruppo Carlsberg Breweries A/S (DK), la Carlsberg Italia ha la sede amministrativa in provincia di Milano, a Lainate. Con la chiusura, nel 2008, dello stabilimento di Ceccano, tutta la produzione nazionale si è concentrata a Induno Olona.

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La produzione, che “viaggia” su 1 milione 90 mila ettolitri l’anno e pone la società al quinto posto per importanza nel nostro Paese (con una quota di mercato del 5.8%), comprende anche Carlsberg (in esclusiva per il canale Horeca, la versione All Malt Premium Beer, nella nuova ed elegante bottiglia con il logo in rilievo), Carlsberg Elephant e Tuborg Green. Con la scadenza poi della licenza di produzione e distribuzione per l’Italia dei marchi del gruppo francese Kronenbourg, la Kronenbourg 1664, dalla Peroni, è passata alla Carlsberg Italia.

La Carlsberg Italia distribuisce inoltre prodotti importati, del proprio gruppo o altrui (Carlsberg Special Brew, Feldsclösschen Alkoholfrei, i marchi Tucher e Grimbergen), per la diffusione dei quali ha favorito l’apertura di tutta una serie di locali a tema:

Osteria Birreria Poretti, birreria italiana con cucina

Tetley’s Pub, british pub

XXXX Land, australian pub

Tuborg Way Risto Pub & Pizza, catena di locali polifunzionali all’italiana, che accoppiano la birra alla pizza

Birrificio Angelo Poretti

Nuova linea basata sull’utilizzo di diversi processi di luppolizzazione per creare aromi e gusti diversi.

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3 Luppoli, standard lager di colore paglierino con pallidi riflessi dorati (g.a. 4,8%). La schiuma, a grana grossa, si rivela aderente, ma non di particolare tenuta. L’aroma, debolmente fruttato, propone un deciso malto con sentori vegetali. Il corpo leggero tende allo scarno e si snoda snello, frizzante. Il gusto sempre di malto, impresso da un moderato amarore, defluisce con freschezza verso il finale asciutto e a malapena erbaceo. Nella corta persistenza retrolfattiva rimane una suggestione amarognola.

4 Luppoli Originale, premium lager di colore paglierino (g.a. 5,5%). Ha preso il posto della Poretti Premium, realizzata con tecnologie di assoluta avanguardia ma secondo la ricetta del 1877. Il luppolo dell’aroma evidenzia qualche nota di foglie secche. Dal corpo leggero si sviluppa un gusto amabile che, verso il finale, viene imbrigliato dall’emergente rampicante. Il corto retrolfatto emana suggestioni aromatiche alquanto fruttate.

5 Luppoli Bock Chiara, doppio malto in stile bock, di colore dorato intenso (g.a. 6,5%). Reincarna la birra creata, su indicazioni emerse da accurate ricerche di mercato in Italia e all’estero, nel 1969 dal mastro birraio Hans Leutner. Doveva essere una birra di Natale; ma, grazie al successo ottenuto, entrò nel catalogo in pianta stabile. Per le sue elevate qualità riscosse i debiti apprezzamenti da parte della Monde Sélection nel 1988 e nel 1989. La spuma fuoriesce spessa, cremosa, anche se non dura più di tanto per la moderata effervescenza. L’aroma di malto si dimostra di media intensità, però molto pulito; e, soprattutto, non reprime le note floreali di luppolo. Nemmeno il corpo risulta proprio rotondo; in compenso, riempie la bocca con un generoso sapore di cereali sufficientemente equilibrato. Nel finale ritorna il rampicante che accusa, nella persistenza discreta, scarsa energia.

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.6 Luppoli Bock Rossa, versione ambrato carico e più strutturata della precedente (g.a. 7%). Anch’essa è una rielaborazione dell’altra birra di Natale lanciata nel 1982. L’effervescenza media sviluppa una schiuma fine e aderente, ma non così stabile. L’aroma è sottilmente dolciastro, di malto e di frutta secca. Il corpo, di pregevole struttura, alimenta un gusto di malto dal carattere deciso che permane a lungo nella sua pienezza. Senz’altro il finale costituisce la nota più lieta, con deliziose suggestioni di mela Golden e della crosta di pane. Nella lunga persistenza retrolfattiva compaiono gradevoli accenni amarognoli di tostatura.

8 Luppoli Saison Chiara, saison di colore dorato pallido e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 6%). Con un’effervescenza media, la spuma, fine e compatta, mostra ottima persistenza. L’aroma si apre con un luppolo erbaceo, fresco e pepato. Dal corpo strutturato prende il via un morbido quanto raffinato gusto di malto. La corsa termina con una briosa sensazione di agrumi che, nel discreto retrolfatto, diventa suggestione di crema di limone.

9 Luppoli Witbier, witbier di colore giallo paglierino (g.a. 5,2%). Utilizza principalmente il luppolo giapponese Sorachi Ace, scorze d’arancia di Curaçao e semi di coriandolo. L’effervescenza è moderata, con una schiuma sottile e aderente. Al naso si mettono subito in risalto odori acri di limone e di citronella. Il corpo, rotondo e fluido, alimenta un vivace gusto di malto che, con tendenza al dolce, sfuma infine in un languido retrolfatto amarognolo.

9 Luppoli Porter, plain porter di colore scuro (g.a. 5,5%). Con un’effervescenza moderata, la schiuma si alza fine, spessa e persistente. L’aroma è caldo, cremoso, con deliziosi profumi di cacao e caffè. Il corpo medio alimenta un gusto un po’ amaro dalle piacevoli venature di frutta e torrefazione che chiude la corsa imprevedibilmente asciutto, vivace.

9 Luppoli India Pale Ale, india pale ale ambrata (g.a. 5.9%); con moderata effervescenza e schiuma a grana minuta. Il luppolo Cascade utilizzato impreziosisce l’olfatto coi propri sentori floreali e di agrumi. Nel corpo, medio-leggero, il gusto è gradevolmente segnato dal luppolo con la sua venatura amarognola. Dal retrolfatto esalano suggestioni resinose e agre.

10 Luppoli Birra Champagne, birra in stile champagne di colore paglierino (g.a. 6%). L’effervescenza moderata produce un perlage vivace di apprezzabile durata e aderenza. L’attraente finezza olfattiva fa dono di sentori fruttati particolarmente asciutti. Il corpo, di ottima tessitura, spalleggia un gusto caldo e sensuale che lascia nella lunga persistenza retrolfattiva carezzevoli suggestioni di alcol avvolte in un alone di perfetta pulizia.

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.Selezione Angelo

Linea, in commercio dal 2013, con stili di stampo anglosassone ben caratterizzati.

Angelo Pale Ale, pale ale di colore delicatamente ambrato (g.a. 6,5%). Si offre con una bella schiuma cremosa e aderente; delicati aromi di luppolo legnoso; corpo sodo, di buona struttura; sapore, dal perfetto equilibrio tra cereale e amaricante, che chiude la corsa lasciando al palato un’indimenticabile sensazione di pulizia.

Angelo Brown Ale, brown ale tipicamente scura (g.a. 6,5%). Propone una generosa spuma durevole e aderente; aroma orientato verso i toni caldi, con netto sentore iniziale di mandorle e noci; corpo di pregevole consistenza; vivace gusto di malto dalle lunghe note di affumicatura e frutta; discreto retrolfatto brioso e amarognolo.

Le stagionali

Create in partenariato con Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana. Presentano una lieve opalescenza dovuta alla mancanza di filtraggio per mantenere il gusto pieno.

7 Luppoli Non Filtrata La Fiorita, specialità primaverile di colore chiaro (g.a. 5,3%); aromatizzata ai fiori di sambuco. L’effervescenza media genera una ricca spuma sottile e persistente. Al naso si fanno sentire le note fruttate, floreali e di luppolo, con una fragranza non comune. Da un corpo di ottima struttura prende quota il gusto leggero e frizzante, ancora di frutta, pieno e intessuto di deliziose venature speziate. Il retrolfatto si esalta con sufficienti sensazioni asciutte e pungenti, particolarmente rinfrescanti.

7 Luppoli Non Filtrata L’Estiva, specialità di colore lievemente dorato (g.a. 5,6%); con aggiunta di malto di frumento. Data la media effervescenza, la schiuma si alza generosa, morbida, e di buona aderenza. L’aroma è di un gradevole fruttato con “belle” note floreali. Benché strutturato, il corpo si rivela leggero e scorrevole. Il gusto accusa un amaro accentuato, ma sa coinvolgere il palato in lunghe suggestioni che ricordano fiori e frutta fresca.

7 Luppoli Non Filtrata La Mielizia, specialità ambrata autunnale (g.a. 6,3%); realizzata con aggiunta di malto di frumento e aromatizzata con miele di castagno. L’effervescenza è media; la spuma, sottile e duratura. Intriganti sentori speziati impreziosiscono l’aroma. Con un corpo strutturato, il gusto appare pieno, intenso, improntato a una piacevole dolcezza.

Non Filtrata Ai 7 Luppoli, strong vienna invernale di colore ambrato (g.a. 7%); con aggiunta di granturco. L’olfatto, di normale intensità, si esibisce tra i toni caldi del caramello, del tostato e dello speziato. Il corpo strutturato sostiene un gusto segnato delicatamente dall’intensa luppolizzazione; ma che scorre fresco, esuberante, intessuto di tocchi caramellati e frutta secca.

La Carlsberg Italia ha infine lanciato:

Tuborg Light, light premium lager (g.a. 3,3%). Con il 30% in meno sia di calorie che di carboidrati, si rivolge a chi, pur attento al benessere e alla forma fisica, non sa rinunziare al piacere di un’ottima birra. La lattina riporta persone che ballano e si divertono in un contesto metropolitano, secondo la nuova identità grafica lanciata dalla Tuborg (Second Generation).

Da ricordare, infine, l’innovativo sistema di spillatura sottobanco che utilizza fusti in PET senza aggiunta di anidride carbonica, DraughtMaster Modular 20. Rimane così inalterata, dal birrificio al bicchiere, la qualità della birra.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.