Numero 09/2019
26 Febbraio 2019
A.R. Brewing, la beerfirm bergamasca che non passa inosservata!
Se il 2018 si è concluso con un bilancio non vivacissimo per i birrifici indipendenti, per i quali si è verificata una battuta d’arresto delle nuove inaugurazioni, il mondo delle beer-firm nazionali è in continua ascesa. Non solo in termini numerici e di volumi di prodotto commercializzati, ma alcune si sono distinte per qualità delle birre. Tra queste A.R. Brewing, una piccola beer firm bergamasca, è riuscita infatti a inserire in classifica di importanti palmares alcune delle sue creazioni. Abbiamo, così incontrato, l’ideatore di firma birraria, Andrea Ravasio, che gentilmente ci ha introdotto alla scoperta del mondo di A.R. Brewing.
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Andrea, avviare una beer-firm non può prescindere da una forte passione personale per la birra: raccontaci qualcosa in più del tuo legame con questa bevanda.
Buongiorno, la birra ha sempre accompagnato la mia vita se considerate che sono figlio di una barista, ho condotto studi presso l’istituto alberghiero di San Pellegrino Terme trascorrendo diversi anni della mia vita valutando differenti birre origine italiana ed estera che ogni fornitore offriva a mia madre. Il progetto A.R. Brewing nasce nel 2014 dalla mia passione legata al mondo del Food & Beverage essendo un Tecnologo alimentare, docente di Scienze dell’Alimentazione e di Laboratorio di Enogastronomia. Le prime sperimentazioni vennero condotte nel lontano 1999 dopo aver consultato e studiato gli appunti dell’esame universitario di fermentazione delle bevande alcoliche. In questo periodo la mia passione è stata condivisa con un compagno di università Fabio Mazzariello con cui ho mosso i primi passi. Dopo diversi anni di ricerche e studi nel campo delle tecnologie alimentari e delle “bio trasformazioni” sono riuscito a realizzare alcune ricette di birre ispirate ai principali stili birrai, senza tuttavia rinunciare a personalizzare i nostri prodotti. In questa mia esperienza coadiuvo e supporto mio padre Felice, che è il titolare dell’azienda e che svolge la maggior parte del lavoro in azienda.
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Per una beerfirm è ovviamente importante appoggiarsi a birrifici qualificati e che diano ampio spazio di controllo nella fase di ideazione delle ricette e gestione delle cotte e delle fermentazioni. Come si concretizza la tua personalità nella brassature delle birre a marchio A.R. Brewing?
Essendo AR Brewing una Beer Firm questa caretteristica aziendale ci ha portato a selezionare fornitori diversi dandoci modo di crescere e di scambiare opinioni in merito con professionisti affermati nel mondo birraio anche se alle volte diventa difficile collaborare con realtà artigiane che hanno un back ground culturale diverso dal nostro. L’aspetto maggiormente delicato e difficile è stato certamente la tutela della ricetta. La mia personalità si realizza nel fornire la ricetta rigorosamente studiata e provata ripetutamente. Inoltre, lo stretto controllo in produzione durante il processo, il controllo delle procedure di autocontrollo igienico e a rotazione lo svolgimento di analisi microbiologiche e chimiche con diversi laboratori leader nel settore.
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Nel corso della tua esperienza brassicola hai saputo perseguire importanti risultati in termini di qualità, tanto da aver ricevuto importanti riconoscimenti per alcune delle tue creazioni: quali ti hanno dato maggiori soddisfazioni?
Sicuramente l’ingresso nel 2017 nella guida birre d’Italia edita da Slow food con la nostra birra Bionda e Rossa e la conferma nel 2019 con l’ingresso di una nuova referenza, la nostra birra Bianca, mi ha fatto estremo piacere considerando la competenza di chi recensisce le birre. Poi l’ultima premiazione al BIB 2018 della nostra birra “Nera” come luppolo d’oro nella categoria foreing extra stout e il luppolo d’argento della nostra birra “Rossa” belgian pale ale è arrivata inaspettata poichè spinto a parteciparvi in modo energico da Stefano Andrioletti, un caro amico, che ha sempre creduto nella validità nei nostri prodotti. Devo essere sincero che l’emozione è stata molta e credo che sia stato un riconoscimento che ci ha in parte ripagato per lo sforzo profuso in questi quattro anni anche se rimaniamo coscienti che abbiamo ancora moltissima strada da fare.
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La gamma completa delle birre è costituita da sette referenze: quale è la filosofia che ti guida nella ideazione di una nuova ricetta? E quali i tratti comuni delle tue produzioni?
La filosofia che mi guida nella ideazioni di nuove ricette è l’equilibrio e la possibilità di un accostamento birro-gastronomico. L’equilibrio di tutte le componenti è per me fondamentale. Non cerco mai di avere sapori troppo decisi e predominanti. Sicuramente inizierò a fare anche delle produzioni one shot che mi permetteranno di realizzare birre “estreme” aprezzate da una nicchia del mercato. Inoltre, ho costruito un ricettario da accostare alle nostre birre che verrà promosso in serate a tema future.
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Come immagini il futuro di A.R. Brewing e quali nuovi progetti per il 2019?
Il futuro lo immagino ricco di passione, impegno e concretezza cercando di migliorarci continuamente. Il progetti per il 2019 sono sicuramente quelli di lanciare una nuova birra tra le papabile esiste una IGA, un IPA, una Gluten Free, una Golden Ale al miele di castagno della Valle Seriana, una birra alla Canapa nella speranza che trovino riscontro come le birre già presenti nella nostra linea.
Maggiori informazioni su www.arbrewing.it.