Numero 43/2017
28 Ottobre 2017
I Contrabbandieri di Birra: Capitolo 54
CAMPO PARTIGIANO SEGRETO, BOSCHI ATTORNO A FOSSANO 23/08/1943
I mesi erano trascorsi.
L’assenza di un Leader, era stata superata dall’avvento di un nuovo Leader.
Giuseppe, dopo la dimostrazione di intelligenza e di abilità tattico-militare che aveva portato al salvataggio dell’intera famiglia del “Pera”, aveva dato nuovamente sfoggio delle proprie abilità in più occasioni.
Altre missioni si erano susseguite,
altre vittorie.
Altri saccheggi più o meno importanti, ma comunque frustranti per i nazi-fascisti.
Con il nuovo Capo, il gruppo aveva iniziato ad addestrarsi giornalmente, in modo da essere pronti a tutto.
In modo da poter sconfiggere qualunque nemico.
E con Giuseppe, il “tiro” delle missioni si era enormemente alzato.
Il gruppo di rivoltosi non si accontentava più di saccheggiare qualche spedizione poco protetta, guidata da semplici camice nere.
Gli attacchi, ora, si concentravano sugli edifici.
Edifici imponenti, importanti.
Lo scopo del gruppo era quello di minare la potenza e la credibilità dei Nazi-Fascisti nella loro zona, il fossanese.
Avevano attaccato le Poste centrali, dando fuoco a tutte le missive in esse contenute.
Nessun dispaccio era giunto in zona, ad ordinare ai fascisti che cosa fare. Niente edificio della Posta, niente missive.
Il Nemico, aveva dovuto riesumare il metodo “Morse” ma, anche in quel caso, il gruppo di Giuseppe, era riuscito ad intercettare i tralicci ed i cavi in cui scorrevano i messaggi criptati e, con sprezzo del pericolo, era riuscito ad inviare una serie di informazioni false che avevano portato come prodigioso risultato, quello di far inviare alcuni drappelli in missioni false; in bocca ai partigiani!
Giuseppe era riuscito ad organizzare una serie di agguati ed attentati che avevano causato decine di morti tra le fila Nazi-Fasciste. Alcune perdite si erano, com’è logico, registrate anche tra i ranghi partigiani ma, essendo la strategia magnificamente efficace, esse erano state minime, non raggiungendo neppure le dieci unità.
In quei mesi non solo il gruppo aveva trovato un nuovo capo, ma anche Beatrice e Giuseppe si erano riavvicinati.
Lei era bellissima.
Stupenda.
L’amore con lei era esattamente come Giuseppe ricordava: divino!
E lei….
E lei, ora, era incinta ed un grazioso pancino faceva capolino dai leggeri vestiti estivi.
In quelle settimane, una voce che stava girando per le vie della città, subdola e sempre più insistente, aveva messo sul “chi vive” il giovane Comandante.
Era strana, nel senso che non era verificabile.
Ma essa era sempre più insistente ed onnipresente sulle bocche di tutti…
Da Roma, giungevano notizie allarmanti per i Fascisti ed estremamente positive per i Partigiani.
Si sussurrava, facendo ben attenzione a non essere uditi da orecchie indiscrete, che…
Che il Duce…
Che il duce fosse in procinto di capitolare….
Non perché stesse perdendo in modo rovinoso la guerra, ma si vociferava di un prossimo, quanto mai gradito, tradimento.
Le spie partigiane a Roma, sostenevano che qualcuno di molto, ma molto vicino al Duce stesse per tradirlo.
Addirittura… sembrava che potesse essere un membro della sua cerchia più ristretta…
Forse, addirittura, un parente!
Giuseppe non voleva credere che l’Italia avrebbe potuto godere di una simile fortuna!
Ma… chi era lui per dubitare di così tante fonti, recanti tutte le stesse informazioni?
Era il momento di prepararsiper la battaglia decisiva.
Questo era quello che lui si aspettava.
Questo era quello che tutti i suoi compagni stavano aspettando.
Questo era quello che la grande maggioranza del Paese desiderava, anche se non lo diceva apertamente!
Giuseppe doveva prepararsi.
Sicuramente, se i fascisti si fossero arresi, i Nazisti non si sarebbero fatti arrestare con la stessa facilità.
Doveva essere pronto a tutto.
Lui ed i suoi uomini potevano divenire degli eroi.
Degli eroi che l’Italia, il Mondo, la Storia, avrebbero ricordato per secoli.
Oppure, se lui non fosse stato accorto, se avesse perso la lucidità…
Tutto sarebbe andato a rotoli!
Sarebbero morti tutti!
Avrebbe perso tutto…
Sua madre, ormai vecchia e stanca…
Suo fratello, che era divenuto un guerriero, superando i traumi vissuti in prigione…
E la sua Beatrice, così duramente riconquistata e così fondamentale per la sua vita, ancor di più ora che portava in grembo suo figlio!
Già, un figlio… un erede… il suo primogenito!
Doveva fare di tutto per lui, per il suo futuro!
Per garantire a tutti i nuovi nati un’Italia migliore, un’Italia finalmente libera!
Nella sua giovane e perspicace mente, un’idea geniale che avrebbe donato loro un vantaggio notevole!
Un sorriso.
Un foglio di carta ed una penna con calamaio.
L’idea prese forma.