Numero 22/2022

2 Giugno 2022

Al KGB si respira Libertà!

Al KGB si respira Libertà!

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“One man show”, un “Lupo solitario”, “Un uomo solo al comando”… insomma una persona che ama quello che fa e sacrifica tutto se stesso per le sue passioni e il suo locale.
Il suo paese d’origine è Meldola, dov’è nata mia mamma, una donna caparbia, combattente che mi ha insegnato ad affrontare tutti i problemi della vita di petto e con coraggio.
Ogni volta che vado a trovare Iuri al locale è normale che scattino in me vecchi ricordi anche perché Lei non abitava tanto lontano da dov’è oggi il KGB.
Mi sarebbe piaciuto presentarglielo perchè di lui avrebbe apprezzato il suo animo un pò punk, un pò british e la sua schiettezza.
Iuri nonostante sia spesso da solo al locale ha sempre cura del cliente ed è scrupoloso nel servizio.
Il paese è piccolo e la gente mormora, non si può permettere errori.
Ho fatto un’eccezione e questa è la seconda volta che faccio due chiacchiere con lui, ma perché un’intervista sola con Iuri non basta: “Dai cazzo” parte seconda…

 

 

Intanto ti faccio i miei complimenti per una spillatura alla Picasso, un servizio alla McEnroe e una qualità di bevuta alla Alighieri ovvero vera poesia. Cosa ti manca?
Assolutamente nulla, forse al massimo la tranquillità di alcune serate degli esordi che oramai sono soltanto un lontano ricordo. Sono stati 4 anni di crescita professionale e sociale incredibili.


Quando hai un locale sei comunque sottoposto al giudizio degli altri, c’è chi apprezza e chi no.
Qual è stato il miglior complimento che ti hanno fatto e la soddisfazione più grande?
Tanti sono stati i complimenti sia per la spillatura che per la scelta delle birre ma anche per la cura del cliente, la selezione musicale che curo personalmente e l’arredamento del locale. La soddisfazione più grande è sapere di fare bene il proprio lavoro e l’apprezzamento della clientela ne è lo specchio.

 

Quali sono le parole che non vorresti mai sentirti dire nel tuo lavoro?
 I locale è sporco e le birre fanno cagare.


Oro, argento e bronzo… che ne pensi dei premi che durante le manifestazioni vengono assegnati alle birre?
Ho
un rapporto di amore e odio per quanto riguarda le manifestazioni birrarie e soprattutto per quanto riguarda i concorsi. Penso che i concorsi birrari lascino il tempo che trovano in quanto è difficile anche per i giudici giudicare una grandissima quantità di birre in poco tempo, però d’altro canto sono situazioni simpatiche e di aggregazione. D’altronde quando c’è un concorso non nascondo il fatto di tifare palesemente per alcuni birrifici.
È un gioco e lo prendo come tale.

 

In questi anni hai potuto conoscere e frequentare tanti birrai che sono passati dal tuo locale. Con quali hai consolidato un buon rapporto?
Senz’altro Mukkeller è in cima alla lista anche perché fino a quest’anno è stato l’unico birrificio con il quale abbiamo fatto dei tap-takeover.
Tutti i birrai comunque che sono passati dal locale sono stati estremamente simpatici, disponibili e hanno alimentato la serata con le loro conoscenze e birre.

 

In questi anni quale birra non proporresti mai più nel tuo locale?
Di sicuro non proporrei birre presenti in maniera sistematica in altri locali della zona, mai birre di stampo industriale e birre di dubbia qualità.

 

Quali sfaccettature del tuo carattere pensi ti aiutino di più nel tuo lavoro?
Questo bisognerebbe chiederlo ai miei clienti ma penso di aver colpito per la simpatia, la disponibilità e un buon gusto nella scelta delle birre.

 

 

Se ti dico la parola “ristori” qual è la prima cosa che ti passa per la mente?
Mi vengono in mente i due anni di pandemia con aperture, chiusure, riaperture; le giornate in cui senza sosta si andava a consegnare birra a domicilio facendosi anche 50 km; la paura dei controlli in chiusura alle 6 di sera quando c’era ancora tanta gente al locale e la gratitudine verso le persone che mi hanno supportato.

 

Organizzare eventi è una delle prerogative più importanti dei Pub per creare contatti utili per il lavoro, ma anche per far conoscere novità birrarie ai clienti. Da poco le regole restrittive dovute all’emergenza pandemica stanno diminuendo e tu ne hai già fatti diversi. Hai notato nelle persone più timore o senso di liberazione nel parteciparvi?
Gli ultimi due eventi che ho organizzato sono stati assolutamente incredibili è presto ci sarà il quarto compleanno del locale. Noto con molto piacere che le persone si sono liberate da certe paure e sono tornate a condividere momenti di spensieratezza al locale come prima della pandemia.

 

A proposito di eventi birrari… ci siamo visti a BeerAttraction 2022, come ti è sembrato?
Beer Attraction 2022 nel suo piccolo è stata una boccata di ossigeno per tutto il settore, nonostante non sia stata un’edizione eclatante come ai vecchi tempi devo dire che però è servita tanto soprattutto per il fatto di avere rivisto persone legate al settore birra che non vedevo da tempo.

 

I social ormai sono un mezzo per tenere informati i clienti delle novità e pubblicizzare gli eventi del locale. Per te quanto sono utili? Potresti sopravvivere senza il tuo cellulare?
Vorrei ma non posso. Vorrei fare a meno dell’ avere un cellulare sempre al fianco per rispondere ai messaggi di clienti, ma so che non è possibile. Per quanto riguarda i social sono un mezzo assolutamente indispensabile per comunicare ai clienti le novità alle spine, in bottiglia in maniera immediata e per far conoscere certe realtà del locale come eventi o promozioni.

 

Il KGB è ormai simbolo del British Style, più Mod o più Rocker?
Assolutamente più Mod senza ombra di dubbio. Sono nato e cresciuto con la cultura Britannica e voglio che il locale la rispecchi al 100%.

 

Nel tuo locale hai già proposto alcune volte birre a caduta.  Che ne pensi? Che riscontro hai avuto?
Quando propongo botti a caduta la risposta è sempre incredibile, le botti finiscono in pochissimo tempo e le birre sono eccezionali, mi piace proporle ogni tanto ma senza esagerare.

 

La musica è una tua grande passione, con quale artista vorresti suonare almeno una volta?
Liam Gallagher, mi piacerebbe spillargli anche qualche birra.

 

L’ultima volta ti ho chiesto qual era la canzone più brutta in assoluto. Oggi invece… se potessi ascoltare solo una canzone per il resto della tua vita, quale sarebbe?
Live forever” degli Oasis

 

 

Cosa rimproveri a te stesso nel ruolo di publican e cosa ai tuoi colleghi?
Non ho rimproveri da fare né a me stesso né ai miei colleghi che sono tutti molto preparati e molto dediti al loro lavoro, senza passione non puoi farlo.

 

Ora l’ultima domanda di grande spessore culturale… hai mai fatto pipì in piscina?
Io no, spero anche gli altri. 😉

 

“A la fag curta”, “la faccio corta”:
Sono stati anni difficili e faticosi che personalmente mi hanno segnato, ma chi non lo è stato.
Oggi quando entro in un locale la prima cosa che voglio è poter respirare aria di libertà come al KGB.
Sensazione che si percepisce sia con che senza mascherina.
Quindi oggi cito John Graham Mellor: “Viviamo! Godiamoci la vita! Affanculo tutte le revisioni contabili di questo mondo!“, ma senza dimenticare però che “Bere birra è il dannato sostegno a questa vita”.

Ah dimenticavo di dirvi che il 10 Giugno è il compleanno del KGB e se avete voglia di conoscere Iuri è la serata giusta.

 

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Piero Garoia
Info autore

Piero Garoia

Sono nato nel lontano millenovecentosess… il secolo scorso, a Forlimpopoli, paese natale di Pellegrino Artusi padre della cucina italiana.
Appassionato di musica, cinema, grafica e amante della fotografia.
La passione per la Birra Artigianale nasce tra gli scaffali di una libreria sfogliando un piccolo manuale per fare la birra in casa.
I disastrosi tentativi di produrla mi hanno fatto capire che diventare homebrewer non era proprio la mia strada.
Ho scelto allora di gustare la birra con gli amici, tutti appassionati, “credenti” che artigianale sia significato di unicità e qualità.
Non sono un docente, nemmeno un esperto, ma ho un obiettivo, mantenere vivo un piccolo mondo romantico dove la cultura della birra sia sinonimo di valori, socializzazione e condivisione di esperienze.
Coltivo le mie conoscenze partecipando a eventi, degustazioni, incontri e collaboro con l’Unper100 un’associazione di homebrewer forlivesi.
Mi affascina il passato delle persone, ascoltare le loro storie e capire come vivono le loro passioni.
Gestisco anche un mio blog semiserio www.etilio.it e mi piace pensare che questo possa contribuire a “convertire” più persone possibili al pensiero che “artigianale è meglio”.
Ho ancora tanti sogni nel cassetto e altrettanta voglia di concretizzarli.
Far parte del “Giornale della Birra” cosa significa? Vuol dire avere l’opportunità di comunicare a molte più persone quello che penso e mi appassiona.