Numero 23/2017
6 Giugno 2017
Birra del borgo un anno dopo
È già passato poco più di un anno da quando il mondo della birra artigianale italiana è stato scosso dalla notizia che il gruppo industriale AB InBev aveva acquisito uno dei pionieri del movimento brassicolo: Birra del Borgo. Abbiamo incontrato Leonardo Di Vincenzo, fondatore e adesso amministratore delegato del birrificio di Borgorose, per parlare di questo anno, dei progetti futuri e di tutto quel che riguarda il marchio Birra del Borgo.
Ci può fare un bilancio di questo primo anno? È stato come nelle previsioni?
Possiamo ritenerci decisamente soddisfatti di questa operazione. Posso dire che siamo perfettamente allineati con le nostre aspettative, anzi forse l’andamento reale delle cose per alcuni aspetti ha superato la nostra immaginazione. I rapporti con AB InBev sono prettamente di natura finanziaria e l’impatto sulla produzione è stato davvero minimo. Questo ci ha permesso di concentrarci maggiormente sulla produzione, senza doverci preoccupare troppo degli aspetti finanziari. Diciamo che ho riscoperto il piacere di fare birra senza preoccupazioni.
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Avere alle spalle una multinazionale ha indubbiamente dei vantaggi. In questo primo anno quali sono stati gli aspetti in cui AB InBev ha “facilitato la vita” in campo birrario?
Per quanto riguarda il reperimento delle materie prime non abbiamo grossi vantaggi, continuiamo a servirci dai soliti produttori. In futuro, credo nel prossimo anno, dovremmo provare in esclusiva alcuni luppoli sperimentali coltivati in alcune fattorie del nord America di proprietà di AB InBev. Sicuramente abbiamo il vantaggio di avvalerci della tecnologia e della ricerca interna del gruppo. In questo anno, pur mantenendo il nostro solito impianto di produzione, ci siamo ingranditi acquistando nuovi serbatoi, un impianto di confezionamento e macchinari utili al controllo dell’ossigeno. Queste erano tutte innovazioni che avevamo messo in preventivo precedentemente all’accordo con AB InBev, ma siamo riusciti a realizzarle con anticipo grazie ai nuovi fondi finanziari.
Il 2017 per Birra del Borgo segna il lancio commerciale di tre nuove birre: una stagionale estiva, la WatermelonWeisse e due “bizzarre” Vecchia Tripel e Brigante. Ci racconti queste tre birre?
WatermelonWeisse è una Berliner Weisse dove inneschiamo una fermentazione lattica sul mosto filtrato e aggiungiamo un quinto di volume di succo di anguria biologico che produce un’azienda delle nostre zone. Per quanto riguarda Vecchia Tripel si tratta di una tripel fermentata in una botte da 4000 litri che risulta essere in bocca molto morbida, ricca e con una piacevole nota ossidativa. Brigante, l’ultima nostra novità di questo 2017, è una farmhouseale molto particolare perché abbiamo aggiunto foglie di limone e bucce di verbena. La birra viene maturata per sei lunghi mesi in una botte da 3000 litri. La fermentazione mista che si scatena le dona quel particolare, ma piacevole carattere selvatico.
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Quando avete comunicato il passaggio ad AB InBev qualche birraio italiano ha deciso di interrompere le collaborazioni con voi. Al contrario altri hanno continuato a collaborare con voi. Avete in programma nuove collaborazioni con altri birrifici?
Fortunatamente le richieste per le collaborazioni non ci sono mai mancate da sempre e continuano a non mancarci. Siamo disposti a valutarle tutte. Per quanto riguarda il futuro abbiamo un progetto con Montegioco e con Micheal Jordan di Boxing CatBrewery di Shangai.
Si vocifera che qualche birraio italiano nei prossimi tempi sia intenzionato a vendere ad un colosso industriale. Visto che ha già preso una decisione di questo tipo, cosa consiglierebbe al collega che vorrebbe fare questo passo?
Posso solo consigliare di gestire l’operazione in maniera intelligente, di non snaturare la filosofia aziendale e affidarsi a persone fidate. Il nostro personale da quando siamo passati nella famiglia di AB InBev è aumentato, ma le persone fidate con cui avevamo rapporti di lavoro precedentemente continuano ad essere i responsabili dei settori chiave della produzione. Per noi, passare sotto la tutela della casa madre, ha significato eliminare completamente lo stress legato alla parte finanziaria di questo lavoro: in definitiva adesso lavoriamo in condizioni migliori.
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Ha aperto da poco nel quartiere Prati a Roma Osteria del Borgo. Ci racconta questo progetto?
Era da tempo che mi frullava in testa l’idea di aprire una casa di Birra del Borgo a Roma, l’Osteria è un po’ la casa spirituale che racchiude tutta la nostra filosofia produttiva. All’interno potrete mangiare cibi con prodotti provenienti da piccoli produttori e bere tutte le nostre birre. Il locale è dotato di un impianto per la produzione di birra da 350 litri che servirà esclusivamente l’osteria. Le pizze sono affidate a Gabriele Bonci, vera istituzione a Roma e in tutta Italia per quanto riguarda i lievitati, mentre se vorrete sedervi al bancone a sorseggiare un cocktail, rigorosamente alla birra, i nostri mixologist, usciti dall’accademia Jerry Thomas, sapranno accontentarvi. Insomma se volete mangiare dell’ottimo cibo accompagnato da altrettante buone birre non vi resta che venirci a trovare!
Maggiori informazioni al seguente link: www.birradelborgo.it