Numero 12/2021
25 Marzo 2021
BeerGallery: in via Stendhal a Milano la boutique della birra artigianale!
Una boutique della birra artigianale. E’ così che si potrebbe definire BeerGallery, un piccolo locale nel cuore del design district milanese (via Stendhal 30) che in un ambiente di tendenza mixa sapientemente birra e arte dando vita ad un’atmosfera unica.
BeerGallery infatti supera il concetto della birreria tradizionale attraverso un design di qualità, ora ulteriormente enfatizzato grazie ai lavori di ampliamento conclusi a gennaio. La stessa qualità che si riscontra nell’affascinante architettura del locale, si ritrova nell’offerta di birre artigianali, vino, Porto e distillati di birra scelti direttamente da Michele, cuore e testa del locale insieme alla moglie e socia Anabela.
La volontà di andare oltre il classico concetto di birreria appare evidente non appena si varca la soglia del BeerGallery, ma è nella seconda sala che l’unione tra birra e design trova la perfetta concretizzazione in un ambiente suggestivo dove alle tonalità grigie e gialle si contrappone, e affianca allo stesso tempo, l’esplosione di colori di una parete creata sul progetto “The Museum of Exicting Animals” del marchio olandese Moooi realizzato in collaborazione con il belga Arte.
I rivestimenti murali di Extinct Animals sono ispirati al Museo degli animali estinti di Moooi, attraverso il quale il marchio celebra la diversità della natura, alla quale Anabela e un’ appassionata e l’effetto che si viene a creare è quello di una quinta di un teatro dominata in questo caso dalle vive tonalità della natura del Giappone (Moooi Tokyo Blue).
In questo spazio suggestivo e davanti ad una Stendhal 30 ne approfitto per fare due chiacchiere con Michele sui progetti attuali e futuri di BeerGallery.
“Quando siete nati?
“Siamo nati nel 2016 come un localino per gli amanti della birra artigianale e con la volontà di offrire un qualcosa che in questa zona non c’era ancora. Poi, piano piano siamo cresciuti”.
Chi ha avuto l’idea di aprire BeerGallery?
“E’ un’idea mia, ma devo tutto al mio grande amico Maurizio del Beer Box di Via Savona che mi ha fatto conoscere le birre artigianali. Abbiamo iniziato lì a conoscere questo mondo e piano piano, come tutti, abbiamo compreso che la birra artigianale aveva qualcosa di diverso e da questo qualcosa di diverso è nato proprio BeerGallery”.
“Sei soddisfatto della tua attività?”
“Sono contento. Questa è la mia passione. Qualsiasi cosa succeda BeerGallery andrà avanti. Recentemente abbiamo anche fatto un piccolo ampliamento e vogliamo continuare ad essere un punto di riferimento della zona per la birra artigianale, il vino e per tutti i prodotti di eccellenza”.
“Chi viene da voi cosa puo’ trovare?
“Chi viene da noi trova in linea sei tipi di birre artigianali e anche diverse birre in bottiglia. Come vini per ora abbiamo cinque rossi e cinque bianchi sempre scelti da me; molti altoatesini perchè a mio avviso si prestano molto per l’aperitivo. Abbiamo anche un cocktail unico in città fatto con Porto bianco e dei distillati interessanti. Stiamo avendo un buon riscontro”.
Avete anche una vostra birra. Di cosa si tratta?
“La nostra birra, fatta con il Birrificio Geco di Cornaredo, è una Ipa. Amo questo stile e le birre luppolate. Abbiamo realizzato la birra con tre luppoli in bollitura: Cascade, Mosaic e Citra. Poi in dry hopping abbiamo aggiunto solo il Mosaic e il Citra, ma piano piano modifichiamo la ricetta; ogni cotta la facciamo con un luppolo diverso. L’impronta è quella, ma vogliamo offrire ogni volta qualcosa di leggermente differente ai nostri clienti. Il malto è Pils con un 10% Monaco che contribuisce a creare un corpo molto importante. I riscontri sono molto positivi. La Stendhal 30 piace.E’ una birra luppolata, ma morbida. Molto bevibile. Poco estrema. E’ una birra da bere tutti i giorni”.
Con quali altri birrifici lavorate?
“Io amo Menaresta. A mio avviso, sono sempre perfetti nelle loro birre e hanno una qualità meravigliosa. Due o tre linee sono sempre per loro. Sono bravi e lavorano con professionalità”.
Come dicevi, recentemente vi siete allargati. Una scelta controcorrente in un momento di difficoltà per il vostro settore. Sei quindi ottimista?
“Durante il lockdown, seguiti dall’amica e architetto Isabelle Ruiu, abbiamo fatto questi lavori di ampliamento, iniziati il 20 dicembre e conclusi il 15 gennaio. Ne abbiamo approfittato per creare qualcosa di nuovo. Io sono ottimista. Prima o poi tutta questa situazione finirà e si tornerà ad una vita normale”.
A causa del Covid-19 continuate a lavorare a singhiozzo. Come giudichi la ‘politica’ delle continue chiusure e riaperture?
“Ci volevano delle regole precise e andavano fatte prima. Dovevano dirci: ‘chiudete’, ma non possono dirci: ‘chiudete’, ‘riaprite’, noi facciamo gli ordini e poi ‘chiudiamo di nuovo’ e quindi buttiamo tutto quanto è stato ordinato. Io avrò buttato via 200 litri di birra. Ci volevano quindi delle regole dall’inizio: una chiusura per un certo lasso di tempo e poi riapertura; non aperture e chiusure”.