Numero 37/2018
12 Settembre 2018
B2O: il nuovo modello di agribirrificio… non solo birra, ma molto di più!
Con il birrificio artigianale B2O ci eravamo lasciati alla vigilia del “B2O Day”, data dell’inaugurazione della nuova sede nell’oasi naturale della Brussa – tratto costiero veneto tra Caorle e Bibione; ed ora, a quasi un anno dall’inizio di questo percorso, B2O può dire di aver dato una nuova fisionomia alla propria attività. «La scelta di insediarci in un’oasi naturale, che unisce zone ancora incontaminate a campi bonificati e coltivati nel rispetto delle peculiarità del territorio – spiega il birraio, Gianluca Feruglio – ha senz’altro rappresentato una bella sfida. E non mi riferisco solo all’utilizzo delle ultime tecniche di bioedilizia, di energie rinnovabili, e di impianti improntati al risparmio energetico ed idrico in particolare; ma anche alla consapevolezza che, al giorno d’oggi, essere agribirrificio non può più significare solo coltivare qualche ettaro ad orzo». Specie nel contesto della Brussa, segnato dalla compresenza di aziende agricole, percorsi di turismo ciclistico ed ippico, e dalla vicinanza di stazioni balneari frequentate come Caorle e Bibione, «è necessario saper unire arte brassicola, agricoltura e turismo: essere, insomma, un agri-tur-birrificio».
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Sono così state avviate coltivazioni non solo d’orzo, grani antichi e luppolo – seppure per ora a livello sperimentale –; ma anche di pomodori, melanzane, zucchine, cetrioli, insalata, angurie ed altri ortaggi. Il tutto degustabile a km davvero zero nel ristorante annesso alla tap room, assieme ad altri prodotti alimentari provenienti dalle aziende agricole del circondario. «Non è semplice volontà di proporre un turismo slow o una riscoperta della terra solo per seguire quella che è, di fatto, una tendenza del mercato e finanche una moda – prosegue Gianluca – ma la concretizzazione di quella che è l’identità di B2O: una realtà dove unire, in un unico percorso esperienziale, l’aspetto agricolo, brassicolo e culinario». Ciò ha significato anche l’ingresso di nuovo personale, sia nella tap room che dietro ai fornelli.
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Questo percorso non ha comportato un disimpegno sul fronte brassicolo: la squadra si è infatti allargata con l’arrivo di due birrai diplomati all’Accademia Dieffe, e sono in fase di implementazione sistemi innovativi di controllo qualità – tra cui Lab4Beer, di cui il Giornale ha già parlato. Un “fermento di idee” che è terreno fertile per la sperimentazione, cimentandosi anche con stili poco conosciuti: a giugno 2018 è ad esempio uscita la Grodziskie – tradizionale birra polacca, prodotta con malto di frumento affumicato su legno di quercia e sottoposta ad un lungo processo di infusione e bollitura. Data la rosa di sapori e aromi piuttosto complessa – dall’acidulo, all’affumicato, al cereale, all’amaro netto sul finale – si è guadagnata la fama di “birra per intenditori”; ma, assicura Gianluca, «avendo scelto di non calcare troppo la mano e di puntare all’armonia complessiva siamo riusciti ad avvicinare a questo stile anche chi non l’aveva mai provato prima, ricevendo numerosi consensi».
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Sempre molto gettonata d’estate anche la B Fresh, blonde ale aromatizzata con zenzero biologico proveniente dalle campagne venete; e la blanche Terra, con scorze d’arancia biologiche dalla Sicilia. Entrambe si sono peraltro aggiudicate 4 stelle (su un massimo di 5) ai World Beer Awards di Londra nel 2017, segnando il debutto nei concorsi internazionali per B2O. «Tenendo conto che ci siamo appena affacciati oltre confine – osserva Gianluca –, senz’altro è un ottimo inizio. E per giunta con due birre che possono fare da ambasciatrici dell’Italia all’estero, utilizzando prodotti d’eccellenza del nostro Paese: questo riconoscimento costituisce quindi di un ottimo biglietto da visita non solo per il birrificio, ma anche per il Made in Italy nel suo insieme».
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Nel futuro di B2O c’è ora la prosecuzione di questo percorso agri-brassicolo-turistico; nonché di presenza sul territorio, sia tramite il coinvolgimento di aziende ed operatori turistici locali, sia come partecipazione ad eventi anche non strettamente birrari che siano significativi per la Regione e le zone limitrofe. «Vogliamo davvero fare rete – conclude Gianluca – e farla in ogni direzione, non solo tra imprese del settore». Merita infine attenzione uno spunto di discussione lanciato da Gianluca per quanto riguarda la coltivazione del luppolo: «Non metto in dubbio che autoprodurre il luppolo sia un valore aggiunto – osserva –, ma parte della bellezza e dell’abilità dell’essere birraio artigiano sta nello sperimentare con luppoli diversi, nello sceglierli da quei produttori che sanno garantire il meglio per quella specifica varietà.
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E facendo tutto da sé questo chiaramente non è possibile, sia perché non si riesce a coltivare un gran numero di varietà, sia perché non con tutte si ottengono buoni risultati in termini qualitativi nella propria area geografica. Per cui credo che, in tempi in cui sempre più birrifici si stanno incamminando su questa strada, sia necessario ragionare attentamente tra birrai su questo aspetto».
Maggiori informazioni: www.birrificiob2o.com