Numero 18/2022
3 Maggio 2022
A Pesaro non si beve birra, si beve Birracruda: visita al birrificio e degustazione
Come si fa a trascorrere un pomeriggio che stimola tutti i cinque sensi, il cervello e il cuore? Beh facile….si partecipa ad un evento organizzato da Slow Food.
La condotta Slow Food Rimini e San Marino insieme alle condotte di Pesaro, e Catria e Nerone hanno organizzato una visita al birrificio Birracruda di Pesaro (Marche).
Birracruda è un brewpub aperto nel 2015, nato da un’idea dei fratelli Ricci (Giuseppe ed Alessandro), già fondatori della catena di osterie / piadinerie gourmet “Da Peppe”, un’icona del mangiar bene e sano del pesarese ma non solo.
Ma cosa ha spinto i 2 fratelli ad avventurarsi nel mondo brassicolo? La voglia di proporre birra artigianale a prezzi accessibili e facilmente abbinabile a tutti i piatti serviti nei propri locali.
Carlo Cleri (referente Slow Food Rimini e San Marino) si è trasformato in un vero Cicerone e ci ha guidato in questo viaggio birrario coadiuvato dalla presenza di Marco Grassini (mastro birraio) ed Emanuele Lucarini (braccio destro del birraio) che hanno fatto gli onori di casa.
Un viaggio interessantissimo raccontato direttamente da chi fa la birra, un’occasione più unica che rara che ha permesso di toccare con mano la teoria scritta sui libri!!!
Marco, quindi, è salito in cattedra, o per meglio dire in sala cottura ed ha spiegato come si produce la birra artigianale in tutti i suoi passaggi: dalla macinatura dei grani di cereale fino all’imbottigliamento/infustamento.
Ad oggi la produzione di Birracruda conta 7 birre continuative affiancate da 2 birre speciali. Tutto questo ben di Dio nasce da una sala cottura a 3 tini (ammostamento, filtrazione e whirlpool) che produce 1000 litri di mosto e da una sala di fermentazione con 6 fermentatori tronco-conici (4 da 2000 litri e 2 da 4000 litri).
Grazie agli spunti di Emanuele e alle curiosità di Carlo, Marco è riuscito a coinvolgere tutti i partecipanti e ha dedicato tanti focus sulle materie prime senza mai scadere nella sterile didattica ma mettendoci tanta passione.
In primis l’acqua, l’ingrediente fondamentale, la cui qualità influenza profondamente la birra. In Birracruda si riesce ad ottenere un’acqua stabile durante tutto l’anno a cui poi viene aggiunta la quantità corretta di sali minerali, grazie ad un impianto ad osmosi, a seconda dello stile che si vuole brassare.
Quello sui malti speciali utilizzati dal birrificio è stata una vera chicca che ha permesso a tutti di vedere da vicino, direttamente dai sacchi, le diverse varietà che si differenziano in base ai livelli di essicazione (dai malti più chiari fino a quelli più scuri).
E poi è arrivato il momento del luppolo e di un test olfattivo molto divertente che ha messo alla prova le nostre narici. Abbiamo annusato una bustina di luppolo in pellet aperta da diverso tempo e poi un campione di luppolo americano (Mosaic) in pellet appena prelevato da un sacchetto sottovuoto conservato in frigo. Si è passati, quindi, da un odore piatto quasi sgradevole (mi ha ricordato il formaggio!!!) ad una vera e propria esplosione di aromi dalle note agrumate e resinose; tutto questo per far capire quanto l’ossigeno possa degradare il luppolo e quanto sia importantissimo conservarlo adeguatamente…un profondo ringraziamento va al sottovuoto che ha conservato questo fantastico bouquet!!!
E dopo aver girato in lungo e in largo per tutto il birrificio, la giusta ricompensa: birre e cassoni!!! Non conoscete i cassoni?!? Sono una specialità romagnola (ma si trova anche nelle Marche) chiamata anche crescione o cascione. In pratica, per farla semplice, è una piadina più sottile, farcita e chiusa a mezzaluna e poi cotta su una piastra.
Le birre degustate, invece, sono state ben 7. Eccole elencate di seguito, senza un nome specifico ma solo con il nome dello stile di riferimento per essere precise, riconoscibili e senza tanti fronzoli, proprio come il mastro birraio:
Helles – 1° classificata Birra dell’Anno 2020
Birra chiara a bassa fermentazione in stile tedesco con sentori di miele chiaro e crosta di pane ben bilanciati da un luppolo molto elegante. Facile da bere e molto piacevole (gr. alc. 5%).
Pils
Birra chiara a bassa fermentazione sempre in stile tedesco con una predominanza delle note erbacee e floreali date dal luppolo. Piacevolmente amara e fresca (gr. alc. 5,1%).
Marzen
Birra ambrata a bassa fermentazione in stile tedesco che presenta aromi molto eleganti con note maltate di pane e miele scuro (gr. alc. 5,3%)
Bock – 2° classificata Birra dell’Anno 2020; 3° classificata Birra dell’Anno 2021
Birra ambrata in stile tedesco a bassa fermentazione dove le note maltate di miele scuro, caramello e pane integrale la fanno da padrone. Molto beverina nonostante la gradazione alcolica e grazie alle note amare dei malti tostati che equilibrano il finale. (gr. alc. 6,7%)
Schwarz
Birra speciale di tradizione tedesca a bassa fermentazione che utilizza malti affumicati. Evidenti le note tostate e di caffè e quelle amare date dai malti. I sentori affumicati sono lievi e quindi non stucchevoli. Bevuta piacevole ed interessante.
Weizen – 2° classificata Birra dell’Anno 2020
Birra di frumento in stile bavarese ad alta fermentazione. Emergono subito i sentori fruttati e speziati tipici di questo stile, su tutti banana matura e chiodo di garofano. Dissetante e rinfrescante (gr. alc. 4,5%)
AIPA (American IPA)
Birra ad alta fermentazione caratterizzata da sentori fruttati ed agrumati, prevalgono le note di limone e pompelmo rosa date dai luppoli americani e sul finale persistono quelle resinose senza però essere invasive (gr. alc. 6%)
Un pomeriggio diverso dal solito e molto piacevole non solo per la compagnia dei partecipanti e l’ottima birra bevuta ma soprattutto per l’organizzazione impeccabile e la passione di Marco, Emanuele e Carlo. Tutti e tre insieme ci hanno guidato in questo viaggio nella produzione della birra che potrebbe sembrare tortuoso e difficile ma che invece è stato reso facile e comprensibile a tutti, anche ai meno esperti.
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