Numero 14/2018
4 Aprile 2018
Alla Fiera Mastro birraio di Santa Lucia di Piave, la birra incontra il chinotto!
L’attenzione per la birra artigianale da parte dei consumatori italiani è in continua crescita ed il movimento culturale che coinvolge il settore enogastronomico si sta arricchendo di una schiera di cultori sempre più ampia e curiosa. Inevitabilmente, quindi, i consumatori sono portati non solo a cercare nuove sensazioni organolettiche e nuove esperienze sensoriali mediante la ricerca di bevute differenti e particolari nell’ambito birraio, ma i confini della sperimentazione si espandono anche verso altre bevande dall’alta qualità oggettiva.
Per venire incontro a questa rinnovata esigenza, sempre più spesso, nelle manifestazioni dedicate alla birra artigianale compaiono gli stand delle preparazioni gastronomiche e di altre bevande accomunate dalla ricercatezza delle caratteristiche delle materie prime, dall’artigianalità del processo produttivo e dalla tipicità o tradizionalità che le lega al territorio d’origine.
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Una interessante degustazione a cui potranno avvicinarsi gli avventori della Fiera Mastro birraio di Santa Lucia di Piave, giunta quest’anno alla settima edizione e che aprirà i battenti il prossimo 6 aprile, è quella del Chinottissimo Neri. Un’azienda che ha segnato la storia delle soft drinks Made in Italy, tanto da aver creato la prima formulazione della bevanda a base di chinotto, oggi ritornata in commercio grazie all’impegno imprenditoriale della nuova generazione della famiglia, nella persona di Simone Neri.
Giornale della Birra ha intervistato, in esclusiva, Simone che con grande passione ci ha illustrato il suo progetto e la sua bevanda, che rappresentano una vera e propria tradizione, o meglio una parte d’eredità, della sua famiglia.
Simone, partiamo dalla storia della tua azienda: chi ha inventato il Chinottissimo Neri e quale sono state le ragioni del declino della bevanda originale?
Il primo Chinotto nato a Roma e più precisamente al Mandrione (quartiere Romano) lo ha inventato mio nonno Pietro Neri nel 1949. Il Chinotto nasce dopo alcuni tentativi fatti di inventare un’aranciata, ma causa la mancanza di zucchero che c’era nel dopo guerra e utilizzando la saccarina, la bevanda risultava sempre sbilanciata troppo dolce , cosi su una base di aranciata iniziò ad aggiungere degli ingredienti amari come Rabarbaro, china e fiori di chinotto, ottenendo così l’alchimia giusta che lo portò a perfezionare la bevanda Chinotto. La bibita ebbe subito un successo straordinario a tal punto da ampliare le produzioni costruendo uno stabilimento il più innovativo d’Europa dei tempi a Capranica in provincia di Viterbo, successivamente ne costruì uno a Napoli e un altro a Bologna. Le vendite raggiunsero i 40 milioni di bottiglie annue solo della bevanda chinotto, alla quale aggiunse anche limonata, aranciata e gassosa.
Raggiunto l’apice del successo per ragioni “politiche” fu costretto a cedere gli stabilimenti e i marchi ma non le ricette originali delle bevande che ancora oggi sono custodite dalla famiglia Neri e più precisamente da me.
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La tua perspicacia e volontà di riprendere in mano la produzione è avvenuta anche sotto la spinta di una rinnovata attenzione del consumatore italiano verso quelle bevande che fino a qualche decennio orsono erano prodotti esclusivamente di stampo industriale, ma che oggi sono state rivalutate grazie all’estro artigiano. Credi che il settore della birra abbia inciso anche sulla tua esperienza?
Assolutamente si, l’artigianalità delle formulazioni delle bevande ha inciso tantissimo nello spingermi a rientrare sul mercato, proprio sull’onda delle birre artigianali che tanto creano interesse nel consumatore, basti pensare che sto studiando una birra artigianale al Chinottissimo e qualora ci fosse un Mastro birraio interessato accetterei volentieri un aiuto considerando che non ho esperienza nel produrre birra.
Scendiamo nel dettaglio della produzione odierna: quali sono le peculiarità della bevanda che produci?
Il filo comune è la qualità, originalità e selezione delle materie prime, basti pensare che il Chinottissimo è composto oltre che da infuso di chinotto, da 53 estratti di erbe officinali (aloe, ginseng, biancospino, menta, genziana, rabarbaro, mirra, arancio dolce, arancio amaro…), che donano alla bevanda un sapore unico e inimitabile, l’idea prima di nonno ora la mia è quella di bere per la Salute e non contro la salute lasciando il più possibile la chimica fuori.
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Oltre al Chinottissimo, quali sono le altre soft drink offerte dalla tua azienda?
Chinottissimo non è l’unica referenza aziendale, infatti, abbiamo in produzione una gammma in grado di soddisfare diverse esigenze, tutte però realizzate seguendo la filosofia del marchio di fabbrica che già ti ho illustrato. Proponiamo Arancissima con 16% di succo di arance rosse sanguinelle ed estratto di carota nera, completamente naturale e Limonissimo con succo di limone al 12% completamente naturale. Inoltre, completano la gamma Spumissima composta da erbe e senza conservanti e Gassosissima, un classico delle bibite italiane.
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Il Chinottissimo sarà ospite d’eccezione alla Fiera Mastro birraio di Santa Lucia di Piave nei tre weekend dal 6 al 22 aprile: cosa ti aspetti da questa esperienza?
Di partecipare innanzi tutto ad una grande festa, poi come già accaduto ad Artigiano in Fiera di ricevere molti consensi da un pubblico sempre molto attento all’artigianalità e bontà dei prodotti come quello che sarà presente alla Fiera Mastro birraio di Santa Lucia di Piave. Avere la possibilità, infatti, di rapportarsi con un pubblico attento e desideroso di sapere cosa e chi sta dietro ad un prodotto è un’opportunità importantissima per poter mettere in luce le peculiarità del Chinottissimo e delle altre bevande prodotte.
Maggiori informazioni sul Chinottissimo Neri sono disponibili al seguente link: www.chinottissimo.com, mentre tutte le novità sulla Fiera Mastro birraio di Santa Lucia di Piave sono consultabili su www.fierabirra.it