Numero 22/2019
28 Maggio 2019
Alla scoperta delle birre del Merseyside!
Si è svolta dal 21 al 23 febbraio scorso la trentanovesima edizione del Liverpool Beer Festival, patrocinato dalla locale sezione del CAMRA (Campaign for Real Ale, l’ente fondato per salvaguardare la Real Ale come prodotto tradizionale tipico dell’Inghilterra). Questa edizione si svolge per il ventesimo anno consecutivo nella suggestiva cornice della cripta della Cattedrale Metropolitana di Liverpool, ed è, nelle intenzioni degli organizzatori dell’evento, un’occasione per dare rilevanza alle produzioni non solo dei numerosi birrifici artigianali cittadini, ma anche di tutto il Merseyside, ovvero la regione in cui si trova Liverpool e che è attraversata dal fiume Mersey. Molte sono infatti le realtà produttive autoctone di Liverpool e dei piccoli centri al confine con la grande città portuale, tra mircobirrifici e brewpub, e molte sono nate a partire dai primi anni 2000 sulla scorta di un generale rinnovato interesse di consumatori e produttori per la tradizionale Real Ale. Per dare risalto alle realtà locali, per il decimo anno il Festival sposa il programma LocAle, la campagna nata per promuovere i produttori del Merseyside, organizzando tra l’altro visite guidate nei birrifici.
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Per questo motivo i giorni del festival hanno visto la frequente presenza degli stessi birrai in servizio presso il banco delle spine, servendo i loro prodotti e illustrando al pubblico del festival le caratteristiche delle loro birre per aiutarlo nella scelta. Il festival ha comunque ospitato produttori provenienti da tutto il nord dell’Inghilterra, dalla vicina isola di Mann al Kent, dal Lancashire alla Greater Manchester. Il tutto per un totale di oltre 200 tra birre e sidri, disponibili al banco spine o spillate direttamente dai cask.
Per quanto riguarda le proposte gastronomiche, il festival ha offerto tipiche produzioni come torte e pudding di carne, hamburger di carne locale, maiale e tacchino arrosto serviti con salse e marmellate agrodolci, nonché lo stand di produzioni di formaggio locale.
Questo evento è stato possibile non solo grazie ai membri della attivissima sezione locale del CAMRA, ma anche al sostanziale apporto di numerosi volontari che si sono offerti di impiegare il loro tempo nei tre giorni del festival come addetti al bar, stewards e aiutanti. Proprio alla responsabile del reclutamento dei volontari, nonché Branch Chair del CAMRA Liverpool &DistrictSonia James – Henry, abbiamo fatto alcune domande sul Festival appena concluso.
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Sonia, un caloroso saluto dalla redazione del Giornale della Birra. Questa è la trentanovesima edizione e per la ventunesima volta qui, nella cripta della Cattedrale Metropolitana. Puoi raccontare brevemente ai lettori italiani la storia di questa bella location?
La cripta fu progettata da Sir Edward Lutyens, la cui ambizione era realizzare una chiesa seconda in dimensioni solo alla Basilica di San Pietro in Vaticano. La costruzione iniziò nel 1933, tuttavia i crescenti cosi e le restrizioni dovute alla seconda guerra mondiale fecero sì che la Cripta non fosse completata fino al 1958. All’epoca il design originario di Sir Lutyens fu considerato troppo costoso, e i suoi progetti vennero abbandonati. Fu designato un altro architetto che lavorò ancora sulla Cattedrale nel 1962, sebbene il nuovo progetto fosse molto più piccolo, con la conseguenza che la Cripta è più grande della cattedrale sotto cui si trova. La Cattedrale fu consacrata nel 1967. Un modello architettonico del progetto originario di Sir Lutyens si può vedere nel Museo di Liverpool.
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I volontari sono una parte essenziale delle persone che contribuiscono al successo del festival. Puoi spiegarci cosa ti trasmette questa esperienza di fare i volontari al vostro festival, e lo spirito del vostro gruppo e dell’evento?
Abbiamo molti volontari che vengono al nostro festival anno dopo anno, da varie distanze, che sia Londra o Glasgow. Il nostro festival è amichevole e rilassante, facciamo sentire tutti benvenuti e non è necessario essere già pratici perché siamo in tanti desiderosi di aiutare i nuovi arrivati. I nostri volontari inoltre hanno piacere di consigliare birre a visitatori che sono probabilmente più abituati a bere lager o Guinness. Elevare l’amore per la realale e stimolare gli altri a provare birre differenti è una delle ragioni per cui i volontari lavorano al festival. E, ovviamente, alla gente piace fare i volontari perché dà loro la possibilità di provare una grande varietà di realales di buona qualità, e gratis!
Questo festival è un evento promosso dalla sezione “Liverpool &District” del CAMRA. Riguardo allo status della realale, come è cambiato nel tempo in questa parte dell’Inghilterra? E attualmente quanto è presente e popolare la Real Ale nel Merseyside?
In passato, la realale a Liverpool era appannaggio di grandi produttori nell’area, Higsons e Cains per citarne due. Questi birrifici possedevano numerosi pub di Liverpool, il che restringeva la scelta, in quanto i pub potevano servire solo le birre dei birrifici che li possedevano. Lentamente, nel corso degli anni le cose sono cambiate, man mano che queste grandi birrerie hanno chiuso questi pub hanno iniziato a diventare indipendenti nel senso che potevano offrire birre di qualsiasi birrificio. Vi sono ancora pub che sono votati a una specifica birreria e quindi sono limitati nelle loro opzioni di acquisto, ma sono la minoranza. In passato molti pub erano dominati dal sesso maschile, di fatto alle donne non era permesso entrarvi. Ma ora le cose sono cambiate, la possibilità di scelta è migliorata, e tutto ciò ha fatto crescere la popolarità della Real Ale. I pub nel vecchio stile hanno fatto spazio a una varietà di spazi diversi in cui godersi la realale, così c’è davvero possibilità di scelta per tutti.
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Ho notato con interesse sia la vostra campagna denominata LocAle che la grande presenza e varietà di birrifici del Merseyside. Puoi descrivere ai lettori italiani gli stili che sono più popolari del Merseyside, e se vi è qualche variante tipicamente locale?
E’ difficile dire quali siano gli stili più popolari visto che sappiamo di avere una grande possibilità di scelta. Tradizionalmente, i bevitori del nord erano soliti preferire le bitter e le mild, di certo molti dei bevitori più anziani preferiscono questi stili. Comunque, le ale leggere e luppolate sono attualmente molto popolari, sebbene questa potrebbe essere la ragione per cui sta diventando difficile trovare gli stili di birra più scuri e molti distributori di ale scure ritengono che le birre scure non si vendano più bene come prima. Alcuni anni fa, molti birrifici hanno tolto la dicitura mild dalle loro etichette perché ritenevano che attirasse poco i giovani. Comunque, sembra che sia in corso una sorta di resurrezione delle birre “vecchio stile” e le mild, le porter e le stout iniziano lentamente a tornare nei pub.
Secondo te cosa si può fare per migliorare la situazione a livello locale della realale? Mi riferisco a tutta la filiera, partendo dagli ingredienti al momento in cui la birra viene servita nel bicchiere, quindi non solo il processo produttivo ma anche la distribuzione e il servizio nei pub.
La situazione della realale a Liverpool è attualmente molto buona, c’è poco che posso suggerire per migliorarla. Data la presenza di un gran numero di birrerie locali ciò comporta che si tende ad acquistare da produttori del posto, e c’è carenza di stili di birra differenti provenienti da altre parti del paese. Inoltre sono molto pochi i pub che servono la birra in bicchieri segnati,così c’è il rischio di ricevere meno di una pinta. La scelta degli stili è un altro punto, sebbene vi sia un gran numero di birre nei pub, gli stili tendono a essere sempre gli stessi.
Sonia, il Giornale della Birra ti ringrazia per le risposte che ci hai dato. Ti salutiamo e consigliamo ai nostri lettori di non perdere la prossima edizione del vostro festival.