Numero 14/2022
7 Aprile 2022
Alla scoperta del Birrificio Casamatta
Oggi ho il piacere di intervistare Andrea Menegon, birraio e fondatore del Birrificio Casamatta di Enemonzo in provincia di Udine.
Dal pallone al produrre birra. Leggiamo assieme la sua storia.
Ciao Andrea e benvenuto sul Giornale della Birra. Da calciatore professionista a birraio. Ci parli di te e di come e quando nasce il progetto di aprire il birrificio?
Ciao Christian, fino all’ età di 23 anni giocavo a calcio, ho avuto diverse esperienze come professionista. Poi a causa di un infortunio le porte di una carriera “diversa” mi si sono chiuse e per una serie di coincidenze ho iniziato a lavorare in un brew pub nel centro di Udine, dove mi ero trasferito a vivere. Da quel momento fu amore a prima vista anche grazie al fatto di aver incontrato sulla mia strada un maestro di nome Lorenzo Pilotto che mi ha trasmesso questa passione, insegnandomi la maggior parte delle nozioni indispensabili per iniziare questo bellissimo mestiere. Successivamente ho avuto altre esperienze, ma esattamente cinque anni fa mi sono convinto a fare il grande passo.
Ci spieghi perché hai scelto di chiamarti, Casamatta e com’è strutturato il tuo birrificio?
Il nome deriva da un locale di Bologna che frequentavo assieme ai miei compagni quando giocavo a Ferrara. Mi sembrava il giusto collegamento tra le mie ” 2 vite”. Inizialmente sono partito con un impianto da 5 hl riscaldato a vapore e 6 fermentatori sempre da 5 hl, successivamente è stato inserito un maturatore da 20 hl. Negli ultimi mesi abbiamo eseguito del lavori di ampliamento e proprio in questi giorni sto aspettando altri 3 fermentatori da 10 hl che lavoreranno con altrettanti maturatori della stessa capacità. Abbiamo un giardino esterno con circa 100 posti a sedere dove quest’ estate ( covid permettendo ) organizzeremo sia eventi musicali che culinari grazie a delle belle collaborazioni con aziende locali.
Attualmente com’è composta la tua gamma birre e quali altre sogni di fare prossimamente?
Per scelta ho deciso di non inserire un numero elevato di birre all’ interno della gamma perché credo che un birrificio debba tararsi sulla capacità del proprio impianto e avere sempre disponibili le birre presenti a listino. Abbiamo 4 birre che definiamo “classiche” che sono una pils, una rossa in stile belga, una ipa e un’ ambrata leggermente speziata con arancia e cardamomo e delle birre stagionali realizzate partendo da uno stile classico alla quale aggiungiamo prodotti naturali presenti sul nostro territorio.
La prossima birra che farò sarà dedicata ai celiaci quindi sarà senza glutine mentre per il quinto anniversario del birrificio a settembre mi stuzzica l’ idea di creare una cold ipa un pò diversa; è uno stile che mi incuriosisce molto e che mi piacerebbe approfondire.
È stato un periodo difficile per tutti, soprattutto per il settore birraio. Come l’hai superato e come vedi il tuo futuro? Progetti ?
E’ vero, come altri settori, anche il nostro ne ha parecchio risentito. Devo dire la verità, abbiamo la fortuna di avere un sito e-commerce che funziona bene quindi anche attraverso i social siamo riusciti a lavorare con i privati nel primo look down del 2020, poi abbiamo usato il maggior tempo a nostra disposizione per migliorare il birrificio, facendo altri piccoli investimenti come la realizzazione del giardino esterno in modo tale da farci trovare pronti quando la situazione sarebbe stata più o meno normale. Il futuro prossimo per la nostra attività sarà cruciale perché attraverso l’ andamento dell’ estate, potremo capire se trasferirci in un sito più grande per aumentare la produzione.
Da buon sportivo, birra e sport. Non hai mai pensato di realizzare una birra a basso grado alcolico ma più energetica di altre?
L’ idea di una birra più energetica è interessante e ammetto di non averci mai pensato. A me piace molto seguire il basket NBA attraverso la cultura americana e le squadre di casa hanno come usanza, iniziata negli anni 70/80, di omaggiare la squadra ospite regalando delle casse di birra. Essendo comunque un alimento, diciamo che una birra dopo lo sport è molto utile per reintegrare i sali minerali persi.
Un ultima domanda. Qual ‘è per la miglior birra bevuta e il miglior luogo birraio visitato.
Sono amante della birra ceca in tutte le sue sfaccettature e per quanto mi riguarda l’ U Fleku di Praga è un luogo di assoluto culto. Di birre buone ne ho bevute tante per fortuna e se devo essere sincero, non riuscirei a classificarle, però un momento particolare con una birra in mano c’è, il mio migliore amico vive in provincia di Brescia, siamo come fratelli anche se non ci vediamo molto. Ho deciso di chiamare una mia birra “Florian” come il nome del bar che gestiva quando ci siamo conosciuti e dove ci siamo davvero divertiti; quando l’ abbiamo bevuta insieme per la prima volta in nome della nostra amicizia, è stato un momento che ricorderò per sempre.
Info e contatti : www.birracasamatta.com