Numero 30/2021
29 Luglio 2021
L’abbinamento birraletterario: La mano di Georges Simenon e la Bière de Garde di Extraomnes
Per noi che amiamo leggere in compagnia di una buona birra, è stato ripubblicato in Italia da Adelphi “La mano” del grande Georges Simenon, scritto nel 1968, uscito inizialmente a puntate sulla “Revue Deux Mondes” e infine pubblicato in un unico volume nell’autunno dello stesso anno.
Vi anticipo che non è certo questo, il libro di Simenon più indicato da regalare al vostro migliore amico o amica. Dopo aver letto il racconto potrebbe farsi delle strane idee su di voi ogni qualvolta decideste di invitarlo a una festa.La storia ha inizio nella lussuosa dimora degli Ashbridge dove si tiene un fastoso party al quale sono stati invitati Donald, sua moglie Isabel, il suo caro amico Ray con sua moglie Mona. Donald è un avvocato, vive a Brentwood, un piccolo paese di provincia nel quale trascorre una vita tranquilla con sua moglie e le figlie Mildred e Cecilia.
Il suo amico Ray è l’esatto opposto di lui, irregolare, sciupafemmine, vive a New York ed è socio di un’importante agenzia pubblicitaria di Madison Avenue.
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Durante la festa, dopo aver bevuto un discreto numero di drink, Donald è ubriaco e ha necessità di andare in bagno, socchiude la porta e scopre Ray fare sesso con la padrona di casa, Patricia.
L’accaduto provocherà in Donald dei sentimenti d’invidia mai provati prima nei confronti dell’amico.
Nel frattempo, fuori inizia a montare una tempesta di neve e gli ospiti sono costretti a lasciare la festa, per non incorrere il pericolo di restare bloccati a casa degli Ashbridge.
Lungo la strada, la tormenta di neve costringe i quattro a fermare la macchina e proseguire a piedi, giunti a casa si rendono conto che Ray non è più con loro. Donald, anziché cercare l’amico che poteva essere disorientato nella tempesta, si rinchiude nel fienile all’insaputa di tutti.
Scaturisce così l’enigma de “La mano”, il romanzo che lo stesso autore giudicò il più crudele.
Georges Simenon non ha certo bisogno di presentazioni, è nato il 13 febbraio a Liegi in Belgio, ma ha vissuto quasi tutta la sua vita in Francia. È diventato famoso per aver inventato il celebre commissario Maigret. Si crede che abbia scritto tra i 450 e 460 romanzi, i quali sono stati tradotti in 50 lingue e hanno venduto circa 500 milioni di copie. Ho accompagnato questo racconto con la Bière de Garde del birrificio italiano Extraomnes, uno stile classico del nord della Francia, che ricorda molto negli aromi e nel gusto le birre del Belgio.
A mio avviso, la bière de garde con le sue caratteristiche, rappresenta al meglio i due paesi che hanno influenzato di più la vita di Simenon.Per stemperare la temperatura del racconto decidiamo di stappare la nostra Bière de garde.
Il grado alcolico è alto 8.1%, ma è quello che ci vuole per scaldarsi un po’. La serviamo nella classica coppa belga a una temperatura intorno ai 6°C. Il colore è ambrato intenso, gli aromi che si percepiscono ricordano il caramello scuro, prugna, una leggera nota tostata, fichi, uva passa e ciliegia.
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In bocca non ci sono spiacevoli sorprese, ma ritroviamo una complessa continuità e armonia tra il bouquet aromatico e il gusto.Trovo che ci sia una evidente affinità tra il romanzo di Simenon e la Bière de Garde di Extraomnes. Entrambe hanno il dono di essere facilmente apprezzabili dal grande pubblico attuale pur non avendo caratteristiche che oggi vanno per la maggiore.
Simenon infatti utilizza una scrittura semplice, lineare, (raramente vi capiterà di rileggere una pagina di Simenon) le trame dei suoi romanzi non sono mai troppo intricate o eccessivamente violente. Tutta la grandezza e la complessità dell’opera di Simenon è nel saper descrivere in maniera dettagliata e autentica l’animo umano dei personaggi,
inchiodando il lettore alla pagina.
Le stesse caratteristiche del romanzo affiorano anche quando si assaggia la Bière de Garde di Extraomnes, la quale potrebbe intimidire, perché al di fuori degli attuali canoni birrai. Tale birra viene definita dal suo stesso autore “dallo stile desueto”, ma una volta che la si degusta, si scopre che la sua complessità non è nella bevuta, (fin troppo facile nonostante gli aromi, il gusto e l’elevata gradazione alcolica) ma nell’aver saputo esprimere nel bicchiere un equilibrio di aromi e sapori molto piacevole.