Numero 23/2019
3 Giugno 2019
Drive Beer: la fabbrica di birra Morena
Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Giovane realtà dell’industria birraria italiana. Lo stabilimento, in provincia di Potenza, fu costruito negli anni ’80 del secolo xx dal principe austriaco Windisgraetz della famiglia Fürstenberg che successivamente rilevò la Prinz Bräu. Nel 1994 il gruppo passò alla Labatte, in seguito alla cessione da parte della Interbrew di tutte le sue attività italiane alla Heineken, nel 1996 entrò a far parte della Heineken Italia.
Nel 1999 lo stabilimento di Balvano fu acquistato dalla famiglia Tarricone che produceva vino dagli inizi del secolo. Rimodernato e ampliato, la sua capacità annua fu portata a 600 mila ettolitri.
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.Attualmente la produzione arriva a 319 mila ettolitri, con un buon flusso di esportazioni verso Inghilterra, Irlanda, Grecia, Malta, Cina, Australia.
Partita alla grande, la Drive Beer s’impegnò in una partnership per la costruzione di uno stabilimento in Cina, e programmando un’altra fabbrica nel Daghestan. Poi penetrò nel mercato cinese tramite la Carrefour Pechino. Infine installò un’innovativa linea di produzione per infustamento in contenitori PET.
Utilizzando l’acqua purissima delle numerose sorgenti di una vasta area incontaminata e protetta della Basilicata, offre una gamma completa di birre per lo più a bassa fermentazione. Non solo ha lanciato sul mercato italiano nuove marche, si è anche mostrata molto attiva nella fabbricazione di prodotti a marchio privato della GDO.
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Birra Morena Puro Malto, lager di puro malto, di colore giallo oro (g.a. 5,2%). Viene preparata con un particolare procedimento che esalta il malto e stimola il fruttato. L’effervescenza è moderata, con una spuma aderente e di apprezzabile solidità. L’olfatto, dagli aromi di cereale, ma anche erbacei e floreali, si propone abbastanza complesso nella propria gradevole finezza. Il corpo possiede una scorrevole rotondità. Al palato, l’amaro non si mostra invadente, ma neanche troppo remissivo da lasciar campo libero al substrato di malto e di frutta. La discreta persistenza retrolfattiva elargisce nette impressioni erbacee.
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Birra Morena Classica, pilsner di colore dorato (g.a. 4,6%). Viene prodotta con purissima acqua di sorgente dal contenuto ideale di sali minerali e offerta in un’attraente bottiglia long neck. L’effervescenza decisa sviluppa una fitta corona di schiuma con durata notevole. L’aroma si apre deliziosamente fruttato. Dal corpo leggero e morbido emerge un gusto amaro all’assaggio, ma che va via via diluendosi. E il retrolfatto ha la persistenza sufficiente per emettere fresche sensazioni dolceamare.
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Ekò, lager di colore giallo oro (g.a. 4,6%); disponibile, oltre che in bottiglie, anche (unica in Europa) in fusti. La prima birra italiana prodotta con gli ingredienti di coltivazioni rigorosamente controllate e certificata dall’Istituto Bioagricert, è destinata ai consumatori amanti della natura e della genuinità. La schiuma emerge fine, stabile, aderente. L’olfatto si libera gradevole, e con elevata intensità. Non appare da meno il gusto, morbido e dall’equilibrio del tutto singolare: il dolce piacevole del malto, da una parte e dall’altra, l’amaro asciutto del luppolo giocano la “partita del cuore” a favore della bevibilità di un prodotto seriamente intenzionato a crearsi un proprio spazio nel mercato.
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0,0% Beer no Alcol, lager bionda assolutamente analcolica. L’aroma ha qualche lontano sentore di carota. Il gusto è piuttosto marcato dal malto senza la minima traccia di amaro da luppolo. Luppolo, che si fa vivo con note decise nel corto retrolfatto.
Morena Lemon, tipica radler chiara (g.a. 4,6%). L’aroma fruttato risente l’asprezza del limone. Il corpo medio scorre armonioso e fresco, esprimendo un gusto soffice, pulito, con un “sapiente” tocco di acidità dalle notevoli proprietà dissetanti.
Bag in Box
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La divisione New Project del Gruppo Tarricone, dopo anni di studi, ricerche e sperimentazioni, ha messo a punto un sistema unico al mondo per la birra alla spina.
Bene! La birra prodotta viene confezionata, non in fusti, bensì in Bag in Box “contenitore uso e getta”. Tramite poi una rivoluzionaria apparecchiatura, denominata MyBrewer e posta tra il Bag in Box e una qualsiasi colonna di spillatura, si può addizionare CO2 alla birra (pilsner, lager, puro malto, analcolica, ecc.) contenuta nel Bag in Box portandola al giusto grado di gasatura. E non solo. Se nel Bag in Box c’è una birra ad alta gradazione alcolica, con la riduzione della gradazione preimpostata, il MyBrewer diluisce la birra con acqua potabile di rete che esso stesso purifica. Addirittura si può creare la birra analcolica aggiungendo, per 1 litro di birra, 4 litri di acqua. Ovviamente la birra ha lo stesso gusto di quella in fusti, col vantaggio di non avere sopra carbonazione, per cui anche la freschezza rimane inalterata nel tempo. Come non variano qualità e prezzo a fronte dei vantaggi che comporta il “giudizioso” sistema del Bag in Box.