Numero 45/2017
11 Novembre 2017
I Contrabbandieri di Birra: Capitolo 55
Giuseppe aveva convocato tutti i suoi capi brigata.
Tutti uomini fedeli, forti ed abili combattenti.
C’era anche suo fratello, in quel concilio ristretto.
Nel corso dei mesi anche il giovane aveva abbandonato i panni della vittima per far emergere l’uomo.
Le notizie che gli erano giunte da Roma erano allarmanti.
Forse vere, forse no.
Ma, a mano a mano che i giorni e le ore trascorrevano, esse divenivano sempre più insistenti e presumibilmente, reali.
Aveva convocato tutti i capi per informarli del suo nuovo piano.
Un piano che avrebbe, forse, posto fine alla presenza Nazista nel Fossanese.
Era ardito, questo senza dubbio.
Ma se avesse funzionato…
«Compagni! Vi ho convocato perché ho delle grosse novità!»
«Belle o brutte?» chiese Pietro.
«Se si avvereranno… bellissime!»
Un boato generale che venne, però, subito sedato dal leader.
«Ragazzi… se tutto ciò che sto per dirvi fosse vero… ci saranno delle ripercussioni… ed allora il “bellissimo” diverrà inferno!»
«Cosa?»
«Beh, allora… parla!»
«Sì, non tenerci sulle spine!»
«Beh… la guerra non sta andando come credeva Mussolini… sul fronte estero… beh, l’Italia sta collezionando una sconfitta dietro l’altra! Se non avessero i crucchi alle spalle, i fasci, sarebbero già caduti da un po’!»
«Nulla che non sappiamo già…»
«Entro i confini del Regno… beh, l’offensiva Alleata sta sortendo gli effetti desiderati e noi… beh, dal canto nostro, pure noi Partigiani stiamo lavorando bene contro al Regime!»
Un altro boato, che questa volta Giuseppe non zittì, si scatenò nella capanna.
Dopo qualche secondo di urla, risate e pacche sulle spalle per complimentarsi e lodarsi vicendevolmente, il gruppo tornò autonomamente all’ordine.
«Bene. Voci sempre più insistenti, parlano del malcontento della Corona. Si parla di una resa Fascista!»
«Sul serio?»
«Com’è possibile?»
«Questo è un sogno!»
Una sola voce non si unì al coro: quella di Pietro che, attirando tutti gli sguardi su di sé, disse:
«Io non ci credo! Non è possibile…»
«Capisco il tuo scetticismo, fratello… infatti ho atteso anche io di essere certo di questa cosa, prima di parlarvene!»
«E allora… spiegami una cosa: come facciamo a sapere noi, che siamo l’ultimo avamposto di confine con la Francia, ed invece a Roma, il Duce stesso non lo sa? »
«Ecco! Questa sì che è una domanda eccellente!»
«La cui risposta… è?»
«Il Re non è l’unico insoddisfatto… molti Gerarchi Fascisti stanno fiutando l’odore di sconfitta. E la sconfitta… sappiamo che vuol dire… la forca!»
«E’ quello che si meritano! Bastardi!» fu il coro.
«Signori… lasciate che vi spieghi, prima di intonare cori da stadio… siamo qui per parlare dicose serie!»
Tutti si zittirono, sentendosi colti in fallo.
«Pietro, sembra che Mussolini possa contare, ad oggi, su poche decine di gerarchi fedeli sparsi in tutta Italia… e sembra, inoltre, che per avere salva la vita, perfino a Roma siano restati in una Ventina di alti Gerarchi, dalla sua parte…»
«E gli altri? Mica si sono volatilizzati…»
«No… sembra che abbiano tradito… e che stiano dalla parte del più grande traditore della Storia, dopo Bruto, il figlio di Cesare!»
«Di chi stiamo parlando?»
«Di uno dei pochissimi uomini che può essere considerato insospettabile perfino dal Duce… sto parlando di Badoglio!»
Questa volta il boato fu di sorpresa.
Chi poteva immaginare che proprio un parente del Duce ordisse ed organizzasse un tradimento?
«Le tue fonti sono certe?»
«I dispacci mi sono pervenuti da più staffette provenienti da Torino. Tutti uomini fidati. E sono giunti assieme all’ordine perentorio di non parlarne con anima viva.»
«Ed allora, perché tu ne parli a noi?»
«Perché la restante parte di notizie non merita di essere taciuta. Voci altrettanto insistenti, parlano del fatto che, quando i fascisti si arrenderanno, i Tedeschi cercheranno di restare in Italia. Si dice che si stiano organizzando già ora per imbastire una carneficina… centinaia, migliaia di civili trucidati per mantenere il controllo del Nord Italia!»
«Oh cazzo!»
«Oh, mio Dio!»
«Converrete con me che non possiamo lasciarglielo fare, dico bene?»
Tutti, ovviamente, convennero con il loro capo.
«Cosa proponi di fare?»
«Ioe Pietro, prima di essere arrestati,contrabbandavamo birra… e ne producevamo una certa qualità,una birra particolarmente povera di bolle che i tedeschi adorano. Erano i nostri migliori clienti! Io vorrei produrre il più in fretta possibile una cinquantina di barili di birra, fare in mododi commerciarli con i Crucchi di Stanza a Fossano ed avvelenarli. Lo so che non è un modo eroico di condurre una battaglia… ma noi non siamo né soldati né eroi! Siamo solo uomini che lottano contro questo Stato corrotto e dittatoriale! Allora, che dite… ci state? Tenteremo di salvare centinaia di vite, uccidendo un bel po’di cani nazisti?»
Un altro boato, questa volta di acclamazione, si levò nella tenda.
Nonostante le sue frasi modeste che negavano ciò che era già, Giuseppe si apprestava a divenire un vero, autentico, eroe!