Numero 28/2016
12 Luglio 2016
Alla scoperta del Peppo e del Biraus, due locali vocati alle belghe!
Dopo una panoramica su alcune realtà produttive ed eventi della provincia di Lecco, in cui vivo, mi sembra opportuno presentarvi alcuni locali del mio territorio, dove appena posso vado a farmi una buona birra in compagnia e un giro in cantina: ogni volta trovo qualche piccola, ma per me grande novità!
Di seguito l’intervista a Davide Dozio, portavoce della brigata del Peppo di Colle Brianza e del Biraus di Missaglia!
Davide, quale la vostra storia e perchè due locali?
Tutto inizia a fine anni ’90 a Colle Brianza, dove in passato vi era un piccolo circolo. A seguito dell’apertura di un bar appena sotto il nostro locale, ci siamo trovati nella necessità di inventarci qualcosa, differenziarci o probabilmente il nostro locale avrebbe chiuso: così ci siamo appassionati alle birre belghe e abbiamo deciso di servirle e proporle ai nostri clienti. Si decide di provare prima con 4 spine, poi 6, 10 e a fine 2002 le referenze erano addirittura una trentina. Ricordo le novità via via inserite, come la Rulles, le prima Cantillon, poi Fantome , fino al 2005 credo di aver bevuto le migliori Fantome di sempre , non che adesso siano da meno. Come Peppo siamo attivi dal 1999, poi nel 2002, con l’ingresso di Teo e Lori come soci, è nato il Biraus a Missaglia. La scelta di un secondo locale è stato il numero dei soci, che allora erano quattro:, un locale non bastava, abbiamo colto la possibilità di aprire a il nuovo locale in una ex gelateria, così ora li gestiamo entrambi.
Poi una serie di eventi: nel 2003 Chicco ha lasciato, nel 2005 purtroppo la triste perdita di Teo, nel 2005 son entrato io e, infine, nel 2007 si è aggiunto Stefano. Al momento siamo rimasti tre soci, Lori e Stefano oltre a me, più il personale.
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La vostra idea di birra? Impianto spine di vostra proprietà, quindi libera scelta?Avete delle birre fisse e differenziate l’offerta nei due locali?
In Belgio e la sua produzione brassicola è il nostro punto di riferimento. Abbiamo anche deciso di ampliarci ad un orizzonte più vasto, dando spazio ad altre birre che vengono incontro ai nostri gusti. Offriamo anche diverse italiane, ma non tantissime, spesso serviamo le birre del Lambrate e diamo spazio più alle spine che alle bottiglie in generale: ormai è questo il trend.
Da cinque anni circa abbiamo l’impianto spine di nostra proprietà in entrambi i locali. Come birre fisse una bitter, la Guinnes e la Chouffe, poi offriamo variabili alternative per stile e gradazioni alcoliche, per venire incontro alla clientela.
Ci piace cambiare, certamente amiamo dei must come le Rulles, l’Estival – credo sia il massimo nel suo stile -, ma anche le trappiste come la Chimay e la Orval.
Nei due locali le birre sono le stesse a rotazione: magari dello stesso birrificio trovi una birra al Peppo e l’altra al Biarus, così come certe piacciono più in un locale che nell’altro.
Siete Ambasciatori Orval da qualche anno, come lo si diventa e perché questo riconoscimento?
Quando ci hanno conferito questo titolo, lo abbiamo apprezzato come un riconoscimento per gli anni di vendita ed educazione birraria nei confronti della Orval, come per la Chimay D’Oree. È un titolo attribuito a quei locali che nel tempo hanno dimostrato serietà nel vendere e diffondere la filosofia e la storia della birra, nella correttezza del servizio, nell’attenta gestione del prodotto. Si può anche essere nominati cavalieri di Orval: lo diventano i grandi conoscitori della storia dell’abbazia, non solo della birra, ma di tutto l’insieme. Un bel riconoscimento per un singolo.
La soddisfazione è stata poter veder la produzione e far visita ai loro impianti; non è da tutti: lo considero un posto unico al mondo, che difficilmente dimentichi.
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Nei vostri 2 locali c’è molta passione per le moto. Vuoi aggiungere qualcosa?
Si, una passione comune a tutti, anche se purtroppo Teo…
Qui aveva sede il Club della 58, la strada provinciale che conduce al Peppo, spesso frequentato dagli amanti della Moto Guzzi. In onore di questa strada è nata la Sp 58, una nostra birra.
Quali sono gli aspetti positivi e negativi del vostro lavoro?
Intendi il lavoro del publican? Me fö’l barista mia öl publican… ( e ridiamo in dialetto).
L’aspetto più bello è di stare in mezzo alla gente, conoscere persone nuove, il fatto di aver scoperto determinati prodotti, come essere stati tra i primi ad avere una Ipa o vendere decine di cartoni di Fantome , avere clienti non solo fuori provincia ma anche dal Piemonte… insomma farsi conoscere per il buon servizio che offri.
Contro: lavorare mentre gli altri si divertono, o meglio nel mio lavoro mi diverto perché amo la birra, ma resta meno tempo per i propri interessi. Il nostro lavoro non è solamente dalle 19 di sera alla chiusura, ma c’è tanto altro da fare , la spesa, sistemare i locali, gestire i corrieri e fornitori, trovare nuovi prodotti e poi arriva subito sera…
Una domanda curiosa, perché non avete una lista come spesso troviamo in altri locali?
Bella questa! La lista è in cantiere da anni, l’idea è dividere tutte le birre che trattiamo con un scheda del birrificio e del prodotto, è tutto pronto. Avevamo prodotto una ventina di liste in legno, ora ne son rimaste 4 … vuoi che si son volatilizzate da sole? Non credo, qualcuno le copierà, e così non ci siamo ancora decisi a rifarle.
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Ultimamente oltre alle birre di altri birrifici avete anche una piccola linea di birre vostre, realizzate esclusivamente per il Peppo e il Biraus. Ci sveli qualcosa in merito?
Tra il 2000 e il 2005 avevamo intenzione di aprire un birrificio e c’erano già in cantiere alcune piccole ricette. Non siamo però addivenuti a concretizzare il progetto negli anni, così abbiamo pensato di farcele produrre su nostra ricetta.
Tra queste la Saison, che è lo stile a noi più caro e La Toulon, una Golden Ale in omaggio a un nostro cliente, un gran bevitore, che in dialetto quando beveva troppo , diceva di averne bevuta un Toulon appunto, che in dialetto significa .. bidone , secchio.
H.B.J. è la natalizia, ascoltando lo Zoo di Radio 105, c’era una canzoncina dal titolo Happy Byrthday Jesus, da lì il nome. Poi come già detto la Sp 58 in onore alla strada provinciale 58 , a noi cara, una saison. E infine la Saision De Bricch , l’ultima nata, in collaborazione col Birrificio Rurale; il termine Bricch è usato per indicare la nostra Brianza, al fine di rappresentare l’anima della birra contadina, campagnola, come le saison belghe. Al momento però la Sp 58 e la Touoln sono diciamo fuori produzione.