Numero 41/2017
10 Ottobre 2017
Birrificio Alveria: caparbietà e passione
Il birrificio Alveria nasce a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, dalla passione e dall’amicizia di Gabriele Siracusa e Ivan De Gaetano che producono birra in modo artigianale con un piccolo impianto, seguendo con accuratezza tutte le fasi del processo produttivo, valorizzando al meglio la qualità delle materie prime e alla continua ricerca del miglioramento e dell’innovazione, convinti delle loro idee senza farsi influenzare troppo dalle mode.
Oggi, per Giornale della Birra, vi ripropongo l’interessante chiacchierata che ho avuto con Gabriele Siracusa, che ringrazio per la sua gentilezza e disponibilità.
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Come nasce il birrificio? Come siete arrivati a produrre birra?
Il birrificio nasce dalla passione che ho dal 2005, anno in cui sono venuto a contatto con la birra artigianale a Pisa dove mi sono laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie. Lì ho conosciuto un locale, un brew pub che si autoproduceva la propria birra e ne sono stato fulminato. Da lì è stata un’escalation, con l’attenzione rivolta sempre piùverso le produzioni artigianali e i vari stili birrari.La mia passione è cresciuta sempre di più e in cuor mio sapevo che il birrificio lo avrei fatto.
Poi nel 2012 sono rimato senza lavoro,e a questo punto mi sono detto che : “la vita è una, è corta e bisogna fare quello che ci piace”. A me piaceva fare la birra e da lì siamo arrivati ad avere il birrificio. Ovviamente prima del birrificio ci sono stati 2 anni di pratica, di homebrewer, in cui il mio TFR è stato investito per fare questo piccolo impianto casalingo e da lì in poi non ci siamo più fermati.
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Il marchio raffigura un asino, cosa rappresenta?
L’asino e il nome Alveria sono correlati, infatti l’impianto è stato assemblato nella struttura ricettiva del mio socio che è un agriturismo dove c’è un allevamento di asini, il borgo Alveria nella Val di Noto e quindi abbiamo riportato nel logo ciò che è la nostra genesi, la nostra origine. Il nome del birrificio è l’asinello che avevamo sempre lì accanto.
State facendo una collaborazione con Yblon e Malarazza, cosa state creando? Pensi siano importante le collaborazioni con altri birrifici?
Si certo, la collaborazione, il non chiudersi non può che portare a cose buone e vantaggi reciproci per ognuno di noi. A questo proposito, con i birrifici che hai detto, stiamo facendo una Sour, però ancora è tutto in fase sperimentale, tutto in divenire. Noi siamo sempre in movimento e mai statici, siamo alla continua ricerca di innovazioni e miglioramenti.
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Dove traete ispirazione per le vostre birre?
Le birre che produciamo si ispirano agli stili angloamericani, quindi hanno una luppolatura molto consistente, tendono all’amarostico e all’agrumato, sono molto profumate.
Però, dopo 2 anni che siamo aperti sto esplorando anche gli stili belgi. Infatti, abbiamo fatto una birra, la “centobocche”, che èuna Saison ai gelsi neri fatta in più versioni. Ci sono 2 basi, che sono una Saison regolare classica e una molto più luppolata con luppoli dell’Oceania, la Pacific Saison.
Attualmente quali altre birre producete? Avete altre birre in cantiere?
Noi siamo partiti producendo una Blonde Ale, chiara e leggera, tendente all’amarostico, a bassa gradazione, secca con luppolatura americana, con sentori di agrumi. Siamo partiti con questa e con l’American Brown Ale, che è un po’ la mia preferita, un qualcosa che mi sono portato dietro dall’esperienza di homebrewer e che in Italia fanno in pochi. È una birra complessa con un intreccio di note di malto, nocciole e agrumi. Poi, in seguito, abbiamo ampliato la nostra gamma con una American Pale Ale molto profumata, agrumi e frutta tropicale, con un finale secco che la rende moltobeverina. Facciamo anche unaImperial Ipa da 8 gradi, caratterizzata da note resinonse e fruttate, e poi infine si sono aggiunte le due versioni della Saison.
Abbiamo in mente di fare tante altre birre perché vogliamo sempre sperimentare e migliorare senza mai fermarci. Ci sono anche alcune birre in cantina che stanno facendo il loro percorso come una Imperial Stout maturata in botte di nero d’avola e in Sicilia sarebbe il primo esperimento di questo tipo.
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Il numero dei birrifici sta crescendo sempre di più. Cosa consigli ai giovani che vogliono intraprendere questo percorso?
Prima di investire in un birrificio si deve fare molta pratica, si deve studiare tanto, per trovarsi in condizioni ottimali per l’eventuale investimento. Ultimamente aprono molti birrifici più per moda, senza avere un progetto ben definito e con l’idea di fare subito soldi, che spinti veramente dalla passione. Quindi il consiglio che posso dare è di essere spinti da una passione vera senza pensare subito al profitto e solo in questo caso investire e inseguire il proprio sogno, qualunque esso sia.
Per maggiori informazioni sul Birrificio Alveria visitate il sito: www.birrificioalveria.it