Numero 49/2017
9 Dicembre 2017
I Contrabbandieri di Birra: Capitolo 59
Gli uomini di Giuseppe erano tutti appostati.
Tutti pronti…
Concentrati…
Tesi alla Grande Meta…
La vittoria!
Non una Vittoria Mutilata o di Pirro, no!
La Vittoria, quella vera, quella con la “V” maiuscola!
La liberazione di Fossano dal giogo Nazi-fascista, il ritorno alla normalità, ad una vita calma, compassata, seguendo i ritmi lenti e perfetti della Natura!
La maggior parte dei partigiani della brigata capeggiata da Giuseppe era infatti agricoltore, nella vita.
L’occupazione li aveva trasformati in ladri, in assassini, in truffatori, in sovversivi…
In Guerrieri!
In Partigiani!
E quelli che non erano caduti in battaglia erano lì, pronti a quell’ultimo sforzo.
Un’ultima battaglia…
Un’ultima lotta…
Solo un’altra manciata di minuti trascorsi a ferro e fuoco e poi…
E poi sarebbe stata la LIBERTA’!
Essa poteva essere di due tipi: la morte, nel caso peggiore, oppure la libertà, quella vera, quella “Bella”, quella che li avrebbe riportati nei propri campi, al caldo del loro focolare, nel tenero abbraccio della propria famiglia!
Libertà….
Un sogno che stava per trasformarsi in realtà!
Comunque fosse andata la battaglia, quella sarebbe stata l’ultima di quel battaglione!
Per una volta, ma non a malincuore, avrebbero fatto loro il modo di pensare che il Duce aveva tentato, invano evidentemente, di trasmettere alle sue truppe: “Mai indietreggiare! O la Vittoria, o la Morte per la Patria!”
E quel dì di settembre, dal clima un po’ più rigido rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti, i Partigiani erano pronti a morire!
I minuti trascorsero.
Molti minuti.
I partigiani, supportati anche da alcune decine di cittadini che, dopo l’armistizio firmato da Badoglio avevano trovato il coraggio necessario a combattere, erano dislocati attorno alle due osterie più frequentate dai nazisti a Fossano.
In tutte e due, la birra fornita da Giuseppe e dai suoi era stata avvelenata.
Era passata più di un’ora.
I tedeschi erano ancora a trangugiare birra.
Forse stavano attendendo l’ordine per iniziare il loro ultimo rastrellamento o, forse, “l’ora X” era fissata più in là, nell’arco della giornata…
“Poco male” pensò Giuseppe “Più birra bevono quei porci, prima il veleno e l’alcol faranno effetto!”
Uomini suoi tetti, appostati suoi balconi delle abitazioni circostanti i locali, ai bordi delle strade dietro a macchine e a carri…
Tutto era pronto!
D’un tratto,la goliardia casinista dei tedeschi, lasciò il posto al silenzio.
Un silenzio tombale.
La porta del locale, che al suo interno ospitava almeno duecento tedeschi, si spalancò.
Un graduato “crucco”, uno dei primi che aveva consumato la birra avvelenata, si era precipitato fuori, la mano sulla bocca tinta del rosso del suo stesso sangue!
“Ci siamo!” pensò Giuseppe, pronto a dare l’ordine.
Altri tedeschi uscirono in strada, l’oste trascinato e strattonato.
Giuseppe non capiva il tedesco, ma sapeva che le urla rivolte all’oste erano per accusarlo dell’avvelenamento.
Il tedesco tossiva sangue, si contorceva.
Uno di quelli che aveva trascinato fuori l’ignaro locandiere, lo scaraventò a terra, estrasse la pistola ed esplose un colpo in testa allo sventurato.
“Ben gli sta! Avrebbe dovuto schierarsi con noi, invece di arricchirsi servendo i Nazisti!” sentenziò il leader partigiano.
Giuseppe aveva già deciso e lo aveva già pianificato e comunicato ai suoi, che quella morte sarebbe stata il segnale dell’inizio delle ostilità!
I nazisti erano usciti in massa ed avrebbero iniziato a sparare all’impazzata.
Molti di loro stavano estraendo tutti le armi, qualcuno iniziava a sentirsi male… era il momento propizio!
«FUOOOOCOOOO!!!! PER LA LIBERTA’!!!!!» il grido di Giuseppe!
Il grido di un popolo!
Il grido di mille e mille anime fuse insieme in quel segnale, in quel sogno!
Fu una mattanza!
Un’eroica mattanza!
I Nazisti cadevano come sacchi di patate, incapaci di capire anche solo da dove provenisse quella grandinata di proiettili!
A mano a mano che uscivano in strada erano crivellati senza pietà!
Quando finalmente i tedeschi capirono che era impossibile per loro uscire dal locale e sopravvivere, vi si barricarono dentro.
Ma, ormai, avevano bevuto il veleno.
La morte sarebbe presto sopraggiunta, accompagnata dalla sofferenza e dall’agonia!
Alcuni tedeschi, capita la situazione, preferirono la rapida morte portata da un proprio proiettile, rispetto all’agonia del veleno.
Molti sparisi udirono provenienti dall’interno dell’osteria…
Tutti suicidi!
Giuseppe sorrise!
Aveva vinto!
Lui, un agricoltore, divenuto un Contrabbandiere di birra per salvare l’attività di famiglia, divenuto un galeotto, un omicida, per poi evolvere il suo status di criminale al livello di sovversivo, terrorista partigiano, era tornato un contrabbandiere di birra…
Una vita intensa che, infine, lo aveva reso un Eroe e, di lì a poco, un padre!