Numero 08/2021
24 Febbraio 2021
BirreDaManicomio: l’e-commerce n°1 del settore birrario presentato da Giorgia Canato
Non vi stupite se vi diciamo che la prima ad aprire una piattaforma commerciale di birra in Italia è stata una donna: Giorgia Canato è nel vero senso della parola una donna della birra, che in Italia ha posto la prima pietra nel mondo della vendita on line di questa bevanda. Nasce in una famiglia dove la birra era di casa, il padre importava e distribuiva birra tedesca e ceca già negli anni ’70. Giorgia, un animo artistico e libero dagli schemi, decide di creare la sua prima piattaforma commerciale già nel 2008. Ma nonostante l’esperienza, la preparazione tecnica e gli studi, ci è voluta tanta determinazione e tanto duro lavoro per poter portare il portale BirreDaManicomio a livello di oggi.
La piattaforma, presa letteralmente d’assalto dai consumatori, nell’ultimo periodo, è ricca non solo di referenze internazionali ma anche nazionali (circa settanta). Dei criteri semplici ma allo stesso tempo imprescindibili, guidano Giorgia e il suo staff nella scelta dei prodotti: qualità, innovazione, packaging e il prezzo.
Ringraziamo Giorgia per il tempo dedicatoci e vi invitiamo ad esplorare con attenzione BirreDaManicomio, dove siamo sicuri che troverete la birra (birre) per vostri gusti.
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Giorgia, raccontaci la tua storia: qual è la tua professione? Come e perché sei arrivata ad occuparti di birra nel tuo percorso professionale?
La mia principale professione all’interno di BirreDaManicomio è il tutto fare 😊: quello che oggi viene ancora sottovalutato è la preparazione e le innumerevoli e molteplici competenze necessarie per creare e far funzionare un e-commerce. Detenere la maggior parte delle competenze è indispensabile per contenere inizialmente i costi, e dopo, per riuscire a valutare il lavoro degli altri. La mia professione spazia dal marketing, alla comunicazione, alla logistica, alla pianificazione aziendale, anche al customer care.
Ho a che fare con le birre esattamente da quando sono nata, infatti mio padre ha aperto nel 1970 una distribuzione bevande per la ristorazione, e importava già molte birre da Germania e Cecoslovacchia. La vita mi ha inizialmente portato a fare un percorso totalmente differente, non era nelle mie idee lavorare nell’azienda di famiglia ma alla fine il destino mi ha riportato in azienda in un momento dove stavo decidendo “cosa fare da grande”.
Nel frattempo avevo ripreso degli studi più tecnici e mi stavo appassionando alla gestione aziendale, ma il mio animo è sempre stato molto più artistico e libero dagli schemi. Mi balenava già da un po’ l’idea di creare una piattaforma commerciale, inizialmente dedicata ai pub, ma i tempi non erano ancora maturi per l’Italia se pensiamo solo che Amazon è arrivato qui nel 2010, e io ho aperto la prima piattaforma di vendita on line nel 2008. Così intanto ho iniziato a raggruppare le mie competenze tecniche incrementandole e decidendo di iscrivermi, anche se non più ragazzina alla facoltà di Comunicazione. In quegli anni non esisteva ancora la professione dell’e-commerce manager, esistevano pochissimi store on line e soprattutto pochissime persone che ne sapevano. Ho dovuto imparare provando, sbagliando e aggiustando il tiro, appena si è iniziata a fare della formazione mi sono buttata a capofitto nello studio. Ero un perito commerciale con l’animo di un comunicatore, oltre che già una grande appassionata di birre. Vedevo nelle birre quello che il vino non poteva dare: una miriade di sfumature, un prodotto non ancora molto valorizzato nel nostro mercato perché sommerso dalle birre commerciali.
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Parlaci del progetto di e-ecommerce “BirreDaManicomio”. Come e quando nasce? Chi sono le persone che ti sostengono? Come funziona il sito?
Il progetto BirreDaManicomio nasce in due step: il primo nel 2014 dove decido di chiudere la vecchia piattaforma generalista (oltre alle birre c’erano altri prodotti di beverage) e dedicarmi solo alle birre creando BirreDaManicomio. Mancava ancora il salto di qualità, quel qualcosa in più per esplodere. Capisco che la cosa avrebbe richiesto un innumerevole dispendio soprattutto di competenze più tecniche che non possedevo, quindi cercavo qualcuno che investisse credendo nel progetto, più che in soldi in competenze. Dopo molte porte in faccia (il settore era ancora snobbatissimo dagli addetti ai lavori) ho avuto la fortuna di trovare una realtà giovane e amante delle sfide come me che si è dedicata al posizionamento on line e a far conoscere il brand. Abbiamo lavorato tantissimo a questo progetto dedicando anima e cuore, notti insonni e week end al computer, tutto per perfezionare alla massima potenza.
Il sito è dedicato a tutte le persone amanti della buona birra artigianale, esperti e soprattutto NON, in quanto abbiamo strutturato il sito in modo da essere fruibile anche per dei neofiti che possono informarsi, incuriosirsi e trovare tutte le info che desiderano. Abbiamo anche un’area dedicata totalmente ai rivenditori, pub, pizzerie, beer-shop che vogliono inserire birre artigianali nel loro locale. Attualmente quest’area è in fase di rinnovamento, stiamo cercando di ottimizzare al meglio anche per quel genere di clientela, che ha ovviamente esigenze differenti.
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Oggi il tuo sito di e-commerce gode di grande visibilità e riceve tante recensioni positive: quali sono i punti di forza del tuo business che ti aiutano a differenziarti maggiormente sul mercato?
Paradossalmente a quello che si potrebbe pensare, credo che il nostro punto di forza all’interno dell’azienda sia quello di creare un legame con i nostri clienti o possibili clienti. Il commercio on-line ha inevitabilmente portato a un distanziamento sociale, ma tutto diventa un po’ asettico, e per un prodotto sentimentale come la birra non va bene. Noi ce la mettiamo tutta per recensire i prodotti nel modo più intuitivo per i clienti, cercando di descrivere sensazioni e sapori in modo semplice, vero, dando idee di abbinamenti e usi ma la marcia in più la dà il fatto di esserci. Abbiamo adattato un modello del commercio “classico” da negozio dove vieni coccolato dal commesso, consigliato, a quello dell’on-line. Il cliente troverà sempre personale formato che risponde alle e-mail e al telefono, disponibile anche per un parere, un consulto o soprattutto per risolvere un problema. Al cliente serve concretezza, e il sapere di trovare qualcuno è rassicurante, i nostri clienti non si devono preoccupare di nulla, nemmeno di eventuali problemi con il corriere, ci interfacciamo sempre noi per loro. E poi spesso trovano anche me al telefono e ormai c’è una amicizia e una fiducia intensa, siamo una community 🙂
Quanti birrifici nazionali e referenze hai nella tua lista e come fai le tue selezioni?
Devo dire la verità sul fatto che prima del Lockdown la quota italiana era abbastanza bassa, il nostro sito era basato principalmente su referenze internazionali. Ero stata un po’ scottata anni fa quando ho cercato con passione girando l’Italia di inserire birrifici italiani, ma spesso non erano pronti sia a livello qualitativo che a livello commerciale. In emergenza covid abbiamo deciso nel nostro piccolo di aiutare il nostro commercio nazionale, puntando sui nostri birrifici e devo dire che abbiamo fatto piacevoli e sensazionali scoperte. Il reparto Italiano attualmente è composto da 11 birrifici attivi con 70 referenze, ma è un numero provvisorio che ha un continuo trend in crescita.
Ormai veniamo contattati ogni giorno dai birrifici, i prodotti vengono scelti personalmente da me che tengo conto di caratteristiche necessarie come la qualità del prodotto, l’innovazione, il pack e un prezzo onesto. Tutti i prodotti vengono testati personalmente e dai nostri ragazzi, li porto in degustazione e raccolgo le opinioni, le sensazioni, e solo dopo di ciò si parte alla messa on line.
Qual è stata la curva delle vendite in questo periodo di chiusura forzata? Ci puoi dare qualche indicazione sulle tipologie di birre più bevute nel lockdown (nazionali, internazionali etc.)?
Nel lockdown il nostro sito è letteralmente esploso, c’è stato un aumento improvviso e anche inaspettato del 120%. Dopo una prima ressa generalizzata a tutti i prodotti, avendo terminato molte scorte e iniziando a subire tutti i disagi che la pandemia ha portato (blocco e ritardo delle merci proveniente dall’estero, chiusure per lockdown dei birrifici), ha inevitabilmente spostato l’attenzione su tutte le birre italiane. Posso dire che in questo periodo gli italiani sono diventati dei bravi bevitori, anche chi aveva uno stile preferito si è dato all’assaggio, testando molte birre differenti.
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In quanto donna, quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato o stai incontrando nel tuo lavoro?
Il settore è ancora molto maschilista, il fatto che una donna sia brava in questo lavoro e soprattutto che ne sappia di birra è ancora guardato con sospetto… ma io credo sia solo sana invidia, ormai non ci faccio più caso anzi spesso mi diverte, per me questa situazione è sempre stata una occasione di sfida per fare meglio.
Perché BirreDaManicomio?
Domanda sempre molto gettonata. Qualche anno fa mentre stavo pensando a questo progetto, mi trovavo in degustazione con un importatore di birre americane. Ne avevamo assaggiate moltissime e lui era sinceramente innamorato delle sue birre, a un certo punto ha esordito con: “queste birre sono da manicomio”! e lì mi sono illuminata, la sua frase mi è ronzata per giorni dentro la testa e ho pensato che fosse il nome di battesimo più azzeccato che potevo dare per il mio progetto.
Info: www.birredamanicomio.com