Numero 52/2021
30 Dicembre 2021
I Maestri dell’Orzo: una dinastia di birrai lunga 150 anni
Sempre partendo dalla mia passione per i fumetti e logicamente per la birra, non posso non presentarvi la famiglia Steenfort (no, non Bradford…quello era un telefilm!) e accompagnarvi in un lungo viaggio che parte dal Belgio nel 1854 e termina nel 1997.
Ma chi sono questi Stenfoort? Indovinate un po’…sono proprietari di un birrificio!
I Maestri dell’Orzo (Les Maîtres de l’Orge), è una saga a fumetti scritta da Jean Van Hamme, leggenda vivente della “Bande Dessinée” belga, autore tra l’altro di “Thorgal”, “XIII” e “Largo Winch” e disegnata magistralmente da Francis Vallès con il suo tipico tratto dinamico, fluido e molto particolareggiato.
L’opera completa comprende ben 7 volumi pubblicati dal 1992 al 1997 più un ottavo riepilogativo di alcuni episodi secondari che collegano i vari albi. La serie è stata distribuita in Italia anche in un unico volume di 368 pagine, nell’albo n°45 della collana “I Classici del Fumetto di Repubblica – Serie Oro” (2005).
Io mi sono appassionata a questo fumetto fin da subito leggendo l’introduzione storica del primo capitolo: “Nel 1854 all’età di 43 anni, Jacob Christian Jacobsen porta di nascosto due vasi di prezioso lievito alla sua birreria di Copenaghen. Quel lievito viene dalla fabbrica di Gabriel Sedlmayr, il grande birraio tedesco….”.
Ditemi voi se esiste un incipit migliore!
La storia degli Steenfort e del loro birrificio può essere considerata una vera e propria saga famigliare dove intrighi, passioni, avidità e vendette la fanno da padrona. Ingredienti che si fondono dando vita ad una trama coinvolgente ed unica nel suo genere che spazia tra diversi stili letterari: si trovano elementi del romanzo d’amore come tradimenti, turbamenti e sesso, indizi del racconto giallo con i segreti, i furti e la ricerca della verità ma anche tocchi più cupi tipici delle atmosfere dark.
La sceneggiatura di Van Hamme fa rimanere col fiato sospeso dall’inizio alla fine, la narrazione è intercalata da continui colpi di scena ed effetti sorpresa, resi ancora più efficaci dalle matite di Vallès.
Vi ho fatto venire voglia di sfogliare qualche pagina?!?…Sì?!?…Allora qui sotto un po’ di assaggi per sentirsi mastri birrai per qualche minuto e godere della maestria degli autori.
Un piccolo cenno alla cittadina di Lembeek, patria storica delle birre a fermentazione spontanea che si pensa abbia dato il nome anche allo stile birrario, appunto il “Lambic”. Dalla reazione però dell’uomo in secondo piano si capisce che non era proprio di suo gusto!!!
Il mastro birraio è sempre attento e scrupoloso, controlla con cura ogni passaggio della produzione. Questo, in particolare, rappresenta tradizionalmente una fase cruciale, quando, durante la fase di fermentazione tumultuosa, il mosto trabocca dalle botti lasciate aperte.
Molte vignette mostrano l’interno del birrificio nelle varie epoche e quindi saltano all’occhio strumenti antichi che non si usano più o che si sono evoluti nel tempo. In copertina e non solo, si ritrova la “pala da birraio” o, per meglio dire, “pala da birraia”, come si vede nel disegno seguente. Si presenta come una pala di legno a forma di trapezio con grossi buchi per mescolare il mosto ed evitare così la formazione di grumi durante la fase di ammostamento.
Ma anche il Belgio, alla fine del 1800, è testimone del progresso in campo birrario. Le birre a bassa fermentazione iniziano a farsi strada nel mercato. In questo caso, una birra lager viene portata direttamente da Monaco alla tavola del capostipite della famiglia Steenfort che ne apprezza il tipico colore chiaro.
Basta, basta…Altrimenti rischio di svelare troppo! Anche se le curiosità descritte sono solo, come potete immaginare, la piccolissima punta di un iceberg narrativo.
Sembrerebbe quasi impossibile rendere elettrizzanti e trascinanti le vicissitudini di un birrificio ma i due artisti ci riescono alla perfezione perché, in fin dei conti, ciò che viene raccontato è soprattutto l’animo umano in tutte le sue sfaccettature anche quelle più torbide ed oscure. Ecco perché è una lettura adatta a tutti: gli appassionati di birra trovano curiosità ed aneddoti storici, coloro che invece non conoscono il mondo brassicolo scoprono uno strumento per potersi avvicinare, gli amanti di storia hanno sottomano un compendio dell’età contemporanea analizzata da un punto di vista inusuale, chi, infine, ama le serie tv qui ne ha una a disposizione a portata di mano!
Anche un fumetto può, quindi, essere considerato un capolavoro letterario e la storia della nona arte ce lo dimostra da anni. “I Maestri dell’Orzo” ne sono una prova inconfutabile, un volume che non può mancare nella libreria da beerlover…provare per credere!