Numero 40/2017
6 Ottobre 2017
Birrificio Bruno Ribadi: grani e spezie di Sicilia
Quando pensiamo alla Sicilia, appaiono nella nostra mente meravigliosi paesaggi, un limpido mare, prelibate pietanze eun ritmo di vita semplice e tranquillo. Difficilmente assoceremmo questa splendida isola alla cultura brassicola. Einvece, già da qualche anno, in Sicilia, regione da sempre legata al vino, sono venuti alla luce quasi cinquanta realtà brassicole, per lo più birrifici con impianto proprio ma anche numerose produzioni per conto terzi (beerfirm).L’isola, ormai, pullula di eventi birrari in quasi tutti i mesi dell’anno, e uno dei più importanti è diventato “Birrocco” che si tiene a Ragusa da quattro anni e che è diventato un punto di riferimento importante per l’intero movimento brassicolo del Sud Italia.
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Quest’anno si è avuto un assaggio il 17 e il 18 Agosto, anteprima della manifestazione ufficiale che si è tenuta dall’1 al 3 Settembre nel cuore del centro storico di Ragusa. Conferenze e degustazioni con noti esponenti del movimento brassicolo italiano hanno scandito la tre giorni ragusana accompagnati ovviamente dai 12 birrifici presenti all’evento di quest’anno, di cui molti siciliani.
In esclusiva per Giornale della Birra,vi parlo della chiacchierata che ho avuto con Vito Biundo, uno dei tre cugini nonché socio, insieme a Sandro Biundo e Giuseppe Biundo del Birrificio Bruno Ribadi, che con molta gentilezza e disponibilità ci ha spiegato la storia del suo birrificio e delle sue creazioni birrarie.
La Birra Bruno Ribadi è un mix di qualità, realizzato con materie prime legate al territorio di produzione e con un marketing basato sullo storytelling. Le etichette delle birre ripercorrono i viaggi che il giovane Bruno Ribadi fece in giro per il mondo.
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Ripercorriamo la nascita del birrificio. Quando avete pensato di iniziare questa attività?Come mai il birrificio si chiama Bruno Ribadi?
Tutto è partito dal ritrovamento di un diario, il diario di Bruno Ribadi, più che un diario, un taccuino di appunti che noi abbiamo trovato in una cantina, un magazzino di un nostro zio. Questo taccuino parlava di birre e a scriverlo era un ragazzo, questo Bruno Ribadi che raccontava della sua vita, dell’esperienza in Belgio e in Germania all’interno dei laboratori di alcuni conventi dove si produceva birra.
Bruno Ribadiagli inizi del 900’ abitava a Cinisi in un monastero dei benedettini, perché orfano di madre. In periodo adolescenziale iniziò a vagare per monasteri dove incontrò un monaco che lo portò fino in Germania e qui iniziò a lavorare nel convento come aiuto birraio. Il ragazzo non si fermò e continuo a viaggiare in Belgio e in India e a scrivere sul suo taccuino. Quindi, quando noi abbiamo ritrovato questi appunti di viaggi e birre abbiamo capito che era un segno del destino e che la nostra strada ci era stata indicata da questo giovane. Premesso che noi già facevamo birra da 12 anni come homebrewer, il ritrovamento del diario di Bruno è stato la scintilla che ci ha portati a seguire definitivamente questa strada. Quindi abbiamo fatto dei corsi specialistici al Cerb di Perugia e poi ci siamo avviati nel 2016.
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Le vostre birre hanno uno stretto legame con il territorio siciliano, come mai questa scelta?
Le birre sono prodotti originari di altri luoghi ma abbiamo cercato di “sicilianizzarle” con grani antichi, spezie e piante tipiche della nostra terra. Tutto parte dall’amore e dalla riscoperta del nostro territorio, che vogliamo assolutamente valorizzare.
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Quindi, attualmente quali birre producete?
Attualmente produciamo una “Pilsner”, un prodotto che nasce nella Repubblica Ceca, che abbiamo caratterizzato con grani antichi siciliani, tumminia, russello e perciasacchi tre varietà autoctone del nostro territorio. Questa è la più leggera e beverina con una punta di amaro finale. Poi si passa alle altre che sono un po’ più strutturate. “Sicilian Pale Ale” è un’ambrata da 5 gradi e mezzo speziata e agrumata . In stile inglese che noi abbiamo voluto caratterizzare con agrumi di Sicilia, bucce di mandarino, limone e arancia che sono gli agrumi per eccellenza siciliani, bacche di sommacco e pepe rosa. Il sommacco è una pianta del nostro territorio ormai quasi scomparsa, che ancora si ritrova nella zona delle Madonie. Produciamo anche una “Blanche” caratterizzata dal grano antico siciliano biancolilla che è un grano bianco, e in più abbiamo messo il mandarino di Ciaculli. La classica birra “Blanche” viene fatta con l’arancia amara. Noi abbiamo preferito usare le bucce del mandarino di Ciaculli.
E’ una birra molto profumata, che ha un retrogusto agrumato abbinabile benissimo al pesce dato che è molto fresca e frizzantina. Produciamo anche una“India Pale Ale” in stile, fortemente amara e agrumata con aggiunta di foglie di agrumi di Sicilia che gli conferiscono un sentore agrumato-erbaceo. Infine, abbiamo una “Special Ale”, prodotta con grano russello e caratterizzata dalla dolcezza dell’uva passa di Pantelleria e le carrubbe, con un corpo più robusto, oltre che avvolgente e morbida.
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Qual è la vostra mission? Quali obbiettivi vi siete posti?
Noi veniamo dall’associazionismo e uno dei nostri intenti, la nostra mission è divulgare la cultura della birra artigianale e del buon bere. Però che sia aperto a tutti e non per soddisfare una piccola fetta di mercato. Proprio per diffondere questa cultura siamo propensi a partecipare a questi eventi, ad andare nelle birrerie e nei beer shop di Palermo e provincia a parlare della nostra birra e del bere di qualità.
La nostra intervista volge al termine, ringrazio i cugini Biundo per avermi fatto assaggiare tutte le loro produzioni.
Per maggiori informazioni sul birrificio Bruno Ribadi: www.brunoribadi.it