Numero 48/2017
2 Dicembre 2017
I Contrabbandieri di Birra: Capitolo 58
Era giunto il momento.
La birra era stata consegnata.
Solo un po’ di fortuna e tutto sarebbe andato come doveva andare.
Tutti i partigiani erano tornati a Fossano.
Tutti gli uomini, tutti coloro che potevano combattere!
La birra avvelenata era stata consegnata nella locanda di fiducia delle “SS” ed era pronta per essere servita.
Giuseppe ed altri cinque dei suoi erano nel locale.
Sorseggiavano della bionda bevanda, la stessa bionda che avevano consegnato quella mattina.
Quella che stavano consumando era, ovviamente, del tutto salubre.
Dovevano far terminare il fusto in tempo per l’arrivo dei tedeschi.
«Che diavolo stiamo aspettando, Giuseppe?»
«Aspettiamo che il nostro ignaro oste termini la birra e sostituisca il fusto con uno dei nostri».
«Ci sta impiegando molto…»
«Non tutti si possono permettere di venire ad ubriacarsi di mattina come noi!» scherzò.
«Quindi il tuo piano che cosa prevederebbe?»
«Facciamo in modo che i Nazisti bevano la birra avvelenata. Il veleno che abbiamo messo nella bionda è molto potente, anche se incolore ed insapore».
«Quanto tempo ci impiega ad uccidere?»
«Un paio d’ore. Dopo un’ora si iniziano a percepire i sintomi. la morte sopraggiunge tra atroci sofferenze!»
«E perché ora? Non potevamo ammazzarli prima?»
«L’armistizio è stato firmato. Ora i nazisti dovrebbero essere soli… pochi fascisti dovrebbero formare una specie di sacca di resistenza. Adesso siamo noi, l’esercito regolare e loro sono i ribelli!»
«Sì, ma che cosa ti fa credere che i tedeschi berranno?»
«Nel dispaccio che mi è giunto questa notte, era specificato che, con ogni probabilità, le SS hanno intenzione di fare una carneficina. Sentendosi traditi dagli italiani, hanno ricevuto l’ordine di uccidere quanti più Italiani riescano, mentre si ritirano».
«Bastardi! E quindi…»
«Sì! Dovremo combattere!»
«Ma sono in molti! E sono ben armati!»
«Siamo scesi tutti a valle per un motivo, non credi?»
«Ma loro sono…»
«Lo so anche io che sono le SS! So anche io che sono molto ben addestrati e molto meglio equipaggiati rispetto a noi!»
«E allora hai ben deciso di condannarci a morte? Ora? Proprio ora che abbiamo vinto la guerra?»
«No! Dovremo solo trattenerli!»
«In che senso?»
«I tedeschi amano bere la loro fottuta bionda prima di combattere e dopo aver combattuto! Quindi… diciamo che sono certo che molti di loro transiteranno di qui tra poco!»
«E chi non verrà?»
«Per almeno un’oretta dovremo combattere. Ho già dato disposizioni agli altri… per un’ora combatteremo, resisteremo… e quando il veleno inizierà a fare effetto… daremo loro il colpo di grazia!»
«E chi non verrà qua? Ripeto… mica tutti saranno degli ubriaconi…»
«I nostri fucili a qualcosa serviranno, no? Nel dubbio uccideremo anche un po’ di fascisti che tenteranno di proteggerli!»
«Questa è quindi la nostra battaglia finale?»
«Credo di sì!»
«Non so… e se andasse male?»
«Non sono arrivato fino a qui per perdere ora! O la vittoria, o la morte! Tutti con me?»
Il gruppetto di “generali” partigiani brindò.
L’oste, proprio in quel momento, quasi come gesto benaugurante, si accorse che il fusto di bionda era terminato.
Corse a sostituirlo.
Sul nuovo barile una “X” tracciata con vernice bianca, il segno distintivo che permise ai partigiani di riconoscere il barile come “avvelenato”.
Ed ecco, i primi tre soldati delle SS entrarono nel locale.
Di lì a poco la taverna ne sarebbe stata gremita.
I partigiani, come tutti gli italiani nel locale, si alzarono e si diressero verso l’uscita.
Quando in un locale entravano i Nazisti, era buona norma allontanarsi.
Uscirono senza destare il minimo sospetto.
Il piano stava prendendo forma.
La forma perfetta!
La battaglia finale stava per cominciare!