Numero 01/2024
2 Gennaio 2024
Andar per birre… in Belgio
E niente. Non dovrebbero davvero sussistere troppi dubbi circa il compito normalmente affidato alle pagine di una guida al viaggio birrario: stimolare il lettore a visitare il paese brassicolo descritto dalla guida, al fine di sorbirne birre, cibo, atmosfere, storie. E questo senza trascurare, evidentemente, ogni ulteriore significativa attrazione più genuinamente turistica (storia, arte, architettura, natura, etc.). Avendo visitato in lungo e largo il Belgio – naturalmente anche quello brassicolo – si comprenderà tuttavia perché mi sia avvicinato a questo libro senza eccessive aspettative. Nondimeno, il Belgio non è un paese brassicolo qualunque, ma si configura, al contrario, come un universo birrario talmente eterogeneo e complesso da scoraggiare qualunque tentativo di sintesi con finalità turistiche. Ma non è certo il gusto per la sfida a difettare agli autori, Luca Giaccone e Eugenio Signoroni, né, tantomeno, a Slow Food Editore.
Le 273 pagine de I Paesi della Birra: Belgio scorrono via lievi e intriganti, tra storie di lieviti, ingredienti unici, multiformi tradizioni brassicole, ma anche i rovesci e le rinascite dei birrifici, e perfino le curiose vicende personali e familiari di birrai e proprietari di birrifici che hanno finito col segnare la storia brassicola di questo paese.
Gli autori hanno saputo distillare con equilibrio e sobrietà il meglio dell’enorme patrimonio tradizionale brassicolo belga con la non meno smisurata capacità di innovare dei birrai belgi.
La parte introduttiva del libro, anche avvalendosi di alcuni autorevoli contributi tecnici, racconta il contesto ambientale, storico e culturale che, lungo secoli di storia, ha costituito lo sfondo della variegata costellazione brassicola belga. La seconda sezione del libro è costituita da una superba selezione di 50 tra le più rappresentative etichette belghe. Per quanto inevitabilmente arbitraria, questa tassonomia brassicola belga essenziale consente di fare un bilancio della propria esperienza brassicola. E così, nel constatare che tanta parte di quella favolosa checklist ragionata non mi era affatto estranea, non ho potuto fare a meno di prendere atto che c’è ancora parecchio da esperire nel panorama birrario belga. Non molto diverso l’esito della lettura della terza ed ultima sezione del libro: gli itinerari. Un bel po’ di birrifici, pub, cafè, ristoranti, abbazie, musei ancora da visitare, non meno di quelli già sperimentati con enorme soddisfazione.
Insomma, Giaccone e Signoroni hanno abilmente fissato un nuovo e più elevato standard nella capacità informativa esprimibile attraverso una guida brassicola. Chiunque in futuro intendesse avventurarsi nella scrittura di qualcosa che assomigli anche lontanamente ad una guida di viaggio a tema brassicolo, farà bene a leggere questo piccolo capolavoro della letteratura birraria in lingua italiana. E d’altro canto, francamente, non ci si aspettava niente di meno da due tra i maggiori beer writers italiani, i quali da tempo hanno creato un sodalizio molto ben assortito.
Rimane aperta la questione relativa alla capacità potenziale di questo libro di ispirare viaggi brassicoli. Beh, come sarà già senz’altro emerso dalle mie precedenti riflessioni, il libro è così ricco di informazioni, suggerimenti, aneddoti e storie, da risultare senz’altro capace di stimolare varie forme di planning viatorio verso la destinazione belga. Ma mi spingo perfino oltre. La lettura di questo libro è risultata così gratificante da sperare che l’esperienza I Paesi della Birra non si esaurisca in questo primo volume, ma diventi una vera e propria collana che guidi i brassofili italiani alla scoperta dei maggiori paesi birrari del pianeta. Vedremo…