Numero 33/2021

17 Agosto 2021

Birra analcolica per i detenuti, la proposta UIL Abruzzo

Birra analcolica per i detenuti, la proposta UIL Abruzzo

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La situazioni delle carceri italiane è da tempo al centro dell’attenzione per evidenti carenze strutturali e per le ben note lungaggini della giustizia, al centro del dibattito politico attuale. A far ulteriormente accendere gli animi sulle condizioni dei detenuti è il manifestarsi di frequenti malumori che, spesso, sfociano in tumulti o atti di violenza.

La birra analcolica è stata al centro di una proposta di rilievo da parte dei sindacati per far fronte, almeno in parte, all’annoso problema evidenziato.

Rivedere i regolamenti interni ai penitenziari sul consumo di alcolici in carcere, anche togliendo alcolici dalla mensa dei detenuti è la richiesta di  Mauro Nardella, segretario generale della Uil Pa penitenziari del Cst Gran Sasso Adriatico, al Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria, al direttore del penitenziario di Sulmona ed al Garante dei detenuti.

 

“Nelle aggressioni avvenute ultimamente nel carcere sulmonese e perpetrate a danno di diversi poliziotti penitenziari, alcuni dei quali costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso e finanche ad interventi chirurgici, a far da comune denominatore sembrerebbe essere stato il consumo eccessivo di alcol – ricorda Nardella – Com’è noto l’articolo 14 del regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario seppur vieti la ricezione dall’esterno di sostanze alcoliche consente ai detenuti di acquistare, tramite gli spacci interni, l’equivalente di mezzo litro di vino di gradazione non superiore ai 12 gradi o, in alternativa, un litro di birra”. “È vero che è vietato l’accumulo di queste sostanze. E’, però, altrettanto vero che da diversi anni a questa parte ci sono sempre meno agenti in grado di controllare, così come si converrebbe, che ciò non avvenga – precisa l’esponente sindacale – Resta ovvio pensare che se si volesse ovviare a tutto questo o si dovrebbe fare leva sull’utilizzo di almeno più agenti nelle sezioni detentive, fatto impossibile con l’organico attuale oppure si fa come si è fatto in moltissimi altri istituti presenti sul territorio nazionale ovverosia togliere dalla mensa dei detenuti riottosi all’ordinamento penitenziario, riunendoli in idonee sezioni onde evitare che altri paghino per colpe non loro, l’alcool e magari, sostituirlo con birra analcolica se proprio non si volesse incidere in maniera eccessivamente “invasiva”.

Ricordiamo che il tema della birra è spesso legata , anche in senso positivo, alle attività dei detenuti: sono molte le proposte, anche in Italia, di birre realizzate proprio nei laboratori lavorativi dei penitenziari che creano un legame di riscatto e di speranza tra i condannati e con la bevanda.

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!