Numero 46/2016
18 Novembre 2016
Birra Ofelia: il piccolo sogno di Lisa e Andrea, diventato grande!
Un birrificio dal nome molto curioso: non potevo di certo sfuggire alla tentazione di conoscere le birre “Ofelia”, che rimandano subito la mente alla donna perdutamente e tragicamente innamorata di Amleto: una donna senza compromessi, intatta nella sua purezza. Questi sono i tratti che accomunano il personaggio shakespeariano alla filosofia produttiva della brasseria vicentina guidata da Lisa Freschi e Andrea Signorini.
Così ho incontrato, i due fondatori del birrificio, entrambi con una grande passione per la birra ed il mondo che la circonda: infatti, non sono solo i creatori di birre di grandi qualità, ma anche gli artefici di un progetto che dal 2011 ad oggi ha conosciuto un percorso di costante crescita, che ha saputo innovarsi e rinnovarsi, cercando costantemente nuove sfide ed opportunità.
In esclusiva per Giornale della Birra, l’intervista a Lisa ed Andrea, alla scoperta delle birre e del loro birrificio.
Lisa e Andrea, dopo una lunga esperienza consolidata nell’homebrewing, poco più di 5 anni fa vi impegnate nella sfida di aprire un birrificio: quale la storia del vostro sogno realizzato?
E’ una storia fatta di tanti ingredienti, fra cui spiccano di sicuro la forte passione e amore per ciò che è buono. Abbiamo iniziato la nostra storia con i piedi ben piantati per terra, con un piccolo impianto (120 lt), in una struttura piccola perché era ciò che potevamo permetterci in termini economici. E ci abbiamo messo tanto tanto tanto lavoro fisico per riuscire a cuocere la birra che fortunatamente ci veniva sempre più richiesta, facendo sempre cotte doppie, triple o quadruple, finchè non abbiamo fatto le “spalle grosse” in tutti i sensi e abbiamo deciso di ampliare la produzione con un nuovo impianto da 1200lt in una fantastica nuova struttura, più adeguata alla dimensione dell’impianto.
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Molte le birre in produzione: come effettuate la scelta delle materie prime e quali sono i cardini su cui fondate la qualità delle vostre creazioni?
Il cardine principale che muove le ricette è il gusto, pensiamo al tipo di birra che ci piacerebbe assaporare e Andrea in tal senso è molto bravo a “costruire” la ricetta a ritroso…dall’immaginare un gusto in bocca al trasformarlo in ricetta, un po’ come accade nella creazione di un piatto. Cerchiamo sempre il meglio nelle materie prime e dove possibile le selezioniamo direttamente dal produttore, come abbiamo fatto con la recente versione della Uilliu bai con luppoli freschi italiani.
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Elemento caratterizzante di molte vostre birre è l’utilizzo di ingredienti locali e di stagione: cosa ricercate in questa scelta?
Lisa viene dal settore della ristorazione dove aveva a che fare quotidianamente con stagionalità e territorialità per cui è stato molto naturale riportare la stessa filosofia nella birra. Ad esempio, la nostra birra invernale “the dark side of saison” prevede l’utilizzo di miele che selezioniamo ogni anno in una piccola apicoltura locale in base a quello che le api hanno prodotto con maggior favore nel nostro terriotrio, può essere quindi che il miele cambi in base alle fioriture primaverili.
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Il vostro birrificio ha l’opportunità di servire direttamente le birre nella propria Tap Room: quanto ritenete importante il contatto diretto con il consumatore finale delle vostre birre nel miglioramento continuo della qualità e nella evoluzione delle vostre produzioni?
Importantissimo, grazie alla tap room abbiamo sia la possibilità di confronto diretto con il cliente finale, sia la possibilità di offrire tutta la nostra gamma di birre sempre spillate a regola d’arte. In precedenza le occasioni di confronto con il cliente finale erano attraverso le fiere e in parte nel ristorante di Lisa che ha venduto a inizio 2016 per dedicarsi completamente al birrificio.
Inoltre offriamo gratuitamente la visita guidata in birrificio, ogni sabato alle 10.30, proprio per rendere ancora più partecipe e consapevole delle peculiarità della birra viva artigianale il consumatore finale.
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Il vostro birrificio artigianale sembra non essere il primo nella storia della città di Sovizzo…
Vero! E’ stato curioso scoprire che sono stati ritrovati importanti oggetti come vasellame ligneo per la mescita di birra, custoditi al museo archeologico di Vicenza, che testimoniano la produzione di birra a Sovizzo già in epoca longobarda. Ad oggi è in atto un progetto di valorizzazione da parte del Comune del cereale per cui Sovizzo era noto in passato, cioè lo spelta, con cui faremo una birra.
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Una ultima domanda dedicata al panorama brassicolo nazionale: come immaginate il futuro delle craft-beer Made in Italy e quali ritenete siano gli strumenti di successo per vincere la sfida della globalizzazione?
Crediamo che molto dipenda dalla qualità delle birre che ciascun birrificio offre. La partita si gioca lì, se fai birre di qualità il mercato prima o poi ti premia, se comprometti la qualità non hai molto futuro e non fai strada.
Maggiori informazioni sulla Birra Ofelia, le birre e la Tap Room sono disponibili al seguente link: www.birraofelia.it