Numero 47/2020
20 Novembre 2020
Homebrewing: i formati del luppolo!
Tag: impiego
Il luppolo, che ogni homebrewer acquista da siti specializzati in materiale birarrio, è commercializzato sotto varie forme. Questa piccola guida vuole aiutare che è alle prime armi nella scelta del formato più adatto alle esigenze di ciascuno.
Il luppolo usato nel brassaggio della birra è una pianta rampicante perenne che, come ognuno ormai sa, produce negli esemplari femminili dei fiori, detti coni, che contengono al loro interno le sostanze aromatiche responsabili dell’amaro e degli aromi che si ritrovano nella birra finita.
La forma più comune in cui si trovano commercializzati i coni è quella essiccata e sottovuoto. I coni sono confezionati in sacchetti di plastica inseriti a loro volta in una confezione di carta argentata che riporta nome della varietà e contenuto in alfa-acidi, essenziale per il calcolo dell’IBU o intensità di amaro. I formati vanno generalmente dai 100 gr ai 250 gr e la scadenza si aggira sui due-tre anni. Il formato dev’essere scelto in base alle vostre esigenze, tenendo presente che per produrre 23 litri di birra in genere si usano indicativamente dai 50 ai 90 gr di coni, a seconda dello stile scelto.
La conservazione è meglio effettuarla in frigorifero ed una volta aperta la confezione consiglio di richiudere tutto attentamente e scrivere sulla confezione la quantità di luppolo rimanente. Questo piccolo accorgimento vi permetterà di evitare sorprese ad una cotta successiva quando vi potreste accorgere che non c’è materiale sufficiente e non l’avete ordinato! Il luppolo in coni è molto facile da gestire durante la cotta perché esistono dei comodi sacchetti detti hop bag dove può essere inserito ed estratto a fine bollitura senza doversi preoccupare di filtrare. Gli hop bag si possono tranquillamente lavare e riutilizzare. Le ricette che normalmente si trovano in rete o sugli stessi siti di vendita tra l’altro fanno sempre riferimento al luppolo in coni.
La seconda forma in cui è venduto il luppolo è quella dei pellets. In questo caso i coni essiccati sono polverizzati e compressi, senza aggiunta di alcuna sostanza chimica legante. Si presenta sotto forma di piccoli cilindretti ed un suo indubbio vantaggio è quello di occupare poco spazio rispetto ai coni. Anche la conservazione è migliore rispetto ai coni, perché la compressione fa sì che sia meno soggetto all’ossidazione. Uno svantaggio (grosso secondo me) è che questi pellets, una volta introdotti nel mosto in bollitura si disfano completamente, diventando polvere che alla fine del processo dev’essere rimossa. Le tecniche sono abbastanza complesse e vanno dall’uso di colini a trama fitta al whirlpool (rimandiamo a testi più specifici le spiegazioni di questa tecnica). Se decidete di usare il luppolo in pellets ricordatevi che la resa è maggiore di un 10-20 % rispetto ai coni, e questo aspetto va tenuto presente nel calcolo dell’IBU.
Un ultimo formato, ormai credo introvabile, è quello dei plugs, pastiglie di luppolo compresso del peso standard di 14 gr. Formato che permetteva un calcolo facile della quantità senza ricorrere a bilance, ma che non permetteva di usare quantità che non fossero multipli di 14.
Come al solito, nell’homebrewing, l’importante è sperimentare, per cui il mio consiglio non può essere che quello di provare tutto quello che il mercato ci offre e trovare la soluzione adatta a noi.