Numero 29/2017
17 Luglio 2017
Baladin Open Garden: il biergarten della cultura agri-brassicola secondo Teo Musso
Il Baladin Open Garden è il compimento del progetto più ambizioso di Baladin da quando, nel lontano 1986, Teo Musso ha aperto il suo primo pub nel microscopico paese di Piozzo, alle porte delle Langhe. Nel corso di 30 anni di attività, la vision del birrificio è evoluta di pari passo all’aumento dei volumi produttivi ed all’aumento della propria celebrità: a differenza di ciò che avverrebbe secondo i classici canoni economici, che portano l’artigiano a diventare industriale ed a scendere al compromesso dell’aumento delle quote di mercato a fronte della massificazione della produzione, Baladin ha compiuto un percorso di legame sempre più intimo con la filiera agricola, radicandosi come vero e proprio birrificio glocal. Oggi Baladin, è infatti un vero birrificio agricolo, autoproducendo oltre l’80% della materia prima utilizzata nelle sue birre.
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A luglio dello scorso anno è stato inaugurato a Piozzo il nuovo sito produttivo, dalla capacità di 50.000 ettolitri annui, che porta nell’anima il meglio degli ultimi ritrovati tecnologici, ma tutta la tradizione e cultura della vocazione agricola. Un legame che si manifesta nel contrasto apparente tra la anticaCascina Coda e la sua antica corte, che accoglie all’ingresso del birrificio, e la nuova struttura di produzione, estremamente moderna e funzionale. Ed è proprio qui, all’interno dei grandi spazi che ospitano la nuova sede del birrificio, che ha preso vita il parco di 70.000 metri quadrati dedicato alla Birra “Viva”, al rapporto con la Terra, uno spazio Open di nome e di fatto, aperto a tutti, non solo ai cultori della birra. Dopo l’inaugurazione dello scorso 21 giugno, il Baldin Open Garden si appresta a diventare una tappa complementare ai percorsi eno-gastronomici del territorio delle Langhe contribuendo così a divulgare la conoscenza della birra artigianale italiana. Ogni domenica, a partire dal 23 luglio, si apriranno le porte per i visitatori che potranno così fare il “Picnic Baladin”.
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In esclusiva per Giornale della Birra, l’intervista a Teo Musso, che ci ha raccontato con enfasi ed emozione, non solo gli aspetti più tecnici e concreti del Baladin Open Garden, ma anche i dettagli del suo sogno condiviso.
Teo, Baladin è cresciuto come nessun altro birrificio artigianale ed è oggi il più celebre a livello nazionale ed internazionale: nonostante questo rapido ed esponenziale sviluppo, la tua azienda non ha mai abbandonato il paese di Piozzo. Una scelta forse scomoda ed antieconomica per tanti aspetti: cosa significa per te aver recuperato l’antica Cascina Coda, gioiello Seicentesco, abbandonato a se stesso, fino al recupero di cui sei stato artefice?
La storia di Baladin e la mia vita si intrecciano indissolubilmente con Piozzo. È vero, avrei potuto sposare la sede del birrificio in una grande città come Torino ma non è mai stata un’opzione nei miei pensieri. Il paese, le mie radici, sono parte stessa della filosofia che guida il pensiero di Baladin. Ho imparato a fare rete in paese. Tante cose che ho fatto non sarebbero state possibili senza l’aiuto di amici, artigiani e/o pensatori che vivono a Piozzo o nei suoi dintorni più prossimi. Due anni fa ero alla ricerca di una nuova casa per il birrificio. Quando mi è stata offerta l’area dove ci siamo trasferiti ho valutato tutti gli aspetti logistici ma non nego che il sogno di ridare vita alla cascina Coda mi ha affascinato e ha contribuito in maniera importante nella scelta. Pensare di dare continuità storica, di ridare vita ad un luogo storico mi da continue emozioni e si integra perfettamente nei temi di comunicazione che vorrei far arrivare alle persone che verranno a farci visita.
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Portare il birrificio in un contesto rurale, in cui si evidenziano tutti gli elementi della filiera produttiva, dal campo alla birra assuma un importante ruolo di educazione culturale: quale messaggio desideri sia colto dagli appassionati di birra e, più in generale, da tutti i fruitori del Baladin Open Garden?
Vorrei che tutti arrivassero a capire che “la Birra è Terra”. Mi sono impegnato a trasformare il mio birrificio in un’azienda agricola non solo per affezione alle mie origini contadine ma anche per sostenere concretamente questo messaggio. Il Baladin Open Garden con il tempo mi aiuterà a far comprendere tutto questo anche raccontando di altri prodotti della terra e del risultato della loro trasformazione. Vorrei che le persone, innanzi tutto, godessero di un luogo che nasce per rilassarsi e poi se lo vorranno potranno approfondire il messaggio che racchiude facendo un’immersione tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione con al centro la consapevolezza che tutto ha origine dalla Terra.
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La struttura amplissima della Cascina Coda sarà la sede di numerose attività: dai laboratori di preparazione degli alimenti al mercato dei contadini, nonché un’ampia gamma di dotazioni a disposizione degli avventori per vivere il picnic del weekend: quale sarà, nella tua previsione, il pubblico che trascorrerà le proprie giornate nel garden del birrificio?
Mi auguro che sia un pubblico eterogeneo. Saranno benvenuti gli amanti della birra artigianale ma anche i semplici curiosi. Ho l’ambizione che il Baladin Open Garden diventi una tappa “birro”- gastronomica del turismo di Langa. Se ci riuscirò – e sono molto fiducioso – potrò ambire a creare cultura e una più ampia conoscenza del fantastico mondo della birra artigianale e non solo… In ogni caso mi auguro che diventi un luogo di condivisione dove passare il tempo con la propria famiglia o con gli amici. Per i più piccoli verrà allestita un’area divertimento con “giochi di una volta” e ci sarà un grande albero “parlante” che racconterà, all’ombra delle sue fronde, le storie contadine.
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Il Baladin Open Garden sarà aperto a tutta una serie di figure esterne: i contadini locali che organizzeranno un vero e proprio mercatino d’eccellenza, gli artigiani del caffè e del cioccolato… quale opportunità vuole rappresentare la tua iniziativa per questi artisti del gusto?
L’idea è di creare uno spazio dove gli agricoltori locali possano interagire con il pubblico, raccontare le loro esperienze e far comprendere il significato del duro lavoro nei campi. L’abbiamo chiamato mercato “racContadino” per simboleggiare questo concetto. Speriamo che tanti capiscano lo sforzo che ogni singolo partecipante si appresta a fare. Ovviamente ci auguriamo che durante le domeniche del picnic Baladin i partecipanti scelgano di acquistare i prodotti degli agricoltori sia per consumarli nel giardino sia per fare la spesa della settimana. Analogamente avverrà per i maestri trasformatori (ad esempio del caffè o del cioccolato) che avranno però principalmente l’obiettivo di creare dei mini corsi da svolgersi nei pomeriggi della domenica. Abbiamo anche creato un progetto che vuole generare una tartufaia nella costa che sovrasta la cascina. Nei prossimi anni chi verrà a trovarci, nei periodi propri della raccolta del tartufo (in questo caso il nero), potranno cimentarsi in questa antica arte, accompagnati da agricoltori appassionati tartuficoltori.
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Realizzare il sogno del Baladin Open Garden ha rappresentato, di certo, uno sforzo economico importante. Nella sfida ha giocato un ruolo rilevante ed innovativo per la scena italiana la campagna di crowdfunding lanciata a sostegno del progetto: oltre all’aspetto di budget, cosa ha significato per te creare questa rete di condivisione del tuo sogno?
Il crowdfunding in Italia non è ancora un vero strumento di finanziamento. Ne eravamo coscienti e la nostra ambizione era di utilizzarlo come strumento moltiplicatore di comunicazione. Siamo orgogliosamente contenti che questo sia avvenuto e sono state milioni le persone che hanno potuto conoscere il progetto. Dico sempre che vale più una persona che viene in visita in birrificio che 1000 “like”. Lo confermo ma sono consapevole che al giorno d’oggi occorra coinvolgere una grande comunità virtuale per ambire a crearne una “reale”.
Maggiori informazioni: www.baladin.it