Numero 38/2018
20 Settembre 2018
A Latisana una nuova inaugurazione: è nato il Birrificio Basei!
Nuove aperture birrarie nella bassa friulana: il 1 settembre ha infatti tagliato il nastro il birrificio Basei di Latisana, in provincia di Udine. Il mastro birraio è Giuseppe Ciutto, che ha scelto di battezzare l’azienda con il soprannome della sua famiglia: «Nel mio paesino, a poca distanza da qui – ha spiegato quando lo abbiamo incontrato il giorno dell’inaugurazione – è usanza, per distinguere i vari rami della stessa famiglia, dare un soprannome. E quello del mio ramo di famiglia è appunto Basei».
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Giuseppe ha iniziato come tanti, ossia da homebrewer; frequentando anche corsi di tecnologia della birra, come quello organizzato dall’Università di Udine con il prof. Buiatti. «Finché un giorno mia sorella – ha raccontato – mi ha detto: ma perché non apri un birrificio, visto che le birre ti riescono così bene? Ammetto che non aspettavo altro». Si sa però che non basta saper fare buone birre per aprire un birrificio: così Giuseppe ha cercato dei soci che garantissero il necessario apporto in termini di capitale sia economico che umano. Nella squadra sono così entrati Giuseppe Lamanno, che vive a New York ed è responsabile per l’esportazione negli Stati Uniti; Davide Cunial, responsabile commerciale; Stefano Movio, responsabile della logistica; Antonino Leanza, responsabile finanziario; e appunto la sorella Serena, responsabile amministrativa e marketing. Ha così poi preso forma il nuovo impianto, inaugurato appunto lo scorso 1 settembre.
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Sono sette le birre in produzione – una kölsch, una amber ale, una apa, una porter, una american wheat, una blanche e una session ipa – di cui quattro erano disponibili alla spina il giorno dell’inaugurazione – e che il Giornale della Birra ha ovviamente provato per voi. La birra “di bandiera” è la kölsch, che prende infatti il nome di Basei. Si tratta in realtà di una rivisitazione del classico stile di Colonia, con un aroma assai più delicato – pur essendo già delicato di per sé quello delle kölsch – tra i luppoli nobili e il malto, corpo estremamente snello e beverino seppur non evanescente, con un finale di un amaro appena accennato e poco persistente.
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Sempre su toni molto leggeri e improntati alla bevibilità è naturalmente anche la session ipa Matnik, in cui predominano soprattutto nel note agrumate e in seconda battuta quelle di frutta tropicale, date da un mix di cinque luppoli; mentre più corposa è la sua “controparte” Mojo, una apa caratterizzata da una luppolatura su toni simili ma da una base maltata più robusta, che conferisce una nota tostata non solo al palato ma anche all’aroma. Nota a parte merita la american wheat Aguiar, la più peculiare tra tutte: aroma floreale che sovrasta la componente di cereale, tanto che quasi non la si direbbe una birra di frumento, e nota citrica data dall’utilizzo di bucce di limone.
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Dopo averle assaggiate, la domanda era comunque d’obbligo: che cosa spinge ad aprire un birrificio in un’epoca in cui già da tempo si parla di saturazione, e come si affronta questa sfida? «Sicuramente sono consapevole di questo aspetto – ha assicurato Giuseppe – e infatti mi sono rivolto a persone che potessero aiutarmi a vendere la birra, oltre che a farla, e in generale a gestire un’azienda. Abbiamo studiato la grafica delle etichette, la forma da dare alle bottiglie, investito sulla tecnologia per il controllo della qualità: certo a guidarmi è la passione prima di tutto, ma da solo non potrei farcela».
Le birre Basei sono distribuite in questa prima fase a livello locale, tra la bassa friulana e il Veneto, oltre che – come già si diceva – a New York. Significativa la scelta di non fare il formato 0,75, almeno per ora, ma solo lo 0,33 e il fusto: un invito alla bevuta informale, piuttosto che a quella al ristorante. Nei progetti per il futuro prossimo c’è poi l’apertura della tap room annessa al birrificio.
Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina Facebook ufficiale!