Numero 32/2017
8 Agosto 2017
Beer In: birre artigianali dal Nord Piemonte!
Il Birrificio Beer In rappresenta una interessantissima realtà nello scenario delle birre artigianali piemontesi: nato nel 2011 a Portula, nel biellese, dall’idea di Gianni Mazza, porta nella sua anima tutta la passione e l’esperienza del suo fondatore, collezionista birrario e homebrewer da oltre trent’anni.
In poco più di 6 anni di attività, la piccola brasseria ha fatto molta strada, tanto da necessitare il trasferimento in una nuova sede, situata in un’ala di un ex filatura, a Trivero, struttura caratteristica del territorio biellese, fortemente legato all’industria tessile.
In esclusiva per Giornale della Birra, l’intervista a Davide, responsabile del birrificio Beer In, perseguendo con fermezza il must della qualità e dell’innovazione.
Davide, Beer In è una delle realtà birrarie dell’alto Piemonte più dinamiche e riconosciute a livello nazionale: come è evoluto in questo lustro di vita il vostro birrificio?
Siamo partiti davvero molto piccoli, con un impianto da 150lt che ovviamente ci permetteva di rifornire solo il territorio Biellese e poche altre realtà limitrofe. I buoni riscontri che abbiamo ottenuto nei primi anni e la crescente richiesta da parte di vecchi e nuovi clienti ci ha fatto optare per il salto di qualità, e ci ha spinti a diventare un birrificio di portata decisamente diversa. L’attuale sala cottura di 10hl e gli 80hl di cantina ci hanno permesso di spingerci più in là, raggiungendo altre zone d’Italia.
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La scelta delle materie prime per raggiungere l’obiettivo di realizzare birre di alta qualità è sicuramente un elemento fondamentale: come avviene il processo di selezione?
Il miglior “filtro” per la selezione delle materie prime è sicuramente l’esperienza, maturata negli anni tramite sperimentazione e tentativi. Non c’è modo migliore che mettere in pratica quelle che posso essere le congetture sulla carta, per testare se effettivamente determinate tipologie di malti, luppoli o lieviti, portano ai risultati sperati e ad un prodotto dalle caratteristiche prefissate. Esiste poi la componente acqua, imprescindibile per creare una buona birra, e in questo abbiamo la fortuna di avere un approvvigionamento davvero d’eccezione, essendo a circa 700m s.l.m. la nostra acqua è leggerissima e ci consente di partire da una base di altissimo livello senza l’utilizzo di addolcitori o impianti ad osmosi inversa.
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Il vostro birrificio ha sperimentato la produzione di una ampia gamma di birre: quale la filosofia produttiva che le accomuna e quale l’elemento distintivo che le rende così apprezzate dal consumatore?
Ci piace molto spaziare tra parecchi stili birrari, per avere una gamma vasta di prodotti e incontrare i gusti più diversi – e poi è anche più divertente – . Le nostre birre però hanno un trait d’union derivante dalla filosofia di quello che ci piace bere e cioè sono tutte decisamente aromatiche, con struttura interessante a inizio bevuta ma poi secche e con finale tendenzialmente amaro (a parte le più dolci della compagnia). Il nostro obiettivo è di avere bevute che non stancano la bocca nonostante i profili aromatici importanti, che derivano da luppoli fruttati, affumicatura o tostatura dei malti o ingredienti aggiuntivi come il miele.
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La vostra realtà aziendale ha saputo crescere ed espandersi, richiedendo parallelamente, l’ampliamento ed il miglioramento tecnologico della cantina: quali sono oggi le caratteristiche dell’impianto produttivo?
Come dicevamo prima, abbiamo un impianto da 10hl con una cantina di circa 80hl. Stiamo però valutando un’ulteriore espansione per quello che riguarda la capacità fermentativa, con l’acquisto di due nuovi fermentatori per poter far fronte alla crescente richiesta dei nostri prodotti.
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L’esperienza maturata sul campo, ti permette di analizzare il settore della birra artigianale italiana da un punto di osservazione privilegiato: come immagini il futuro delle craft-beer Made in Italy? Quali consigli daresti a dei giovani con il desiderio di avviare un progetto imprenditoriale simile al vostro?
Credo che il mercato craft in Italia non sia ancora per niente saturo come a volte si sente dire. Anzi, al contrario, l’espansione della birra artigianale e la crescita a livello di produzione e vendita è ai massimi storici per il nostro paese e lo spazio per la birra è ancora molto. Se calcoliamo che i “bevitori craft” sono ancora meno del 5% dei consumatori totali, di strada da fare ce n’è ancora, eccome. Bisogna istruire la gente, far comprendere la differenza fra quello che è un buon prodotto e quello che non lo è, l’idea comune è ancora troppo legata a concetti sbagliati di cui si è cibata l’industria negli anni passati. Il consumatore preparato, è il primo fautore del successo della birra artigianale. Se si pensa poi ai recenti traguardi raggiunti sia in ambito legislativo che internazionale, il movimento birrario italiano si sta facendo sentire eccome, e si farà sentire sempre di più.
Maggiori informazioni sul birrificio Beer In e possibilità di acquisto on-line sono disponibili sul sito aziendale www.birrificiobeerin.it